Che si tratti di pura demagogia il proposito di abolire le province approvato in questi giorni dal Consiglio dei Ministri non serve ripeterlo, perchè l'iter per l'approvazione di un ddl costituzionale richiede mesi o addirittura anni, con il rischio di finire sepolto in un cassetto del Parlamentare divorato dalla polvere.
Ma anche fosse approvato, il ddl si rivelerebbe un bluff, perchè mentre azzera l'istituto delle province, prevede che le loro funzioni e competenze passino alle Regioni che provvederanno "a istituire forme di associazioni tra Comuni per il governo di aree vaste, nonché definirne gli organi, le funzioni e la legislazione elettorale".
Qualcuno, come Fabio Melilli, presidente della Provincia di Rieti, prevede un proliferare di queste mini-province "da 108 Province che ci sono adesso si arriverà a 200-250 associazioni tra Comuni. Ci avviamo verso il modello Sardegna che ormai ha otto Province". Giuseppe Castiglione, presidente della Provincia di Catania e coordinatore regionale del Pdl, parla di "caos istituzionale e di aumento della spesa pubblica".
Ora, che sugli enti locali sia necessario un ridimensionamento sono d'accordo, e per questo ero più favorevole all'accorpamento delle piccole realtà, piccoli comuni e piccole province, che al taglio totale.
Anche perchè, nonostante il forte chiasso che si sente in questi giorni per la rete, non è vero che le Province non servono a niente, a loro sono demandate:
1) difesa del suolo, tutela, valorizzazione dell'ambiente, e prevenzione delle calamità;
2) tutela e valorizzazione delle risorse idriche ed energetiche;
3) valorizzazione dei beni culturali;
4) viabilità e trasporti;
5) protezione della flora e della fauna, parchi e riserve naturali;
6) caccia e pesca nelle acque interne;
7) organizzazione dello smaltimento dei rifiuti a livello provinciale, rilevamento, disciplina e controllo degli scarichi delle acque e delle emissioni atmosferiche e sonore;
8) servizi sanitari, di igiene e profilassi pubblica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale;
9) compiti connessi alla istruzione secondaria di secondo grado ed artistica ed alla formazione professionale, compresa l'edilizia scolastica, attribuiti dalla legislazione statale e regionale.
Per cui, prima di dare un colpo di spugna su questi enti, sarebbe il caso di ribilanciare i compiti delle istituzioni locali, accorpare e risparmiare dove possibile.
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