venerdì 30 settembre 2011

Aiuti al Mercato: io Farei Così.

"Bisogna sostenere le imprese!" sento dire da molti sedicenti liberisti.
Eh no, cari miei, la regola principe delle filosofie economiche liberali è proprio che un'azienda deve camminare con le sue gambe e deve misurarsi col mercato, non potete volere uno stato minimo che però aiuta i privati nelle loro velleità imprenditoriali! E' quanto successo, ad esempio, svariate volte con la Fiat.
Io sono dell'idea che lo Stato non debba sostenere le ambizioni dei singoli, ma, a monte, facilitare l'emersione dei talenti industriali, eliminando burocrazia, lacci e lacciuoli che di fatto limitano l'apertura del mercato, permettere un clima di vera e sana concorrenza, poi, a valle, difendere i diritti dei lavoratori, venendo incontro, se necessario, anche alle richieste ed ai problemi delle imprese. Ed è il caso, ad esempio, della cassa integrazione e della mobilità.

Rivedere gli organi di autogoverno delle categorie professionali (leggi albi, ordini e collegi), ridurre le decine di scartoffie necessarie per avviare un'attività, eliminare paletti territoriali e temporali, ampliare poteri e mansioni dell'antitrust, questo incentiverebbe i cittadini a confrontarsi col mercato, ma al tempo stesso difendere i contratti collettivi, magari rendendoli più elastici in alcuni ambiti, ma ampliando diritti e garanzie.
Grandi responsabilità per i grandi gruppi, obblighi verso i dipendenti, con ad esempio un 50% minimo di assunti a tempo indeterminato, assistenza sanitaria e previdenziale per tutti, sgravi per le aziende virtuose con i lavoratori, che reinvestono e fanno ricerca.

Tutto questo, potenziando e velocizzando la macchina Giustizia, per accertare con maggior puntualità i reati connessi al lavoro, il falso in bilancio, la bancarotta fraudolenta o il lavoro nero ad esempio, così da poter valorizzare e premiare quelli effettivamente meritevole.

Proposte quasi diametralmente opposte ai diktat della BCE in tema di welfare contenuti nell'ormai famosa lettera 'segreta' del 5 agosto, ma che credo potrebbero ridare fiducia ai lavoratori (che da consumatori sono una parte fondamentale del mercato, ndr), ed alle imprese, che amplierebbero i loro spazi di manovra e vedrebbero riconosciuti i loro impegni verso la società.

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giovedì 29 settembre 2011

Un Senso Diverso

Non sanno più cosa inventarsi per distrarci dalla loro incapacità di affrontare questa tremenda fase di crisi.
Ora, la proposta arriva dall'Onorevole Fabio Garagnani, del PdL, si vorrebbe sostituire la festività del 25 aprile con quella del 18 aprile, in ricordo del 18 aprile 1948.
Per lui, quella "è la vera data fondante ed unificante della democrazia italiana”. A parte che queste ragioni c'entrano poco o niente con la ricorrenza del 25 aprile, cosa accadde nel 1948? Quel giorno la coalizione capitanata dalla DC vinse le elezioni contro PCI e PSI, alleati nel Blocco Popolare.
Si tratta di mera fuffa politica, un gioco strategico che getta un po' di fumo negli occhi ed allo stesso tempo offusca l'identità antifascista dell'Italia. Sempre in virtù del disegno revisionista dei fascisti riciclati e dei neofascisti mascherati di PdL e Lega.

Il 25 aprile è la data della Liberazione dal dominio fascista e dall'invasione nazista, è la data in cui il Popolo Italiano ha innalzato il suo spirito patriottico e restituito dignità ad un paese martoriato culturalmente e socialmente.

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mercoledì 28 settembre 2011

E mi Tassi Pure?!

Tempo fa vi raccontavo di una prostituta nel riminese condannata a pagare le tasse (qui), ma quanto successo a Vicenza va un po' oltre. La Guardia di Finanzia ha indagato tra i vari annunci pubblicati in rete, scoprendo un centinaio di lavoratori del sesso che - udite, udite - non erano in regola con l'erario e non pagavano le imposte sul reddito!
Mi pare utile a questo punto riflettere un attimo.

Non è ipocrita uno Stato che quando è il momento di riconoscere la mia autodeterminazione (ed i miei diritti di lavoratore) si trincera dietro un fumoso concetto di "morale comune" per poi venire a batter cassa sui miei redditi?
Sono tante le richieste sollevate in proposito, da sindaci e amministratori locali, che vorrebbero almeno organizzare il fenomeno, all'Agenzia delle Entrate, appunto, che fa riferimento ad una sentenza della Corte d'Europa, che ha definito anche quello sessuale un lavoro, perciò tassabile.
Ma è il Parlamento che si deve muovere e rivedere la legislazione corrente!
Credo, come fanno notare dal Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute Onlus, che a questo punto sia proprio l'Agenzia quella che infrange la legge e da equiparare agli sfruttatori: è vietato infatti percepire denaro e proventi dalle persone che si prostituiscono.

Già dai primi passi di questo blog auspicavo un superamento della legge Merlin (qui), quella con cui si sono chiuse definitivamente in Italia le Case di Tolleranza, e sono ancora dell'idea che occorrerebbe, al di là delle diverse opinioni politiche, avviare una discussione seria sull'argomento, cercando di essere realisti ed attuali.
Una cosa del genere ha un significato umano, per riconoscere i diritti e l'autodeterminazione dei lavoratori, giustizialista, per combattere lo sfruttamento da parte della criminalità, e se vogliamo anche cinico, perchè quello del sesso è un mercato che in termini di tasse può fruttare parecchio allo Stato parecchi miliardi.

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martedì 27 settembre 2011

Ancora?!

Col castello di carte che sta crollando sempre più velocemente, dopo anni di silenzio, di connivenza e complicità, chi arriva a criticare il comportamento un po' troppo sopra le righe del Cavaliere? Il Cardinal Angelo Bagnasco, che si sveglia di soprassalto dopo aver munto tutto il mungibile in termini di sovvenzioni e privilegi per la sua Santa Romana Chiesa: "I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune. C’è da purificare l’aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate".
E poi quella che sembra una richiesta di dimissioni: "Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi, e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono né vincitori né vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto".
E ancora: "la questione morale non è un’invenzione mediatica". Pur segnalando, sulle inchieste in atto, "l’ingente mole di strumenti di indagine", "la dovizia delle cronache a ciò dedicate" e la presenza di "strumentalizzazioni", Bagnasco ha affermato che "nessun equivoco tuttavia può annidarsi", la questione morale "è un’evenienza grave".
Duro il giudizio sull’incapacità da parte del governo di affrontare la crisi economica con i politici preoccupati piuttosto a difendere comportamenti personali: "Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità". Come far fronte all’emergenza e con quali risorse? "È essenziale drenare tutte le risorse disponibili - intellettuali, economiche e di tempo - convogliandole verso l’utilità comune". Poi la battuta sulla necessità di un radicale cambiamento dell’attuale classe politica: "Solo per questa via si può salvare dal discredito generalizzato il sistema della rappresentanza, il quale deve dotarsi di anticorpi adeguati, cominciando a riconoscere ai cittadini la titolarità loro dovuta".

Finalmente sembrano essersene accorti anche loro. Siccome hanno una certa età ed hanno passato la vita ad interloquire con chi non può rispondere (Dio, un feto o qualcuno in stato vegetativo), li perdoniamo del ritardo.
E' un altro il passaggio che apre una nuova fase sociale e politica nei rapporti tra Italia e Vaticano: “Sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che – coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita – sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni”. E cioè, detta spiccia, visto che le forze conservatrici e reazionarie della seconda repubblica hanno fallito, rifacciamo la DC. Un nuovo soggetto politico mettendo insieme Udc, cattolici di entrambi gli schieramenti e associazioni cattoliche come le Acli, la Coldiretti e addirittura la Compagnia delle Opere (il braccio economico di Cl).
Secondo Pierfrancesco De Robertis “Ciò a cui pensano i vescovi per il dopo-Berlusconi è una derivazione italiana del Ppe, che potrebbe essere o una sorta di Udc allargata oppure una versione rinnovata dello stesso Pdl in cui i valori cattolici siano ben rappresentati. In ogni caso qualcosa che si collochi nell’ambito del centrodestra e sia alternativo al centrosinistra”.
Capito? La Chiesa Cattolica intende creare un partito politico in Italia: questa è la madre di tutte le ingerenze vaticane! Un po' proprio come quando i vertici ecclesiastici benedirono il PPI prima e la DC poi.

Non è una nuova formazione confessionale che serve al Paese. Non è l'imposizione di sedicenti valori religiosi che può aiutarci a camminare verso il domani e guardare al futuro; e, sia chiaro, lo dico con tutto il rispetto per questi valori (solidarietà, carità, assistenza, mutuo aiuto, cooperazione...).
Abbiamo bisogno che le regole per la nuova fase sociale che si profila all'orizzonte rifioriscano dentro di noi, attraverso il riconoscimento dei diritti, dell'autodeterminazione, l'esaltazione della giustizia e delle libertà.

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In Odore di Svastica

E' nata nel nord Italia un'associazione culturale molto sospetta.
Sta crescendo e si sta espandendo molto velocemente, aprendo sedi a Monza e Milano (quest'ultima conosciuta come “avamposto contro l’immigrazione e gli zingari"), ed attirando le simpatie dei cittadini con campagne animaliste che a me ricordano molto i servizi strappacuore di Studio Aperto.
'Lealtà e Azione' questo il nome sibillino dell'associazione, che si presenta come “una libera associazione di promozione culturale e sociale che vuole costituire una comunità etica, al tempo stesso politica, spirituale ed intellettuale, unendo uomini e donne in una comunione di intenti, d’ideali e d’azione, che agiscono volontariamente nella società con spirito Militante, ovvero con fede, senso del sacrificio, disciplina e senza ricercare utili materiali o profitti personali, perché animati da una concezione etica della vita che si riassume nel rispetto dei Valori tradizionali, nel senso dell’onore e nel rifiuto del compromesso sistematico”. Un trionfo di retorica che ricorda l'esaltazione dell'Identità e dell'Orgoglio di altre realtà politiche, come la Lega Nord od il Partito Nazionalista.

Primo particolare inquietante, accaduto il 28 ottobre dello scorso anno, quando per inaugurare la sede milanese dell'associazione, si è tenuta una conferenza in onore dell'ex generale belga SS Lèon Degrelle, condannato da un tribunale del proprio Paese come criminale di guerra.
Dietro le iniziative antidroga e pedofilia in cui li si può vedere impegnati, si nasconde il marchio nero della destra più estrema e razzista, la setta neonazista degli Hammer, nata a metà degli anni Ottanta da una costola del Ku Klux Klan. Oltre alla sede di viale Brianza, gestisce già la Skinhouse a Bollate, punto di riferimento dei militanti di Lealtà e Azione prima dell’apertura della loro sede indipendente. Gli Hammerskin si considerano l’elité del mondo neonazista, per la loro “fedeltà ai valori” e “l’amore per le tradizioni”; sono inoltre i più decisi fautori della “supremazia della razza bianca”.

Se anche il Consiglio Regionale della Lombardia, che non fa dell’antifascismo una delle proprie principali bandiere, ha votato ad aprile una mozione che richiede la revoca dell’assegnazione dei locali della sede milanese a Lealtà e Azione, è bene riflettere sulla pericolosità di questo tipo di luoghi di aggregazione e degli ideali proposti (per i quali, a marzo, a Magenta, l’amministrazione comunale ha negato l’utilizzo delle sale pubbliche per lo svolgimento di iniziative promosse dall'associazione).

lunedì 26 settembre 2011

Ma Guarda Te a chi Tocca Fare l'Opposizione

“Senza il diritto, lo Stato è come una grossa banda di briganti”. Quindi compito del politico è “servire il diritto e combattere il dominio dell’ingiustizia”. Sono parole del Civitate Dei di Sant’Agostino, ripetute da Papa Benedetto XVI durante la visita al Bunderstag, il parlamento tedesco. “Sulle questioni fondamentali non è sufficiente il ‘criterio della maggioranza’, cosa ancor più evidente nelle epoche e nei regimi in cui ‘il diritto vigente, in realtà, era ingiustizia”.
Il Papa ha dettato i doveri che ogni politico deve perseguire per compiere la sua missione: “Il suo criterio ultimo e la motivazione per il suo lavoro come politico non deve essere il successo e tanto meno il profitto materiale”, mentre “la politica deve essere un impegno per la giustizia e creare così le condizioni di fondo per la pace”. Il successo, invece, “può essere anche una seduzione e così può aprire la strada alla contraffazione del diritto, alla distruzione della giustizia”. Parole già pronunciate da Aldo Moro mai così attuali.
Ratzinger cita anche il periodo nazista, quando “lo Stato era diventato uno strumento per la distruzione del diritto - era diventato una banda di briganti molto ben organizzata, che poteva minacciare il mondo intero e portarlo sull’orlo del precipizio”.

Lo ammetto, mi dà un po' fastidio che un capo religioso si senta il diritto di ammonire chi svolge un ruolo politico, ma che un Capo di Stato straniero (quale è il Papa), ospite di un altro Parlamento straniero, mandi frecciatine al Governo italiano fa sorridere e preoccupare al tempo stesso.
Non da Bersani, non da Di Pietro, non da Casini (che ormai rispondono "Berlusconi si deve dimettere" anche a chi gli chiede l'ora, ndr), arrivano queste velate accuse alla classe politica attuale; dal Papa, dobbiamo sentirle.

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Se Questo è un Ministro

La più maestosa delle grandi opere mai costruite, un tunnel lungo 732 chilometri che, in barba alla curvatura terrestre, collega il Gran Sasso al Cern, tra Svizzera e Francia. Tunnel che ovviamente, non esiste; se non nella testa dell'incapace expresidentessa del Consiglio Comunale di Desenzano del Garda ora Ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini (Delibera del Consiglio Comunale n. 33 del 31/3): "[...] Alla costruzione del tunnel tra il Cern ed i laboratori del Gran Sasso, attraverso il quale si è svolto l'esperimento, l'Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro [...]"
Non è tanto l'errore che mi dà fastidio, sbagliare è umano, la svista è dietro l'angolo, ma è lo sparare così a casaccio delle cifre, inventarsi dei finanziamenti che non ci sono mai stati che mi urta.

Peggiorare la situazione sembrava impossibile, ma Loro ci sono riusciti, uscendosene con un secondo comunicato:
"L'ufficio stampa del Ministero precisa che, ovviamente, il tunnel di cui si parla nel comunicato di ieri, non è per nessuna ragione intendibile come un tunnel che collega materialmente Ginevra con il Gran Sasso. Questo è di facile intuizione per tutti e la polemica è assolutamente strumentale. Il tunnel a cui si fa riferimento è quello nel quale circolano i protoni dalle cui collisioni ha origine il fascio di neutrini che attraversando la terra raggiunge il Gran Sasso. Alla costruzione di questo tunnel e delle infrastrutture collegate l’Italia ha contribuito con uno stanziamento oggi stimabile intorno ai 45 milioni di euro. Questa polemica è dunque destituita di fondamento ed è assolutamente ridicola."
La colpa, quindi, è addirittura di chi ha sollevato la polemica e la usa strumentalmente.

No comment.

venerdì 23 settembre 2011

"L'ha detto la Rete!"

Oggi è stato il gran giorno. E' stata pubblicata in rete la prima lista di 10 nomi di politici e personaggi famosi segretamente gay.
Sarà vera? Boh, a me non interessa. E se anche lo fosse, cosa dimostrerebbe? Come già dicevo qui, mi può anche affascinare quest'idea del contrappasso, ma, fermo restando il diritto violato alla riservatezza dei cittadini, poi? Questa reazione è stata innescata dall'affossamento della legge contro l'omofobia, e se anche questa qui è gente che ha votato contro il provvedimento pur essendo gay? Al massimo puoi dire che sono MASOCHISTI.
Ma soprattutto, quella lista è indimostrabile. Chiunque può aprirsi un blog in rete e piazzare lì una lista di nomi, adducendole ogni motivazione possibile. Capirete anche voi che è un ragionamento pericoloso.

Ma saliamo di tono, le conseguenze più gravi di quest'operazione sono due:
- si mette a rischio la credibilità della rete, che da molti oggi viene vista come fonte sicura di trasparenza e correttezza, un po' come il "L'HA DETTO LA TELEVISIONE!" degli anni 80/90, per gistificare ogni idiozia;
- si dà un pretesto ai signori del vapore di stringere la cinghia sulla libertà in rete.

La lista non ve la riporto, tanto la potete trovare ovunque, ma, cari naviganti pruriginosi e carichi di malizia, aprite le orecchie che vi faccio altri tre nomi:
- Nichi Vendola;
- Anna Paola Concia;
- Ivan Scalfarotto.

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giovedì 22 settembre 2011

Addio ai Libri Gratuiti a Scuola?

Succede a Calenzano, comune vicino a Firenze, ma la scena potrebbe ripetersi ovunque, perchè la responsabilità è del sistema centrale dell'istruzione. Se fino allo scorso anno erano messi a disposizione dei comuni 103 milioni di euro per pagare i libri di testo degli alunni delle elementari, oggi questi stanziamenti mancano. Vista l'impossibilità di sopperire a spese del comune, come in genere si fa in questi casi, il sindaco toscano Alessio Biagioli, di centrosinistra(?!), ha invitato le famiglie ad arrangiarsi.
“Lo Stato dovrebbe passarci i fondi per fronteggiare questo impegno, ma non lo fa" spiega "siamo in una situazione di emergenza nella quale già ai comuni si chiede di rimediare a carenze pesanti a cui lo stesso Stato dovrebbe provvedere. Ma per il sostegno ai disabili, ad esempio, questo non succede, e allora per non lasciare abbandonati questi alunni cerchiamo di rimediare noi, a nostre spese. Così per la mensa e tante altri importanti funzioni indispensabili per garantire a tutti il diritto allo studio. Ma per raggiungere questo obiettivo non possiamo tener conto delle famiglie in modo indiscriminato: chi può pagare deve pagare” esentate rimangono infatti le famiglie con un reddito sotto i 16.000 euro.
La Costituzione, che parla di scuola dell'obbligo gratuita, finisce nel sottoscala.
“Scuola elementare gratuita?" si chiede il Primo Cittadino "Ma ogni anno alle famiglie viene chiesto un contributo, altrimenti le scuole non sarebbero in gradi di garantire nemmeno la carta igienica. E se abbiamo scelto di abolire la gratuità dei libri lo abbiamo fatto anche come un segnale di protesta contro le inadempienze centrali. Perché ci si renda conto in che condizioni i comuni sono costretti a gestire i propri servizi con la manovra che è stata appena varata”. Ecco, mettiamoci anche quest'idiozia del 'segnale di protesta' che in genere funziona.

Non posso che schierarmi con l'Associazione Genitori Toscana che ha chiesto un ripensamento della delibera (su cui ho qualche dubbio di costituzionalità, come accennavo) ribadendo come l'istruzione e la cultura siano le fondamenta del progresso sociale di un paese, e che non si può derogare da questa regola.

Mi metto anche nei panni del sindaco di Calenzano, costretto a fare i conti della serva coi bilanci del municipio, che però ha scelto il modo sbagliato di lanciare il suo 'segnale', preferendo scaricare la palla su bambini e genitori, piuttosto che rivolgersi alle istituzioni inadempienti.
Lancio quindi una proposta diversa: le famiglie alla consegna dei libri pagano ad esempio il 50% del prezzo, e la scuola a fine anno li ritira e, se ancora in buone condizioni, rimborsa la spesa e li distribuisce ai nuovi alunni.
Qui però c'è da lottare contro un altro dei famosi 'poteri forti', la case editrici scolastiche.

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mercoledì 21 settembre 2011

Proprio Così

Bravo Reguzzoni. Come già avevo espresso stima per dichiarazioni simili dell'Onorevole Binetti (qui), ora anche un deputato leghista si guadagna i miei complimenti. E lo fa rispondendo a quella che si fa chiamare 'principale forza d'opposizione', che ancora una volta in evidenza mostra la sua scarsa coscienza civile e politica, per bocca stavolta di Dario Franceschini. Dopo la quinta votazione conclusasi in maniera opposta rispetto ai pareri del Governo, l'ex-segretario torna a ripetere come un disco rotto: "la maggioranza non c’è più. Non solo non c’è più nel Paese, ma non c’è più neanche in Parlamento. C’è soltanto quando si tratta di garantire a se stessa la sopravvivenza, ma non c’è più per affrontare l’ordinarietà dell’azione legislativa o i problemi che attraversano quotidianamente la vita delle famiglie e delle imprese italiane".
Ed è allora che il capogruppo della Lega Nord in aula dice quella che ritengo un'ovvietà: "Vogliamo ragionare per migliorare il testo e non ci interessano i ragionamenti che fate, perché denotano anche una scarsa educazione civica, mi permetta onorevole Franceschini (...) il Parlamento se deve esistere deve essere luogo di discussione e di dibattito. Lei non può pensare che in Parlamento, sempre e costantemente, siano approvate tutte le proposte emendative su cui il Governo esprime parere favorevole, perché se così fosse vorrebbe dire che il Parlamento non ha ragione di esistere e, allora sì, quelli che si scagliano contro la casta avrebbero ragione. Il Parlamento è un luogo di dibattito e il Governo può – e lo ha dimostrato diverse volte – cambiare idea. Noi, colleghi parlamentari, abbiamo il dovere di rappresentare le nostre opinioni anche sui singoli punti."

Appunto, sono ragionamenti come quelli dell'Onorevole Franceschini (simili, mi duole ammetterlo, a molte uscite dal Presidente del Consiglio, ndr) che sviliscono il potere della Democrazia ed il ruolo del Parlamento.

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venerdì 16 settembre 2011

Altre Caste in Arrivo, prima che sia Troppo Tardi

Memori del caos scoppiato con la bozza della prima manovra correttiva, varata il 30 giugno dal Consiglio dei Ministri, che prevedeva l'abolizione di 4 ordini professionali, e che aveva quasi rischiato di far cadere il Governo (ne parlo qui), ora alcuni parlamentari PdL, Lega e IdV propongono l'istituzione di 25 nuove corporazioni professionali (5 ordini e 20 albi). Ma sono TUTTI complici, perchè il ddl ha ricevuto il via libera unanime della Commissione Sanità del Senato, il 2 agosto.
L’Antitrust, al termine di un’indagine conoscitiva resa nota a marzo di quest’anno, ha definito le 13 categorie professionali attuali delle vere e proprie ‘caste’, con accesso chiuso e resistenza a liberalizzare, nonostante le sollecitazioni “a non sottrarsi ai principi concorrenziali più volte ribaditi” anche dall’Unione europea.
Ma la relatrice del provvedimento Laura Bianconi (Pdl) difende l'idea: occorre “eliminare la disparità di trattamento tra le diverse professioni sanitarie già organizzate in ordini” e soprattutto favorire la “lotta all’abusivismo” nell’esercizio di mestieri che richiedono un’alta competenza tecnica.
Dobbiamo affidarci a Francesco Rutelli (exradicale ora democristiano dell'Api) per una risposta a tono. “Sarebbe questa la rivoluzione liberale di cui si fa portatrice la maggioranza?" ha tuonato in Aula "Mi chiedo come sia compatibile una scelta del genere con l’orientamente del governo che ha detto, scritto e approvato con la manovra che proprio l’accesso alle professioni deve diventare il primo tagliando per la crescita. Ma qui stiamo dando un altro taglio alla crescita". Una “regolamentazione leggera” e un aumento dei controlli potrebbe bastare, secondo Rutelli, con il quale si sono detti d'accordo alcuni senatori del Pd, tra cui Ignazio Marino.

Ma qui emerge la goffaggine politica di questo PdL in tutta la sua magnificenza: ad amministrare i nuovi ordini, sarebbero nientepopodimeno che le Province, quegli enti inutili che tanto pressano per abolire. Il ddl costituzionale approvato trionfalmente dal Consiglio dei Ministri pochi giorni fa è già stato dimenticato?
"Per evitare che il provvedimento venga archiviato", ha spiegato la senatrice Bianconi, l'esame è stato per ora sospeso e il testo rimandato in commissione per un ulteriore controllo; ma "sono certa che una volta chiariti alcuni punti soprattutto sulle sanzioni, come richiesto dal Pd, saremo in grado di approvarlo in tempi rapidi".
Il tempo stringe, e gli ingordi stanno cercando di mangiare tutto il possibile prima che la navi affondi definitivamente.

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mercoledì 14 settembre 2011

Non ce l'ha Fatta Neanche Stavolta

In pochi giorni il video con le affermazioni di D'Alema sul tema del matrimonio lgbt ha fatto il giro della rete, scatenando le reazioni delle associazioni in tutta Italia.
Il matrimonio, avrebbe detto D’Alema, “come è previsto dalla Costituzione del nostro Paese, se non la si cambia, è l’unione tra persone di sesso diverso finalizzata alla procreazione. Tra l’uomo e la donna, questo dice la Costituzione”.
Giusto per cavarci l'ennesima volta lo sfizio, ripassiamo cosa dice la Carta sul matrimonio: 'Articolo 29: La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Il matrimonio è ordinato sull'uguaglianza morale e giuridica dei coniugi, con i limiti stabiliti dalla legge a garanzia dell'unità familiare.'
Nessun vincolo viene posto circa il sesso dei coniugi, la loro capacità o volontà di procreazione. Per come la dice lui, neanche una coppia sterile dovrebbe poter convolare a nozze!
D'altronde, la Corte Costituzionale si era già espressa in proposito, dichiarando quello del matrimonio omosessuale un grave vuoto legislativo, su cui il Parlamento era perfettamente abile a legiferare, perchè in linea con i dettami della Carta (ne parlo qui).

Dopo l'ultima uscita di D'Alema, le associazioni lgbt di Bologna hanno ritirato i loro stand dalla Festa de l'Unità del capoluogo emiliano, lasciando un mesto cartello "Chiuso per Lutto (...) Arrivederci al Pride 2012".
All'interno della festa, infatti, era stata allestita un'area proprio sul tema dei diritti e delle diversità, con una serie di incontri e conferenze. "Non vogliamo parlare di diritti con chi ci considera cittadini di serie B" ha sbottato Serena Donà, portavoce di Arcilesbica Bologna.
Paolo Patanè, presidente nazionale Arcigay, aveva definito in giornata le parole dell’ex premier come “affermazioni talmente rozze da risultare incredibili. In qualunque Paese dell’Unione queste sarebbero le tipiche dichiarazioni di un esponente di estrema destra con smanie religiose, ma in Italia sono le dichiarazioni di un leader del Pd, ovvero di un partito che si dice progressista e di sinistra”.
Credo che i fatti parlino più delle promesse, e l’auspicio di Arcigay affinché il Pd si affermi come forza riformista e laica, sposando la battaglia per l’uguaglianza sociale e civile dei cittadini, è già naufragato qui, qui, qui, qui, qui, qui e qui.

In un incontro avuto con lo stesso Patanè, la presidente cittadina Arcilesbica Elisa Manici, D'Alema ha comunque chiesto scusa, parlando di un equivoco, con la promessa di un’azione politica da parte del Pd per allargare i diritti degli omosessuali.
“Non so" ha detto "se il Pd proporrà il matrimonio tra gay, questo è abbastanza difficile come punto di sintesi (infatti, vorrei proprio vederla, sta scena, ndr). Il Pd si deve battere perché le persone che convivono vedano riconosciuti i loro diritti civili e sociali. E si batterà per affermare questi diritti indipendentemente dalle alleanze di governo future” (occhio che così Massimo ti giochi anche l'alleanza con l'Udc, ndr). D’Alema ha ricordato poi la creazione di un’apposita commissione del Pd che sta elaborando una proposta per allargare i diritti degli omosessuali.

Ma ha preferito non dichiarare pubblicamente ed esplicitamente la sua posizione circa i matrimoni gay. Motivo? “Non bombardare dall’esterno il lavoro della commissione” si giustifica. Ma già nel 2007 si era espresso più chiaramente: “No, non sono favorevole al matrimonio tra omosessuali perché il matrimonio tra un uomo e una donna è il fondamento della famiglia, per la Costituzione. E, per la maggioranza degli italiani, è pure un sacramento. Il matrimonio tra omosessuali, perciò, offenderebbe il sentimento religioso di tanta gente. Due persone dello stesso sesso possono vivere uniti senza bisogno di simulare un matrimonio."

Neanche stavolta D'Alema è riuscito a dire qualcosa di sinistra.
Riusciremo mai ad avere in Italia una vera sinistra progressista, che sappia coniugare libertà, diritti, solidarietà sociale, difesa di deboli e minoranze? Io ci credo ancora, e continuerò a lottare per vedere questo sogno avverarsi.

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Da Solo Non Puoi

Anche il gossip ogni tanto regala spunti di riflessione interessanti.
Tocca questa volta all'attrice e showgirl Sabrina Ferilli scoperchiare uno dei tanti vasi di Pandora della politica; lo fa in un'intervista rilasciata al settimanale Chi, in cui si sfoga per l'impossibilità, da single, di avere un bambino.
“Questo è un Paese dove se una tossicodipendente decide di fare un figlio può farlo, mentre se una persona come me e con la mia storia decide di adottare un bimbo non può“. Tira fuori le unghie, la Ferilli, da sempre schierata politicamente a sinistra.
“Io mi domando se sia giusto non poter adottare come genitore singolo, visto poi che grazie a battaglie politiche oggi un bambino che nasce all’interno di un matrimonio ha gli stessi diritti di un bambino che nasce fuori dal matrimonio”. “Anche se la storia con Flavio c’è e lui farebbe un figlio con me adesso, il discorso che sto facendo oggi sulla maternità è una rivendicazione di diritti di una persona e, quindi, di una donna. Un discorso tutto femminile, una battaglia che voglio combattere da sola, prima con l’affido, che persino da noi si può fare come single, e poi con l’adozione, con la speranza che possano cambiare determinate cose. Siccome paghiamo le tasse, come quasi in nessun altro Paese, mi piacerebbe che da parte dello Stato ci fosse anche più attenzione verso alcuni diritti fondamentali dei cittadini”.
Sorvolo sull'ultima frase, perchè trovo che barattare tasse e diritti sia un ragionamento inadeguato e pericoloso.

Un single, ovviamente in possesso di redditi e risorse sufficienti per crescerlo, deve avere la piena possibilità di avere un bambino in adozione, perchè, come dissi anche a proposito dell'adozione per le coppie omosessuali, è sicuramente meglio un clima di amore ed affetto di qualsiasi buio orfanotrofio.

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martedì 13 settembre 2011

Tutti contro Madonna

Ospite al festival del cinema di Venezia, la celebre cantante Madonna viene avvicinata da alcuni giornalisti (di Oggi, ndr) che le chiedono cosa ne pensi dell'attuale situazione politica italiana. Qualcuno può dire che c'entri come i cavoli a merenda, ma viste le origini della stessa cantante, e "l'autorevolezza internazionale" che il Governo dice di aver dato all'Italia, io dico che ci sta anche la domanda all'immortale popstar.
"Cosa penso di Berlusconi? Non vorrei parlarne adesso. Ma il settimanale inglese Economist ha detto già tutto, no?". Cosa ha detto l'Economist? Ne parlo qui.

E scoppia il caos. Ecco a voi le reazioni dei rappresentanti PdL, tra il ridicolo ed il minaccioso:
Madonna ha offeso milioni di connazionali ... A questo punto spero che il suo film se lo veda da sola .... va contro la scelta democratica di milioni di italiani che hanno voluto e votato con convinzione questo Governo .... Mi dispiace che Madonna usi queste parole nei confronti dell'Italia. Dispiace che sia proprio un'italoamericana a giudicare così negativamente il suo Paese. Mi auguro a questo punto che gli italiani pensino di lei quello che lei pensa di loro e che, quindi, il suo peraltro stroncatissimo film se lo veda da sola ... Quello che fa più male è che queste celebrità siano particolarmente attente a lanciare i loro prodotti e, senza scrupoli, facciano il loro marketing sulla pelle degli italiani.
(Daniela Santanchè, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio)
...cos'è, la volete voi l'esclusiva per giocare sulla nostra pelle?

Il pensiero politico di Madonna non conta nulla. Gli italiani sanno che è una supermiliardaria e non è che la gente si lasci irretire da questi satrapi ricchi e viziati. Tra l'altro, la signora Ciccone è apertamente per le famiglie omosessuali, quindi schierata palesemente contro la nostra cultura e la nostra Costituzione che non prevedono famiglie gay.
(Carlo Giovanardi, Sottosegretario alla Famiglia)
...ma questo qui parla sempre e solo di gay?!

Mi dispiace moltissimo che Madonna abbia avallato le tesi dell'Economist, tra l'altro in un Paese come l'Italia che la adora. Evidentemente ha un ufficio stampa comunista che le ha detto di dire così per farla uscire meglio sui giornali comunisti. Quello di Madonna è un comportamento molto scorretto, da lei non me lo aspettavo. È stata certamente imbeccata.
(Gabriella Carlucci, Deputato Pdl)
..."un ufficio stampa comunista"?! Ancora lì stiamo?!

Cosa vuole che contino le idee politiche di una cantante? E' forse una politologa? Una sociologa? Sono solo dei privilegiati che snocciolano giudizi forse per farsi pubblicità ... Se il Pdl teme gli attacchi di Madonna? ... No, nessun pericolo. Al massimo toglieremo qualche suo disco dai nostri scaffali
(Massimo Corsaro, vicepresidente Pdl alla Camera)
...ed ecco la minaccia commercial-mafiosa che mancava.

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lunedì 12 settembre 2011

Bisogna Contestualizzare

Ultimamente stanno venendo fuori delle intercettazioni in cui Berlusconi se ne esce con alcune espressioni infelici legate all'ambiente politico in cui lavora, dall'Italia "paese di merda" alla Merkel "culona inchiavabile". E, come sempre quando a parlare è il Presidente del Consiglio, scoppiano le polemiche. A sproposito, secondo me.
Alzi la mano chi non si è mai lasciato andare ad un commento colorito su qualcuno ("hai visto quella che cesso?"), o chi, magari al ricevimento di una multa, non ha inveito contro il Paese e le sue istituzioni ("Governo ladro!").
Quelle conversazioni sono ristrette all'ambito privato, potrai giudicarle sconvenienti, volgari, inappropriate o quello che vuoi, ma non dovevano neanche uscire né diventare tema di dibattito. Puoi rispondere con un ironico "ogni paese di merda ha le sue facce da culo", ma non trasformale la cosa in una questione di Stato.
Puoi dire che il commento sulla cancelliera tedesca fa capire la considerazione che ha Berlusconi delle donne, e che lo sfogo sul paese è quantomeno inadeguato nella bocca di colui che lo amministra, ma niente più.

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Lussi Immobili

Come ogni tanto faccio, vi voglio rendere partecipi di alcune mie idee politiche. Per chi se li fosse persi, già lo feci qui in tema di libertà di stampa, qui in tema di prostituzione, qui di scuola, qui di giustizia e qui di referendum.
Oggi parliamo di tasse, perchè se è giusto pagarle sul proprio reddito, ma anche sul proprio patrimonio, è giusto anche che paghi anche per i lussi che ti concedi e che in qualche modo concorrono a limitare crescita e sviluppo della società. Parliamo di immobili, e qui le mie proposte sono due.

1) Hai un immobile? O ci abiti, o lo affitti, è questa l'estrema sintesi: se ti puoi permettere il lusso di possedere svariate case in giro per il paese, è giusto dare in locazione quelle che non usi a chi non può permettersi di acquistarne una. Non ti chiedo certo di svenderle, ma almeno di metterle a disposizione di non ha risorse.

2) Un'imposta sull'abuso di spazio abitativo: ad esempio due persone che condividono una villa di 300mq, è giusto paghino per un'atteggiamento a mio parere superficiale e presuntuoso. Ovviamente il calcolo dev'essere differente tra case singole ed appartamenti, tra giardino e salotto, ed anche in caso di proprietà ereditate, ma queste sono sottigliezze che non inficiano il ragionamento.

Perchè va bene essere liberali, ma la tuà libertà deve anche coincidere con i valori di assistenza e solidarietà che reggono la comunità.

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venerdì 9 settembre 2011

Il Calcio alimentato coi Raggi del Sole

Dopo essermi complimentato con la Juventus per il nuovo stadio ricostruito seguendo linee di riciclo e recupero (qui), torno a parlare di calcio: questa volta vado nel ferrarese, dove la Spal si è assicurata un vitalizio trentennale, al riparo da ogni terremoto economico che potrebbe investire la società, a prescindere da ogni possibile cambio di proprietà.
Le difficoltà sono molte ed i soldi pochi, specie nel sottoscala della Lega Pro (la vecchia Serie C), così la Spal ha stretto accordi con le amministrazioni cittadine ed alcuni imprenditori, ed ha trasformato un'intera discarica dismessa, per un'area di oltre 30 ettari, in un parco fotovoltaico da 14 megawatt in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 7 mila famiglie.
Un autentico affare quello portato a casa dalla società, realizzato in poco più di anno e dalla fine di agosto pienamente operativo, con estrema soddisfazione di politici, dirigenti sportivi e tifosi. Il fotovoltaico è un investimento sicuro, anche quando del denaro si vuole fare un uso poco remunerativo come il mantenimento di una squadra di calcio.

Non posso però fare a meno di notare come la politica tiri fuori tutta la sua sensibilità e disponibilità quando c'è di mezzo la squadra di calcio locale, ma che si faccia un po' indietro se sono altre formazioni a sostenere campagne ed iniziative altrettanto meritorie e lodevoli.

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Tranquilli, dopo le Province arriveranno le 'Aree Vaste'

Che si tratti di pura demagogia il proposito di abolire le province approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri non serve ripeterlo, perchè l'iter per l'approvazione di un ddl costituzionale richiede mesi o addirittura anni, con il rischio di finire sepolto in un cassetto del Parlamentare divorato dalla polvere.
Ma anche fosse approvato, il ddl si rivelerebbe un bluff, perchè mentre azzera l'istituto delle province, prevede che le loro funzioni e competenze passino alle Regioni che provvederanno "a istituire forme di associazioni tra Comuni per il governo di aree vaste, nonché definirne gli organi, le funzioni e la legislazione elettorale".
Qualcuno, come Fabio Melilli, presidente della Provincia di Rieti, prevede un proliferare di queste mini-province "da 108 Province che ci sono adesso si arriverà a 200-250 associazioni tra Comuni. Ci avviamo verso il modello Sardegna che ormai ha otto Province". Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia di Catania e coordinatore regionale del Pdl, parla di "caos istituzionale e di aumento della spesa pubblica".

Ora, che sugli enti locali sia necessario un ridimensionamento sono d'accordo, e per questo ero più favorevole all'accorpamento delle piccole realtà, piccoli comuni e piccole province, che al taglio totale.
Anche perchè, nonostante il forte chiasso che si sente in questi giorni per la rete, non è vero che le Province non servono a niente, a loro sono demandate:
1) difesa del suolo, tutela, valorizzazione dell'ambiente, e prevenzione delle calamità;
2) tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
3) valorizzazione dei beni culturali;
4) viabilità e trasporti;
5) protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali;
6) caccia e pesca nelle acque interne;
7) organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore;
8) servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale;
9) compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale.

Per cui, prima di dare un colpo di spugna su questi enti, sarebbe il caso di ribilanciare i compiti delle istituzioni locali, accorpare e risparmiare dove possibile.

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giovedì 8 settembre 2011

Storie di Ordinaria Censura

Il modo migliore per cancellare qualcosa è non parlarne, evitare che possa diventare un argomento di dibattito tra la gente e che questa non ci pensi.
E' quanto successo in occasione del consueto appuntamento televisivo di martedì mattina, su RaiUno alle 10.50, con la serie tedesca 'Un Ciclone in Convento'. Il telefilm, in Italia dal 2004, racconta le tragicomiche avventure di tre suore. Quel giorno, era prevista la messa in onda dell'ottavo episodio della decima stagione, 'Romeo e Romeo', incentrato sulle nozze tra due uomini.
Apriti cielo! I vertici Rai hanno ben pensato di evitare che un argomento del genere possa anche solo trovare spazio sulla tv pubblica, scavalcando l'intera puntata e passando direttamnte alla nona.
"Ormai in Italia arrivati alla censura della realtà" commenta amareggiata l'Onorevole Anna Paola Concia "in Germania le nozze tra persone dello stesso sesso sono la normalità. Quando mi sono sposata, ho visto, nella funzionaria pubblica avevo davanti rispetto e amore, tanto quanto ne aveva verso le coppie eterosessuali. Non c'è nulla di strano. In queste settimane, ho ricevuto moltissimi messaggi da parte di persone cattoliche, che mi volevano testimoniare la loro vicinanza. La Rai, che è ormai completamente nelle mani del centrodestra, è lontana anni luce da quello che è il sentimento generale degli italiani".
Anche Aurelio Mancuso, presidente di Equality Italia, interviene "La decisione di censurare la puntata è stata presa da Rai 1, ovvero Rai Vaticano, la rete più vicina alle gerarchie cattoliche", "il problema sono i dirigenti della televisione pubblica, i quali pensano che gli italiani non siano pronti a vedere scene di questo tipo. Non è così". Mancuso chiede che la Rai trasmetta la puntata 'tagliata': "Gli italiani hanno un grande potere, che è quello del telecomando. Se non lo dovessero gradire, cosa che non ritengo possibile, potranno cambiare canale". Appunto.

Ma a fare concorrenza a RaiUno ci si mette ItaliaUno, tramite il suo pseudotelegiornale Studio Aperto: omicidio in pieno centro a Torino, Ettore ha ucciso Michelangelo. Il giornalista bolla tutto come 'na roba tra amici', ma la verità è che i due erano compagni e conviventi, ed il vero movente sembra essere la gelosia.
Ma Studio Aperto stende un bel velo su tutto questo, non sia mai che l'italiota medio scopra che esistono uomini che amano altri uomini, che vivono assieme e sono addirittura gelosi l'uno dell'altro... no, no, meglio non parlarne, farli silenziosamente sfumare nel nulla e scivolare fuori dall'opinione pubblica.

Questi due casi mostrano un espediente comunicativo già noto ed utilizzato ad esempio in ambito mafioso: non se ne parla, lo si ignora e quindi non esiste.

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mercoledì 7 settembre 2011

Sarà Questo il Loro Ricordo più Bello?

Un po' di tosse e qualche linea di febbre non hanno fermato il richiamo della piazza.
A fianco dei dipendenti Vulcaflex, Fruttagel e degli attivisti della CGIL, ieri sono sceso in piazza per dire NO a questa assurda manovra camaleonte, che ogni giorno si trasforma e cambia mira. E' proprio questo che mi irrita di più: l'ingenuità, il dilettantismo politico ed economico, lo sparare a casaccio di qua e di là che lascia senza parole (non sono certo d'accordo neanche col suo contenuto, ma non mi aspetto neanche sia questo governo clerical-reazionario a tassare i beni di lusso od a regolamentare droghe leggere e prostituzione, tanto per fare degli esempi).

Il suono dei fischietti rossi del sindacato ha invaso le strade del centro di Ravenna, destando la curiosità dei turisti stranieri che dalle finestre degli alberghi guardavano e fotografavano. E mi piace pensare che questa immagine possa contribuire a risollevare la reputazione del nostro Paese nel resto del mondo.

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