mercoledì 31 agosto 2011

Ecco come Questi Liberali sostengono la Cultura

Con l'arrivo di settembre entra in vigore la legge Levi, un altro colpaccio messo a segno dalla maggioranza capitanata dal 'più grande liberale degli ultimi 150 anni'. Che la legge porti il nome del deputato PD Ricardo Levi è ancora più grave (il perchè lo spiego qui, qui, qui, qui e anche altrove).
Il testo, presentato prima alla Camera nel 2008, ha trovato l'approvazione bipartisan del Senato quest'estate, e appunto da settembre colpirà gli editori, i librai e soprattutto i lettori.
Cosa prevede questa legge? Impone sui libri un tetto massimo di sconto sul prezzo di copertina, pari al 15%. Una misura protezionistica che penalizzerà soprattutto i canali distributivi on-line, come Amazon (guarda caso la legge è stata approvata a pochi giorni dal suo sbarco in Italia, ndr).
E' amareggiato Martin Angioni, country manager di Amazon per l’Italia: “Noi preferiamo operare in mercati che assicurano migliori condizioni di concorrenza e dove la più ampia fascia di pubblico possa comprare. Perché non solo è sbagliato che lo Stato intervenga sul prezzo nel mercato editoriale, ma se è vero che il problema è che la domanda di libri non cresce, allora questa legge non fa nulla a beneficio dei lettori reali e potenziali”.

Contro la legge Levi anche Serena Sileoni, responsabile della piccola casa editrice Liberilibri, e in più come lettrice è anche molto arrabbiata. Ha già promosso una petizione che ha raccolto migliaia di firme, e racconta: “Non riesco a credere che tanti miei colleghi abbiano salutato questa legge come un favore alla microeditoria. Che fine hanno fatto gli stimoli alla lettura? E poi l’obiettivo non dichiarato della legge tradisce uno spirito conservatore: intende colpire il commercio elettronico, che ne farà le spese. Ai grandi editori cambierà poco, mentre proprio per i più piccoli, in occasioni importanti tra cui le fiere, le limitazioni agli sconti si riveleranno un’arma a doppio taglio”.

Sono due infatti i punti che questo provvedimento tocca e lede: il sostegno alla cultura, annoso problema che non viene neanche preso in considerazione, e la tanto sbandierata fede nel libero mercato, frantumata da una legge corporativista che difende gli interessi di pochi.

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martedì 30 agosto 2011

Emendamento Vendetta

Alla nuova bozza del Decreto Anticrisi fa seguito la notizia che la sparata del Ministro Calderoli ("Calciatori, basta proteste o pagate doppio") si trasformerà in un emendamento ad hoc.
Già non mi piaceva il gusto vendicativo con cui aveva lanciato l'idea: 'siccome dissenti, allora ti punisco'. L'ennesima palata di fango sulla dignità politica delle istituzioni: da una parte l'uso berlusconiano dello Stato per tutelare i propri interessi, dall'altro quello leghista per punire chi protesta.
Due gli emendamenti che incarneranno la trovata: il primo raddoppiera il contributo di solidarietà per gli 'sportivi professionisti', l'altro invece specificherà che dovranno essere i calciatori, di tasca loro, a pagarlo, e non le società, sedando l'ok corral nato in questi giorni.

Se non sono aprioristicamente contro il contributo di solidarietà, sono contro questa faida messa il atto per zittire le proteste: si può anche trovare qualcosa di buono nel modo dilettantistico con cui questa manovra taglia a destra e a manca, ma non si può non opporsi al digrignare dei denti della Lega Nord, che ancora una volta mostra un atteggiamento becero, populista, tutt'altro che onorevole, nel guidare il paese.

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lunedì 29 agosto 2011

Quasi quasi divento Juventino

Verrà inaugurato l'8 settembre, e l'11 ospiterà la sua prima partita, il nuovo stadio della Juventus, il primo di proprietà di una squadra di calcio. Perchè l'evento dovrebbe meritare tanta attenzione?
Il nuovo impianto, vanto della società bianconera, è stato costruito riducendo al minimo il suo impatto ambientale, riciclando gran parte dei rifiuti del vecchio Delle Alpi, a cominciare dall'area in cui sorge, la stessa, evitando l'impiego di nuovi terreni.
Demolita senza l'impiego di esplosivi, la precedente struttura ha fornito parte dei 40mila metri cubi di calcestruzzo necessari per lo strato portante della base; inoltre sono stati recuperati acciaio, rame ed alluminio per quasi 6000 tonnellate.
Economicamente, l'operazione ha consentito un risparmio di oltre un milione di euro.

Complimenti alla squadra torinese per l'attenzione verde; se ancora non ha vinto il mio tifo (non perchè sia legato a qualche squadra, semplicemente non amo il calcio), merita sicuramente la mia stima.

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venerdì 26 agosto 2011

Il Progresso Leghista su Due Ruote

Il Sindaco di Piacenza Reggi non è disposto a concedere il nullaosta necessario per il passaggio del Giro di Padania "Da qui non passa, è una pagliacciata!".
A parte le opinioni personali, da qui all’8 settembre, data d'inizio del giro, ci sarebbero “diversi motivi che impediscono all’ amministrazione di predisporre i necessari provvedimenti per consentire il passaggio”, sostiene il primo cittadino, visto che sarebbe necessario chiudere al traffico via Emilia Pavese, via Einaudi, la tangenziale Sud e via Emilia Parmense. Ma, prosegue il primo cittadino “per garantire la necessaria vigilanza delle strade lungo il percorso, il personale della polizia municipale in un turno ordinario non è sufficiente”. Non è possibile poi “impiegare il personale in orario straordinario per la mancanza di fondi”.
Non si potrebbe nemmeno contare sull’apporto di volontari, visto il giorno feriale e il fatto che “con largo anticipo a differenza di questa, sono già state organizzate diverse manifestazioni”. Soprattutto, Reggi punta sulle ricadute economiche che il Giro porterebbe a Piacenza “che sarebbero nulle visto che la città è solo di transito”. Così, “oltre all’impossibilità di garantire la sicurezza, Piacenza avrebbe soltanto disagi e costi, senza alcun beneficio”.

Io vedo la kermesse ciclistica solo come “roba da propaganda di regime”, e come me la pensano Roberto Montanari e Nando Mainardi, rappresentanti cittadini di Rifondazione Comunista; un modo folkloristico per attirare simpatie e consensi, un po' come le ultime feste democratiche (sottolineo che invece le prime feste dell'unità erano luoghi di reale confonto e di dibattito, seppur ideologizzate e di parte, ndr).
Un po' la cosa che fa il PdL nei vari apparati delle istituzioni, un po' più seriamente, qui.

"Siete contro il progresso!" è la risposta piccata della Lega, che nella manifestazione sportiva vede la rivoluzione.
Progresso? Una corsa in bicicletta con per un fantomatico stato che ancore non c'è (ma che ci sarà, se continuiamo così, ne parlo qui) con una tuta di lycra verde smeraldo lo chiamate Progresso?
Io ho chiamato questo blog FareProgresso (ora Reloaded), proprio perchè credo che il Progresso sia un'altra cosa: sia l'Uguaglianza, il Rispetto di ogni differenza, la Libertà di fare, essere e credere come si vuole, fino ai confini della libertà altrui, la Pace e la Cultura, che fa crescere, maturare ed evolvere.

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Il Sapore Politico di un Bacio

La nuova frontiera della protesta diventa il bacio.
In occasione della GMG tenutasi in Spagna pochi giorni fa, l'associazione queer Transmaricabollo aveva organizzato un bacio collettivo per accogliere il Papa in visita; l'obiettivo, dice Jamie del Val, uno dei promotori dell'iniziativa, era quello di protestare contro le politiche di "intolleranza" della Chiesa cattolica e il suo leader spirituale, che viene in Spagna "per fare propaganda omofobica a migliaia di persone".
Le forze dell'ordine, però, hanno impedito l'iniziativa; "è un'azione politica, dimostrare che siamo in grado di esercitare la nostra libertà, anche se ci sono persone che vogliono frenarla" ha commentato Del Val.
Ammiro queste proteste pacifiche e provocatorie, come il bacio collettivo che si è organizzato per sabato 27 agosto al Palagenius di Rimini che ospita il meeting di CL.

Ma il bacio diventa anche, politicamente, il momento in cui vengono fuori i rigurgiti più bigotti e fascisti: storie d'estate, di aggressioni verbali a sfondo omofobo, che in un certo senso sono anche più gravi di quelle fisiche, perchè mostrano una civilizzazione 'a metà', che ripudia la violenza ma non esita a coprire di insulti due uomini che si tengono per mano.
Il caso a Brescia, dove Davide B è steso al sole abbracciato al suo compagno. "Ci sono dei bambini!" è la scandalizzata (e aggiungo scandalosa, ndr) giustificazione che si adduce spesso in queste situazioni, a cui rispondo per esperienza che invece sono proprio i bambini più piccoli a vivere più serenamente l'impatto con le altre realtà, non solo omosessuali, ma anche stranieri o disabili.

Episodi del genere mostrano il fascismo (non in senso politico, ma come modo di pensare, ndr) strisciante che ancora vive nelle nostre menti e coscienze, mostra quei sentimenti beceri e primitivi su cui fanno leva i partiti della 'destra' italiana (che non sono la Destra, come dico qui), Lega Nord in testa.

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Meglio Questo che la Ricostruzione

Nottetempo è comparsa una cosa nuova a l'Aquila. Un busto in onore di Guido Letta, prefetto fascista.
L'inaugurazione è stata celebrata di notte "per ragioni di ordine pubblico": l'ANPI di Aielli, infatti, stava organizzando una manifestazione di protesta.
Costo dell'operazione? 20 mila euro, pescati nientemeno che dal fondo per il terremoto.

Celebrare il più sanguinoso regime della storia italiana è folle ed antistorico; si sta cercando di instillare l'idea che il Fascismo sia stato un 'normale' passaggio storico, legittimarlo e riabilitarlo (parlavo di questo progetto anche qui).
Per onestà, però, bisogna anche però ammettere che sotto il fascismo furono promosse opere urbanistiche e fatte riforme sociali molto importanti, ma sempre e comunque nella cornice di una dura dittatura repressiva; e, come disse Benigni "Dire delle cose buone del fascismo è come complimentarsi con un elettricista che ha aggiustato l'impianto elettrico,dopo che ha ucciso la moglie e stuprato la figlia del padrone di casa."

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giovedì 25 agosto 2011

Su chi Abortisce, si Può

Francisco Javier Martínez è l'arcivescovo di Granada, in Spagna, e durante la sua omelia periodica, ha sparato a zero contro l'aborto, paragonandolo addirittura al genocidio compiuto da Hitler.
E già qui ci sarebbe di che commentare, ma incredibilmente è riuscito anche a dire di peggio: “Uccidere un bambino indifeso, per mano della sua stessa madre, dà agli uomini il diritto, senza limitazioni, di abusare del corpo della donna”.

Ma... e l'amore universale tanto sventolato dalla Chiesa?
Ora, sapete che sono per la libertà di parola, d'espressione eccetera eccetera, ma sentire una cosa così atroce e barbara, da chi poi si autoinveste di responsabilità morali fondamentali per la società, mette i brividi.. uno spirito vendicativo tanto crudele che è anche del tutto fuori dalla nostra idea di 'punizione' (cioè la pena per una colpa deve avere spirito 'correttivo', nel sistema democratico, ndr).
Posso capire non essere d'accordo sull'aborto, e cercare di convincere i propri adepti a non intraprendere simili percorsi, ma non deve certo permettersi di lanciare anatemi o peggio dettare leggi arrogando a chicchessia diritti incivili e violenti!

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Basta Non Esagerare

Al centro della polemica è finito stavolta il giornalista Max Laudadio, prima inviato di Striscia la Notizia, poi delle Iene ed ora conduttore di "Attenda in Linea", uno sfogatoio in onda alle 10 su Radio Due. La vicenda ha innescato reazioni anche a livello istituzionale, con il Presidente del Senato intervenuto con il direttore generale del servizio pubblico Lorenza Lei per far sospendere il programma; “il servizio pubblico non può denigrare le Istituzioni. Non posso consentire che la pur comprensibile critica di alcuni aspetti di quelli che ormai vengono comunemente chiamati ‘costi della politica’ trascenda in espressioni indiscriminatamente oltraggiose, tanto più da parte di un professionista del servizio pubblico” ha commentato Schifani
Tutto parte dall'intervento di un ascoltatore: “Ho letto con sdegno che questi signori, che guadagnano 15mila euro al mese, possono mangiare il filetto a 7 euro”. E' la risposta di Laudadio ad accendere gli animi: “E’ folle. Se almeno ’sti delinquenti facessero il proprio lavoro, ma non lo fanno”.
Et voilà, l'antipatia per la casta esonda fino all'insulto. E scatta il bavaglio.

In questa vicenda ci sono due questioni aperte: l'insulto di Laudadio e la purga imposta ad un giornalista.
Mentre per la seconda non posso che schierarmi a favore del giornalista, che ha visto limitata la propria libertà d'espressione con la sola colpa d'interpretare un sentimento ormai diffuso tra la gente, non posso neanche fare a meno di riconoscere l'esagerazione in cui egli è incorso: un professionista serio dovrebbe saper valutare e ponderare il valore delle parole.
Si stava parlando di sconti eccessivi sul menù di una mensa, uno scandalo neanche paragonabile a scalate o loggette varie, e per questo credo che l'uso di una parola così forte, DELINQUENTI, sia quantomeno eccessivo, così come però la pretesa di zittire una voce libera, a cui bastava un'ammonizione od una sospensione.
Se si lanciano epiteti così pesanti per un filetto di carne, cosa si userà per commentare mafiosi o corrotti?

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martedì 23 agosto 2011

Decido io quando Fare la Spesa

Anche Italia Futura, la fondazione del prossimo neopolitico Montezemolo, ha presentato una contro-manovra. Al punto 9 del documento viene affrontato il capitolo liberalizzazioni, e qui Italia Futura fa sue le idee già avanzate dall'Istituto Bruno Leoni - Idee per il Libero Mercato, e mi voglio concentrare in particolare sul tema del commercio e degli orari di apertura.
Una riforma a costo zero, che punta a togliere i vincoli lasciati dalle famose lenzuolate dell'allora Ministro Bersani, che affrontavano anche questo tema, ma limitato alle zone turistiche.
Stando ai dati Cernes-Bocconi, Il costo delle rigidità italiane nella distribuzione commerciale è pari a 930 euro all’anno per famiglia, e complessivamente, il permanere di questa struttura antiquata pesa per 23 miliardi di euro, pari al 2,5 per cento dei consumi totali delle famiglie.
Per gli esercizi sarebbe un buona mossa, commerciale nel senso più puro del termine, cioè capace di venire incontro alle esigenze dei clienti, modulare gli orari nel modo a loro più opportuno.

L'Istituto Bruno Leoni propone l'azzeramento dei vincoli imposti dalle leggi in materia di orari, chiusure festive e feriali, riducendo il tutto a poche righe che lasciano mano libera ai commercianti. Tutto questo, chiaramente, senza calpestare i diritti dei lavoratori del settore, ed è per questo che sono contro all'abolizione dei contratti nazionali di lavoro (come invece sussurrato qua e là ad intermittenza).
Come spiegavo qui, essere liberali non significa essere spregiudicati.

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lunedì 22 agosto 2011

Lo Stanno Usando

(Un grazie a Leonardo per la collaborazione)
Ogni tanto se ne esce con una dichiarazione shock, e tutto il partito prende le distanze, minimizzando e quietando gli animi di quei suoi elettori che ancora si indignano. Stiamo parlando dell'euro-onorevole Mario Borghezio, che ogni tanto si lancia in rari esempi di inciviltà.
Ultima in ordine di tempo, la dichiarazione riguardo alla strage di Oslo, quando arrivò a giudicare "ottime", "condivisibili" e "profondamente sane" le idee del killer Breivik. Anche il generale serbo Mladic, braccio esecutivo dei dirigenti politici, accusato di genocidio, crimini contro l'umanità e del massacro di Sebrenica, è considerato da lui un vero patriota; incalzato dal conduttore de La Zanzara su Radio24, affermò: “Non ho visto le prove, i patrioti sono patrioti e per me Mladic è un patriota. Quelle che gli rivolgono sono accuse politiche” e ancora “Sarebbe bene fare un processo equo, ma del Tribunale dell’Aja ho una fiducia di poco superiore allo zero”.
Ma ce n'è anche per l'Italia: "Buttiamo Napoli: dobbiamo stare lontani da quello schifo di città. Mi domando se le condizioni in cui versa Napoli non siano un motivo sufficiente per essere indipendentisti e separatisti da questa parte del Paese. I napoletani e Napoli non fanno parte dell'Europa civile. Bisogna scappare da questo schifo…. Noi vogliano essere liberi da questa Napoli che puzza di rifiuti e camorra. Bisognerebbe fare una pulizia radicale".
Ad ognuna di queste uscite ha fatto seguito un turbinio di scuse, smentite, ridimensionamenti, da parte dei colleghi di partito, anche rappresentanti del Governo italiano.
"Stai zitto che tanto la pensi così anche tu!" sbraitò mio padre quando un imbarazzato Calderoli tentò di sminuire le dichiarazioni di Borghezio su Breivik.

Io penso che Borghezio sia effettivamente usato dalla Lega Nord per non apparire troppo eversiva ed estremista, ridipingersi una facciata democratica, ed attirare così anche quell'elettorato moderato un po' razzista che non li vota perchè spaventato dai modi arroganti e violenti.

Ma la frase di Borghezio che preferisco e che è bene ricordare, è un fuori onda in una tv francese, in cui dava consigli agli esponenti dell'estrema destra d'oltralpe: "Occorre insistere molto sul lato regionalista del movimento. E’ un buon modo per non essere considerati immediatamente fascisti nostalgici, bensì come una nuova forza regionalista, cattolica, eccetera eccetera… ma, dietro tutto ciò, siamo sempre gli stessi."

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Gli Statali incivili in Olanda non li Vogliono

Mentre da noi ad ogni nuova finanziaria s'impone un nuovo blocco dei turn over per i dipendenti statali, in Olanda hanno deciso di non rinnovare il contratto a quei funzionari che non si adeguano alle leggi dello Stato. Ovviamente, le situazioni sono quasi imparagonabili, visto che stiamo parlando di uno degli stati più libertari e progressisti del continente.
Ultimo arrivato il comune di Groninga, sono molti i municipi olandesi che hanno deciso di opporsi alla pratica discriminatoria dell'obiezione di coscienza di coloro che si rifiutano di celebrare matrimoni tra persone dello stesso sesso. Amsterdam, nel 2007, si è dichiarata libera da obiettori, ed assume solo coloro che non hanno alcun problema a celebrare nozze di questo tipo. Il consigliere distrettuale Ronald Mauer ha assicurato che si faranno valutazioni annuali a tutti i funzionari per essere certi che nessuna coppia venga discriminata.

Parlo dell'obiezione di coscienza anche qui, e sono dell'idea che questa pratica intollerante e reazionaria debba essere debellata, come avvenuto in Canada o Spagna. Fermo restando la difesa della libertà individuale, non si può addurla come scusante per venir meno ai propri compiti ed alle proprie responsabilità.

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La Manovra Correttiva travolge anche il Referendum 2011

Ricordate il referendum svoltosi il 12 e 13 giugno per non privatizzare l'acqua? All'articolo 4 del decretone anticrisi si riscrive la legge abrogata dal 1° quesito della consultazione di quest'anno.
Sotto un fumoso titolo istituzionale, "Adeguamento della disciplina dei servizi pubblici locali al referendum popolare e alla normativa dell’unione europea", si reintroducono alcune norme contenute nell'art. 23 bis del dl convertito nella legge n.133 del 6 agosto 2008. Proprio quell’articolo 23 bis che era stato abrogato dal Referendum 2011.
Con la manovra quindi si reintroducono le liberalizzazioni nelle attività economiche, esattamente com'era previsto nell'articolo abrogato, compatibilmente con 'le caratteristiche di universalità e accessibilità del servizio'. In nome dell'urgenza e dell'emergenza si schiaccia la volontà popolare espressa dagli italiani a primavera.

Le reazioni? Bersani, il cui partito ha cavalcato in maniera insolente il risultato raggiunto (ne parlo qui), non ha quasi detto nulla in merito, se non, parlando della contromanovra, che "Il Pd è contro la privatizzazione forzata, ma non contro le gare e la liberalizzazione dei servizi pubblici locali".
Più decisa (e ci vuole poco) la reazione dell’Assessore ai Beni comuni e alla democrazia partecipata di Napoli Alberto Lucarelli; in una lettera-appello firmata, fra gli altri, da Ugo Mattei, Gabriele Polo, Alex Zanotelli e Giorgio Airaudo, ha dichiarato:
"La manovra finanziaria calpesta la Costituzione e in particolare il principio della sovranità popolare, disattendendo l’esito referendario. Si reintroduce, a parte l’acqua, il processo neo liberista e di mercificazione dei servizi pubblici e dei beni comuni, strumentalizzando una contingenza economica difficile per il Paese. Si sovverte la gerarchia delle fonti introducendo, con un decreto legge, una silente riforma costituzionale che devasta i principi dell’attuale costituzione economica, in particolare gli articoli 41, 42 e 43 che limitano l’iniziativa economica dei privati al rispetto dell’utilità sociale, della dignità dei lavoratori, della funzione sociale della proprietà, oltre che il principio di gestione pubblica partecipata dei servizi pubblici essenziali. La città di Napoli è in controtendenza rispetto a questa deriva e si propone come città simbolo della tutela dei beni comuni e della democrazia partecipata."

Un'altra forzatura, con cui l'arroganza del Governo travolge una decisione della tanto invocata volontà popolare, che, come qui e qui, approfitta della crisi per distruggere diritti e solidarietà sociale.

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lunedì 15 agosto 2011

Piuttosto il Natale

Pochi giorni fa era stato il Ministro Tremonti a rispolverare l'idea di abolire il 25 aprile ed il 1° maggio per contribuire a risanare i conti dello Stato.
Non siamo ancora a questo punto, ma nel decreto anticrisi messo a punto dal Governoc'è anche una norma che prevede lo spostamento delle festività non religiose (le due citate più il 2 giugno) alla domenica più vicina.
Ammesso e non concesso che una mossa del genere possa effettivamente servire (se sono tre giorni di lavoro a sbilanciare i conti, direi che siamo messi male, ndr), sono del parere che le prime feste a cadere dovrebbero essere invece proprio quelle religiose, a partire dal 6 gennaio, proseguendo col 15 agosto (ricordo che Ferragosto è in realtà la festa per l'Assunzione di Maria Vergine, ndr), con l'8 dicembre, e via a salire in caso di bisogno. (Lo so lo so che una cosa del genere richiederebbe la revisione del Concordato e che aprirebbe una fase di estenuanti trattative col Vaticano... ma per abolirlo basta la volontà di una sola delle parti, no? ;)

L'Italia è (o almeno dovrebbe essere) uno Stato Laico, e se proprio dobbiamo sbarazzarci di qualche giorno di riposo, preferisco si tratti di uno di quei lacciuoli culturali che ancora ci legano ad un vago e fumoso percorso religioso.
Mi permetto inoltre di rilanciare, e chiedere il ripristino della ricorrenza del 20 settembre, anniversario della Breccia di Porta Pia e Festa dell'Unità d'Italia, abolita dal Fascismo.

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venerdì 12 agosto 2011

Non Vedevano l'Ora

Lo sapevo che con la storia della crisi ci andavano di mezzo i lavoratori ed i loro diritti!
"Licenziamenti più facili.." sospirano ambiguamente voci di Governo, che puntano a mettere in discussione l'articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, sogno proibito del Presidente del Consiglio.
Anzichè rafforzare ammortizzatori sociali, cassa integrazione, mobilità, creare reti e strutture per un più efficace ricambio e reinserimento, si vorrebbero svendere e depotenziare i diritti faticosamente acquisiti nel corso degli anni.
La crisi è una scusa perfetta per raggiungere l'obiettivo, e ridurre, ancora di più, i lavoratori ad una merce sottomessa, silenziosa, anonima e senza diritti.

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venerdì 5 agosto 2011

Napolitano emana un Decreto

Attenzione! "Un decreto del Presidente della Repubblica abbassa del 50% i rimborsi per gli incidenti stradali". Questo il titolone della pagina economica di Libero.
'E io che mi fidavo di Napolitano' (pensa il cittadino italico medio), facendo il gioco di Libero che spera nessuno si renda conto che il Presidente della Repubblica non ha il potere di legiferare sui rimborsi dell'rc auto. Leggendo bene si scopre che il documento porta la firma del Ministro della Salute Ferruccio Fazio.

Ora, al di là del merito del decreto, che dal titolo mi pare una gran presa in giro, siamo arrivati al punto di diffamare anche il Presidente Napolitano pur di farci pubblicità? A me questa sceneggiata mi sa tanto di ultima spiaggia, della serie 'visto che non riusciamo a far salire i nostri consensi, facciamo scendere quelli degli altri'.
Forse siamo arrivati proprio agli ultimi giorni dell'impero.

giovedì 4 agosto 2011

L'Italia Va Avanti, Nonostante Tutto

Ricordate i manifesti comparsi alla Bocconi 'i froci si curano a Zyklon b' (ne parlo qui)?
Il colpevole è stato identificato, ed è inoltre stato trovato responsabile di altre azioni omofobe, rivolte soprattutto verso i membri dell'associazione Best (Bocconi Equal Students). L'università ha scelto la linea dura, infliggendo come punizione la sospensione per un anno, con conseguente perdita delle sessioni d'esami.
L’aggressore porterà nel suo curriculum una macchia indelebile: tutte le sanzioni disciplinari sono infatti registrate nella carriera scolastica dello studente e vengono trascritte nei fogli di congedo e in sede di determinazione del voto finale di laurea.
Una decisione senza precedenti, dettata dall’Honor Code introdotto da circa un anno, che arriva quasi in concomitanza con la bocciatura della legge contro l’omofobia.
I ragazzi del Best vedono nella coincidenza "un messaggio di speranza agli studenti bocconiani e non solo" arrivato dopo il "voto circa le pregiudiziali di incostituzionalità in relazione al ddl" e, in merito alla decisione presa, si dicono soddisfatti delle misure prese da parte dell’Università Bocconi contro l’individuo in questione e si augurano che procedimenti come questo non debbano più ripetersi".

Nel medesimo solco rientra anche la decisione di un giudice trevigiano che ha accolto la richiesta di una donna di 48 anni affetta da una grave malattia degenerativa e autorizzato la sospensione delle cure. E se non potrà rifiutarle, deciderà il marito. Se l’attuale ddl sul testamento biologico dovesse essere approvato anche dal Senato e diventare legge, la decisione del magistrato verrebbe svuotata di ogni significato perché la volontà della paziente verrebbe sempre subordinata a quella del medico curante.

In questi due episodi, io ci vedo un chiaro segnale che, nonostante la politica con i suoi modi beceri e reazionari tenti di farci arretrare, la società va avanti, verso un futuro di apertura e rispetto. Un ruolo chiave lo gioca la divisione dei poteri garantita dalla democrazia, in grado ancora di bilanciare gli eccessi da una parte o dall'altra.
Non basteranno Berlusconi con le sue barzellette volgari, Bossi con il suo dito medio, Brunetta con i suoi insulti o la Binetti con il suo cilicio a fermare la Nostra Corsa verso il Futuro.

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Solo a Parole

Pare giunta al capolinea l'avventura ferroviaria di Arenaways, ostacolato da Trenitalia, di cui sfidava il monopolio; ma il fondatore Giuseppe Arena non si dà per vinto.
I 'Treni del Mare', partiti a metà giungno, sono stati la decisiva spina nel fianco del colosso fs: i convogli collegano due volte al giorno Torino e Livorno con fermate a Genova, in tutti i comuni delle Cinque Terre, a La Spezia e Pisa. 35 euro andata e ritorno, con una media di quasi 200 passeggeri.
Nonostante gli orari concessigli da Rfi, la Rete ferroviaria di proprietà delle Ferrovie dello Stato (5.20 nei giorni feriali e 6.30 sabato e domenica), gli affari andavano meglio di quanto previsto. Ai locomotori Arenaways venivano anche agganciati treni olandesi e tedeschi diretti verso le spiagge, con turisti, auto e moto.
Le prime schermaglie contro la piccola compagnia erano scoppiate sulla tratta Torino - Milano, quando al concorrente di Fs fu vietato di effettuare le fermate previste a Torino Lingotto, Porta Susa, Santhià, Vercelli, Novara, Rho Fiera, Rogoredo, Pavia, Voghera, Alessandria ed Asti. Quando poi la guerra totale aveva minacciato lo stop ai trenini del mare, gli azionisti della compagnia hanno alzato bandiera bianca, obbligando il cda a portare i libri in tribunale.

Minare un monopolio granitico come quello di Trenitalia non è facile; in quest'Italia di corporazioni e cacicchi, poi. Tirando in ballo la carta del contratto di servizio regionale, Fs attacca: i contratti per la fornitura di servizi ferroviari nelle singole regioni si basano su una serie di presupposti, primo fra tutti che le Fs non debbano misurarsi con alcun concorrente.
Quando la Liguria ha risposto che quei treni sono solo un servizio aggiuntivo che non interferisce con il contratto regionale, Fs ha minacciato di sopprimere la “carta treno”, la facilitazione che consente ai pendolari liguri di prendere treni di categoria superiore allo stesso prezzo dei regionali.

Intervistato da La Stampa, sono amare le risate di Giuseppe Arena: "Le ferrovie svizzere non ci hanno mai ostacolato. Ricordo che nel ’99 avevamo organizzato il Capodanno in treno con un vagone che veniva agganciato e sganciato per poter girare tutta la nazione" poi la considerazione finale, che riassume gli ultimi 20 anni di politica economica nel nostro Paese "i politici si riempiono la bocca di libertà di impresa, di liberalizzazioni e poi non sostengono le imprese che fanno concorrenza ai colossi."

mercoledì 3 agosto 2011

E' Questione di Sicurezza

Approvato in Commissione Affari Costituzionali alla Camera il testo che vieta di portare veli integrali e burqa.
Bene, finalmente il Goverrno della Sicurezza fa davvero qualcosa per la Sicurezza. Perchè io sono a favore, ma non esattamente per i motivi che sembrano essere i più diffusi.
"E' un'usanza medioevale!" leggo strepitare in rete. Credo lo sia anche, ad esempio, parlare in una cabina di legno che profuma d'incenso, chiedendo perdono non alle vittime delle nostre colpe, ma ad un non meglio identificato amico immaginario.
E' una questione di libertà di scelta, se voi siete contenti di prestarvi a questo giochino, perchè le donne musulmane non devono essere ugualmente libere di vestirsi come vogliono? Appunto, per un fatto di sicurezza. In luogo pubblico bisogna essere riconoscibili, per cui niente burqa e niqad.
Modificando l'articolo 5 della legge 152/1975, la norma che negli anni di piombo vietava di indossare caschi e passamontagna nei luoghi pubblici, si estende il divieto agli indumenti di origine religiosa.

Il disegno di legge formalizza inoltre il reato di costrizione all’occultamento del volto. E anche qui, sono favorevole, perchè il velo dovrebbe essere una libera scelta della donna, non un'imposizione culturale.
Reazioni positive bipartisan: "vuol dire restituire la libertà alle donne immigrate, aiutarle ad uscire dai ghetti culturali nei quali tentano di rinchiuderle e, quindi, lavorare per la loro integrazione" così Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità "In Italia non esiste, come in altri Paesi, un'emergenza-burqa: i casi di donne costrette ad indossarlo restano per fortuna isolati, ma non per questo sono meno gravi: è giusto che anche qui, come in molta parte d'Europa, si cominci a discutere del modello di integrazione che vogliamo promuovere, un modello che (...) penso non possa prescindere dal rispetto dei diritti fondamentali dell'individuo e, quindi, delle donne".
"Si tratta" afferma la relatrice Souad Sbai (Pdl) "di un passo avanti per i diritti delle donne: in Francia, Belgio e nel musulmano Azerbaigian questa legge è realtà, senza che nessuna donna araba musulmana abbia nemmeno pensato di protestare".

Da segnalare che stavolta il PD si è messo a fare la 'sinistra estrema', votando NO al ddl in cmmissione. Ancora non capisco dove vogliono andare...

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Informazione sempre più d'Elite

Primo passo della riforma dell'Ordine dei Giornalisti, licenziata dalla Commissione Cultura della Camera, all'unanimità a parte un astenuto.
La riforma rende obbligatorio, per l'accesso alla professione, il conseguimento della laurea. Ad indorare la pillola, un codicillo anticasta che fissa a 90 il numero massimo dei componenti del Consiglio Nazionale dell'Ordine (attualmente sono 150, in continua crescita). Cassati, invece, il Giurì sulla correttezza dell'informazione e la commissione deontologica nazionale, che in molti si augurano vengano reintrodotti al Senato.

Soddisfatto il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Enzo Iacopino "la Camera dei deputati ha approvato in prima lettura una mini riforma della legge sull'Ordine dei giornalisti. E' doveroso ringraziare per l'impegno profuso la commissione Cultura, la sua presidente Valentina Aprea (la privatizzatrice della scuola che con il suo DDL avrebbe dato il colpo di grazia all'istruzione pubblica, ndr), il relatore Giancarlo Mazzuca e, tramite il primo firmatario della proposta, Pino Pisicchio, tutti i parlamentari".

Ho già espresso il mio punto di vista riguardo al fossile fascista dell'Ordine dei Giornalisti (qui), e sono ancora convinto debba essere tolto di mezzo; non per rendere anarchica e fuori controllo l'attività, ma per tutelare il diritto di tutti di farsi promotori di flussi informativi.
Ben vengano commissioni e giurì che ne monitorino veridicità e condizioni, ma sono assolutamente contrario all'imposizione di titoli di studio minimi. Posso essere favorevole a differenziare le modalità di lavoro ed intervento sui giornalisti in base ai loro studi ed esperienza, ma non discriminanti per l'accesso all'attività.

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Buone Vacanze, Cicchitto!

Ho messo Cicchitto ma potevo mettere anche Lupi o Binetti, o uno qualsiasi dei quasi 170 deputati che ai primi di settembre si recherà in pellegrinaggio in Terra Santa, facendo slittare l'avvio dei lavori dell'aula.
In questo periodo di crisi, in cui servirebbe una politica che tenesse d'occhio ancor meglio la situazione economica e sociale del paese, la Casta si concede oltre un mese di ferie, da 3 agosto al 6 settembre. Non voglio passare per demagogo, tutti i lavoratori hanno diritto alle vacanze, ci mancherebbe, anche quelli in Parlamento, ma in un momento così delicato, in cui peraltro soffia forte il vento dell'anticasta e del facile populismo, mi sembra una mossa davvero esagerata.

Torniamo al pellegrinaggio, una tradizione dal 2004, che coinvolgerà parlamentari sia della maggioranza che dell'opposizione. Inizialmente, il viaggio concludersi il 9 e la Camera riaprire il 12 settembre (non so quale soluzione abbiano mediato i pellegrini..).
"Per rispetto verso di loro abbiamo ritenuto di iniziare le sedute dell'Aula la settimana successiva" si giustifica il portavoce del gruppo PdL Fabrizio Cicchitto - sottinteso, e degli altri 56 milioni di italiani ce ne strasbattiamo.
Davvero un bell'esempio, complimenti! Per 'rispetto' verso i deputati, che se ne vanno in vacanza (terra santa o maldive il senso è lo stesso), la Camera ricomincia a lavorare più tardi. Credete che una fabbrica farebbe lo stesso con i suoi dipendenti?
Ieri sera, ospite de "la Zanzara" a Radio24, le unghie di Paola Binetti stridevano sugli specchi, mentre tentava di arrampicarsi ed invertire causa ed effetto, ribaltando le parole di Cicchitto.

Senza più vergogna, forse resasi conto della crisi strutturale che sta attraversando la politica, la Casta allunga le mani e cerca di mangiare il più possibile di quanto è rimasto.

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martedì 2 agosto 2011

La Lega ha Voglia

Come sempre accade quando si vuole far passare qualcosa di nascosto, lo si infila nelle pieghe di un testo che c'entra poco o nulla, e si spera che nessuno se ne accorga. E' il caso dell'emendamento Bricolo (Lega Nord), dapprima innestato surrettiziamente nel Decreto Sviluppo ed ora ricomparso nel Decreto sul Rifinanziamento delle Missioni all'estero.
Ora il codicillo in questione è stato trasformato in un semplice ordine del giorno per non mettere a rischio l'approvazione dell'ntero decreto, ma le commissioni Difesa ed Esteri del Senato l'avevano già accolto.

Cosa prevede l'emendamento Bricolo? Si chiede la modifica di una legge del 1975 e l'abrogazione del Catalogo Nazionali delle Armi Comuni da Sparo, quello che associa il numero di matricola di ogni arma ai dati del suo possessore; si vuole inoltre, demandandola ad un successivo provvedimento, una riclassificazione delle armi.
Una liberalizzazione delle armi in piena regola. "Una follia" la definisce Casson, del PD, con cui si abbassano "i livelli di controllo sulla criminalità organizzata e sul terrorismo"; l’emendamento, commenta un analista de La Stampa, avrebbe permesso la strada alla costituzione di milizie armate (prima le ronde, poi la depenalizzazione del reato di banda armata - qui - la Lega finisce sempre lì...).
Per quanto riguarda la riclassificazione, sempre stando a La Stampa, pare invece che la proposta leghista avrebbe permesso anche la commercializzazione di armi da guerra, in grado di sfondare la blindatura di alcuni veicoli e i giubbotti antiproiettile.

Cos'altro aggiungere? Gli istinti violenti, predatori e maschilisti (come sul tema della caccia) della Lega non si quietano, e stanno velocemente trasformando il movimento 'd'ispirazione regionalistica' in una feroce formazione neofascista ("Siamo sempre gli stessi" come ebbe a dire Borghezio all'estrema destra francese), che lusinga lo squadrismo e la lotta armata.

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lunedì 1 agosto 2011

Come il Grembiulino a Scuola

E' obbligo per i Parlamentari italiani, ma anche per i visitatori e gli ospiti delle Camere, indossare giacca e cravatta durante le sedute. Almeno per quelli maschi, ma ne parliamo dopo.
Ad inizio anno, al Bundestag, la Camera bassa tedesca, fu impedito a due deputati, Andrej Hunko (Linke) e Sven-Christian Kindler (Verdi), di prendere posto proprio perchè non indossavano la cravatta. Non molto diversa la situazione in Spagna, dove pochi giorni fa, il 21 luglio (ma già nel 2008 si verificavano episodi simili), il ministro dell’industria Miguel Sebastian, sostenitore di un modo di vestire più informale per risparmiare energia, è stato ripreso dal Presidente del Congresso Josè Bono. La Camera Bassa giapponese invece prevede il 'Cool Biz' nei mesi estivi (quest'anno tra l'altro iniziato un mese prima), un periodo in cui decade l'obbligo di giacca e cravatta, anche in questo caso per contenere l'uso di energia e condizionatori.
Proprio in virtù del risparmio energetico, nel 2007, l'Eni tolse quest'obbligo per i suoi dirigenti, e Realacci, leader degli Ecodem, propose la stessa cosa per il Parlamento italiano.

Come dicevo prima, queste regole vigono solo per gli appartenenti al genere maschile; inutile dire che ancora una volta la tanto sbandierata parità di trattamento fra uomini e donne era stata disattesa, e per giunta proprio da un'istituzione come la Camera dei Deputati.
Sono sempre stato un sostenitore dell'abrogzione di tale obbligo, sia per ridurre i consumi energetici del Parlamento ma anche e soprattutto per rispettare e tutelare la libertà di Deputati e Senatori.
"Sono sempre stato contro le divise" commentava un amico su questo tema "le uniformi militari o anche per il grembiule a scuola". Merita la mia stima l'iniziativa provocatoria del Senatore Speroni della Lega Nord, che in sfida a questa regola del Senato, indossava le cravatte più impensabili (con disegno di maiali, texana di cuoio e così via).
Ora, posso capire che in alcune occasioni pubbliche siano richiesti una certa eleganza e stile, ma credo giusto lasciare il vestiario alla libera volontà dei singoli; inoltre trovo ridicolo ed altamente limitativo considerare come 'eleganza maschile' il solo abbinamento giacca e cravatta.

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Le Due Anime del PLI

Storicamente, il Partito Liberale Italiano è visto come il partito 'dei colletti bianchi', come un alfiere della destra poco dissimile dall'odierno Popolo della Libertà. Dopo una conversazione con alcuni suoi esponenti, ho appreso che l'odierno PLI, rinato nel 2004 dopo che il precedente era stato travolto dal ciclone di Tangentopoli, si sfila fuori dalla dicotomia destra-sinistra ed in lui coesistono due linee politiche anche molto diverse.
Che nessun partito voglia classificarsi come 'di destra' visto lo stato in cui versa l'attuale schieramento, monopolizzato da uno pseudo monarca demagogo populista che usa la politica solo per i suoi interessi, lo capisco (e ne parlo qui), ma la contrapposizione nel PLI va oltre, contrapponendo un liberalismo progressista ad uno conservatore.
Come dicevo in precedenza (qui), considero un liberalismo sano e nobile elemento fondamentale all'interno dell'idea politica della sinistra, ed il confronto interno ai liberali verte proprio su questo punto.

Da una parte, il liberalismo progressista, affine al radicalismo, che rilancia la libertà personale dell'individuo, i diritti lgbt, le droghe, la prostituzione, la laicità, lo smantellamento delle caste economiche (albi ed ordini), e dall'altra il liberalismo conservatore, che difende le corporazioni e svende i servizi essenziali, all'inseguimento del modello americano.
Questo confronto vedrà la sua resa dei conti al prossimo congresso del PLI, quando la base deciderà la linea del partito.

Se il Partito Liberale Italiano dovesse decidere di seguire la sua anima progressista, incompatibile con questa destra conservatrice e reazionaria ma anche con il centro democristiano e moderato, si aprirebbe una fase che potrebbe ricollocarlo in una coalizione a sinistra del PD.
Il Nuovo Partito d'Azione, di cui faccio parte, seguirà con attenzione il confronto all'interno del PLI, e qualora fosse questa la linea a prevalere, non sarà da escludere un'intesa tra le due formazioni.

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