In un'intervista rilasciata a Pubblico, il segretario di Rifondazione Paolo Ferrero lascia presagire che quello della Federazione della Sinistra (PRC, Comunisti Italiani, Socialismo 2000 ed altri) è ben lontano dall'essere un progetto unitario, ma che anzi, probabilmente, alle elezioni 2013 si presenterà diviso.
Il nodo cruciale a dividere i due maggiori esponenti della Federazione, Ferrero (PRC) e Diliberto (PdCI), sono le primarie del centrosinistra: il primo, come da sintomatologia iperdemocratica della sinistra, chiedeva un referendum per decidere se partecipare alle primarie (le primarie delle primarie, no?), il secondo si è schierato per Vendola (e lo voterà, al primo turno; se poi non passerà, al secondo sosterrà Bersani).
Davanti allo scetticismo del giornalista, Ferrero incalza "(...) l’ha letta la carta d’intenti delle primarie? C’è scritto che ci si atterrà al 'rispetto dei trattati internazionali'. Questo vuol dire stare nella gabbia delle politiche del Governo Monti. Sarà Monti il vero vincitore di queste primarie."
E Nichi Vendola alle primarie non ha il ruolo di candidato anti-Monti? "A parole. Però ha firmato una carta d’intenti che prefigura quello che succederà." Ossia proseguimento del montismo e alleanze al centro; anche se Vendola ha chiuso a Casini, il sostegno dell'UDC potrebbe diventare necessario per formare la maggioranza (che poi, lo vorrei proprio vedere un Governo Vendola a queste condizioni, come dicevo qui).
Per cui, alle regionali in Molise, Lazio e Lombardia, nonché ai referendum sul lavoro, la Federazione intende presentarsi unita, ma alle politiche 2013 Ferrero pensa già ad una lista di sinistra che sappia flirtare con Alba, con la lista arancione di De Magistris, ed anche con l'IdV.
"E Diliberto? Il Pdci?" chiede "A rompere c’è sempre tempo. Ora facciamo le battaglie comuni. Poi alle politiche, civilmente, ognuno per la propria strada."
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