lunedì 15 agosto 2011

Piuttosto il Natale

Pochi giorni fa era stato il Ministro Tremonti a rispolverare l'idea di abolire il 25 aprile ed il 1° maggio per contribuire a risanare i conti dello Stato.
Non siamo ancora a questo punto, ma nel decreto anticrisi messo a punto dal Governoc'è anche una norma che prevede lo spostamento delle festività non religiose (le due citate più il 2 giugno) alla domenica più vicina.
Ammesso e non concesso che una mossa del genere possa effettivamente servire (se sono tre giorni di lavoro a sbilanciare i conti, direi che siamo messi male, ndr), sono del parere che le prime feste a cadere dovrebbero essere invece proprio quelle religiose, a partire dal 6 gennaio, proseguendo col 15 agosto (ricordo che Ferragosto è in realtà la festa per l'Assunzione di Maria Vergine, ndr), con l'8 dicembre, e via a salire in caso di bisogno. (Lo so lo so che una cosa del genere richiederebbe la revisione del Concordato e che aprirebbe una fase di estenuanti trattative col Vaticano... ma per abolirlo basta la volontà di una sola delle parti, no? ;)

L'Italia è (o almeno dovrebbe essere) uno Stato Laico, e se proprio dobbiamo sbarazzarci di qualche giorno di riposo, preferisco si tratti di uno di quei lacciuoli culturali che ancora ci legano ad un vago e fumoso percorso religioso.
Mi permetto inoltre di rilanciare, e chiedere il ripristino della ricorrenza del 20 settembre, anniversario della Breccia di Porta Pia e Festa dell'Unità d'Italia, abolita dal Fascismo.

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1 commento:

  1. io vorrei piuttosto l'introduzione della festa del 17 marzo e il suo innalzamento a festa nazionale insieme al 2 giugno e il ripristino del 4 novembre, festa della vittoria nella prima guerra mondiale e quindi dell'ideale completamento del risorgimento.

    per il resto riguardo al tenore dell'articolo sono d'accordissimo, le feste religiose son feste in alcuni casi assolutamente lontane dall'ideale di stato laico, mentre le feste laiche come il 25 aprile e il 2 giugno sono il cemento della nostra unità nazionale e del nostro istinto patriottico, e cancellarle è a dir poco eversivo e delittuoso.

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