mercoledì 28 settembre 2011

E mi Tassi Pure?!

Tempo fa vi raccontavo di una prostituta nel riminese condannata a pagare le tasse (qui), ma quanto successo a Vicenza va un po' oltre. La Guardia di Finanzia ha indagato tra i vari annunci pubblicati in rete, scoprendo un centinaio di lavoratori del sesso che - udite, udite - non erano in regola con l'erario e non pagavano le imposte sul reddito!
Mi pare utile a questo punto riflettere un attimo.

Non è ipocrita uno Stato che quando è il momento di riconoscere la mia autodeterminazione (ed i miei diritti di lavoratore) si trincera dietro un fumoso concetto di "morale comune" per poi venire a batter cassa sui miei redditi?
Sono tante le richieste sollevate in proposito, da sindaci e amministratori locali, che vorrebbero almeno organizzare il fenomeno, all'Agenzia delle Entrate, appunto, che fa riferimento ad una sentenza della Corte d'Europa, che ha definito anche quello sessuale un lavoro, perciò tassabile.
Ma è il Parlamento che si deve muovere e rivedere la legislazione corrente!
Credo, come fanno notare dal Comitato per i Diritti Civili delle Prostitute Onlus, che a questo punto sia proprio l'Agenzia quella che infrange la legge e da equiparare agli sfruttatori: è vietato infatti percepire denaro e proventi dalle persone che si prostituiscono.

Già dai primi passi di questo blog auspicavo un superamento della legge Merlin (qui), quella con cui si sono chiuse definitivamente in Italia le Case di Tolleranza, e sono ancora dell'idea che occorrerebbe, al di là delle diverse opinioni politiche, avviare una discussione seria sull'argomento, cercando di essere realisti ed attuali.
Una cosa del genere ha un significato umano, per riconoscere i diritti e l'autodeterminazione dei lavoratori, giustizialista, per combattere lo sfruttamento da parte della criminalità, e se vogliamo anche cinico, perchè quello del sesso è un mercato che in termini di tasse può fruttare parecchio allo Stato parecchi miliardi.

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