Succede a Calenzano, comune vicino a Firenze, ma la scena potrebbe ripetersi ovunque, perchè la responsabilità è del sistema centrale dell'istruzione. Se fino allo scorso anno erano messi a disposizione dei comuni 103 milioni di euro per pagare i libri di testo degli alunni delle elementari, oggi questi stanziamenti mancano. Vista l'impossibilità di sopperire a spese del comune, come in genere si fa in questi casi, il sindaco toscano Alessio Biagioli, di centrosinistra(?!), ha invitato le famiglie ad arrangiarsi.
“Lo Stato dovrebbe passarci i fondi per fronteggiare questo impegno, ma non lo fa" spiega "siamo in una situazione di emergenza nella quale già ai comuni si chiede di rimediare a carenze pesanti a cui lo stesso Stato dovrebbe provvedere. Ma per il sostegno ai disabili, ad esempio, questo non succede, e allora per non lasciare abbandonati questi alunni cerchiamo di rimediare noi, a nostre spese. Così per la mensa e tante altri importanti funzioni indispensabili per garantire a tutti il diritto allo studio. Ma per raggiungere questo obiettivo non possiamo tener conto delle famiglie in modo indiscriminato: chi può pagare deve pagare” esentate rimangono infatti le famiglie con un reddito sotto i 16.000 euro.
La Costituzione, che parla di scuola dell'obbligo gratuita, finisce nel sottoscala.
“Scuola elementare gratuita?" si chiede il Primo Cittadino "Ma ogni anno alle famiglie viene chiesto un contributo, altrimenti le scuole non sarebbero in gradi di garantire nemmeno la carta igienica. E se abbiamo scelto di abolire la gratuità dei libri lo abbiamo fatto anche come un segnale di protesta contro le inadempienze centrali. Perché ci si renda conto in che condizioni i comuni sono costretti a gestire i propri servizi con la manovra che è stata appena varata”. Ecco, mettiamoci anche quest'idiozia del 'segnale di protesta' che in genere funziona.
Non posso che schierarmi con l'Associazione Genitori Toscana che ha chiesto un ripensamento della delibera (su cui ho qualche dubbio di costituzionalità, come accennavo) ribadendo come l'istruzione e la cultura siano le fondamenta del progresso sociale di un paese, e che non si può derogare da questa regola.
Mi metto anche nei panni del sindaco di Calenzano, costretto a fare i conti della serva coi bilanci del municipio, che però ha scelto il modo sbagliato di lanciare il suo 'segnale', preferendo scaricare la palla su bambini e genitori, piuttosto che rivolgersi alle istituzioni inadempienti.
Lancio quindi una proposta diversa: le famiglie alla consegna dei libri pagano ad esempio il 50% del prezzo, e la scuola a fine anno li ritira e, se ancora in buone condizioni, rimborsa la spesa e li distribuisce ai nuovi alunni.
Qui però c'è da lottare contro un altro dei famosi 'poteri forti', la case editrici scolastiche.
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