lunedì 31 gennaio 2011

Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (8)

Con 'prescrizione' s'intende un periodo di tempo dopo il quale lo Stato, o in generale chi è vittima di un comportamento illecito, non ha più interesse a perseguire il reato in questione.

Ma, dico io, se il processo comincia, significa che tale interesse è stato esercitato.
Mi sembra un'assurdità lasciar morire un procedimento per decorrenza dei termini, quando è chiara la volontà di pm o chiamanti in causa di fare giustizia. Qui si gioca proprio con la definizione.

Quello che quindi propongo, è di far scattare la prescrizione solo nel caso il processo non abbia neanche inizio, ma di bloccarne i termini all'udienza preliminare, dove appunto si stabilisce se sussistano elementi sufficienti per la causa. E ripeto, non mi sembra una forzatura, ma proprio l'applicazione corretta della prescrizione.

Un Diritto che Resiste Anche alle Bugie

Probabilmente ricordate il servizio de "L'Espresso" del 2005 in cui il giornalista Fabrizio Gatti si fingeva un immigrato clandestino, riuscendo ad entrare nel Cpt di Lampedusa. In seguito a quell'episodio, egli finì sotto processo per la dichiarazione di false generalità.
Il reportage degli otto giorni in cui rimase nel Cpt spacciandosi per un naufrago kurdo iracheno fece molto scalpore, perchè denunciava le condizioni disumane in cui vivevano i clandestini nel centro.

A fine anno arriva la sentenza.
Il tribunale di Agrigento, in particolare il giudice onorario Katia La Barbera, ha assolto Gatti perchè ha stabilito che è legittimo mentire in nome del diritto di cronaca.
Una decisione importante, che ribadisce ancora una volta l'importanza del diritto di informare e della libertà di stampa. Un applauso al giudice La Barbera per aver, soprattutto in questi tempi agitati, sancito uno dei pilastri della democrazia.

domenica 30 gennaio 2011

Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (7)

Per alcuni reati il tribunale non serve. O meglio, serve solo a rallentare la giustizia.
Ad esempio, la guida in stato di ebbrezza. Che bisogno c'è di mobilitare giudici, avvocati, commessi ed uscieri? Basta una multa ed un sequestro da parte delle forze dell'ordine.
Stessa cosa per un macchinario in fabbrica senza le dovute protezioni, o per il reato di immigrazione clandestina.
Ovviamente, tutto si intende senza incidenti e feriti.
Depenalizzare non nel senso di non punire più un reato, ma di farlo punire da persone diverse e con modi diversi. E' anche una questione di logica, non sono reati opinabili e per cui serva un dibattimento per accertarne le peculiarità: o sei ubriaco o non lo sei, le protezioni ci sono o non ci sono, o sei clandestino o non lo sei.

Se posso lanciare una provocazione, io questa cosa la farei per tutti quei reati accertati "in flagrante". Poi ovvio, l'imputato può opporsi ed impugnare quel che vuole, ed allora si andrà a processo, ma non credo debba essere la regola.

venerdì 28 gennaio 2011

Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (6)

Il processo di primo grado in realtà è costituito da due processi, l'udienza preliminare ed il dibattimento vero e proprio. L'udienza preliminare serve a stabilire se davvero ci siano elementi sufficienti per il processo.
Qualcuno definisce l'udienza preliminare, in cui un giudice valuta le prove ed ascolta se crede testimonianze e deposizioni; insomma, un doppione di quello che si intende autorizzare, con un enorme spreco di tempo e denaro.

Credo che basterebbe il Pubblico Ministero, il cui scopo ricordo è semplicemente quello di accertare la verità, non perseguitare qualcuno, a decidere se ci siano elementi sufficienti per celebrare un processo, o al più con una sommaria valutazione delle prove raccolte da parte del gip.

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Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (5)

Durante le indagini, ogni azione richiesta del Pubblico Ministero, un'intercettazione o una perquisizione, ad esempio, dev'essere autorizzata da un Giudice per le Indagini Preliminari.
Però, il nostro bel Codice di Procedura Penale dice che se un giudice autorizza il Pubblico Ministero ad indagare, esso perde quella condizione di imparzialità richiesta, e non è più "utilizzabile" per l'Udienza Preliminare (un doppione del processo vero e proprio, ma ne parlo in un altro post).

La mia proposta, chiaramente, è quella di permettere anche ad un Giudice per le Indagini Preliminari che ha autorizzato il Pubblico Ministero ad indagare, di partecipare all'Udienza Preliminare.

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Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (4)

Uno crede che tutto quello che viene detto nel corso delle indagini possa essere materiale di processo, e invece no, conta solo quello che viene detto davanti al giudice.
L'articolo 513 del codice di procedura penale vieta infatti al pubblico ministero di utilizzare le dichiarazioni rese negli interrogatori come prova. Per mettere in piedi questo disegno hanno dovuto addirittura riformare, nel 1999, l'art.111 della Costituzione.

Con l'incidente probatorio, viene previsto un giudice anche per gli interrogatori d'indagine, e tutto diventa utilizzabile. Ma dev'essere motivato, e metterlo in pratica dilata ancora di più i tempi, con la prescrizione in agguato e col rischio che il testimone/imputanto decida di non collaborare più.

Il principio per cui serva un giudice a garantire l'attendibilità degli interrogatori è giustissimo, ma credo sarebbe molto importante rendere utilizzabili anche quelli acquisiti durante le indagini, mediante registrazioni eventualmente conservate in tribunale. E comunque, ricordo, lo scopo del Pubblico Ministero è semplicemente quello di accertare la verità, non perseguitare qualcuno.

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Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (3)

Ok, l'imputato può mentire, ma i testimoni?
Nel 1991, quando la politica aveva tutti i motivi per contrastare l'azione della magistratura, è stato inserito il comma 4bis nell'articolo 381 del codice di procedura penale, che dice:" Non è consentito l'arresto della persona richiesta di fornire informazioni dalla polizia giudiziaria o dal pubblico ministero per reati concernenti il contenuto delle informazioni o il rifiuto di fornirle."

Il reato di falsa testimonianza esiste ancora, altroché (anche se non ho ben chiaro come si coniughi con il suddetto art. 381 cpp), però l'articolo 371bis, partorito anch'esso in quegli anni, prevede che non possa essere processato fino al termine della causa nella quale egli ha reso la falsa testimonianza. E la prescrizione va.
Prima della riforma del sistema inquisitorio del 1988, invece, il bugiardo veniva subito arrestato e processato.

In definitiva, sarebbe buona cosa abolire il comma 4bis dell'articolo 381 e reintrodurre l'immediata azione penale nei confronti di un falso testimone.

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Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (2)

Altro vulnus del sistema giudiziario è il diritto di mentire di cui gode l'imputato sotto processo.
Se infatti, il diritto di difesa è inviolabile, come dice l'art. 24 della Costituzione, ne discende che I'imputato ha il diritto di difendersi nel modo che ritiene più opportuno e con le modalità che reputa più convenienti. Se, per resistere all'accusa che gli viene mossa, decide di effettuare una ricostruzione non vera della sua condotta, questo suo atteggiamento rientra a pieno titolo nel suo inviolabile diritto di difesa.
La Corte Costituzionale ha rigettato ogni censura di illegittimità a carico di questo passaggio, e con motivazioni non sempre del tutto convincenti.

Marco Travaglio faceva notare come questo diritto dell'imputato sia un'anomalia tutta italiana (un'altra?!), e che all'estero esista al massimo quello di tacere.

La mia proposta, quindi, è quella di inserire nel nostro ordinamento anche l'obbligo per l'imputato di dire la verità, pena la condanna, oltre che per i reati di cui eventualmente verrà giudicato colpevole, anche di "ostruzione alla giustizia", come avviene ad esempio in Israele.

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Anch'io Dico di Riformare la Giustizia (1)

I puristi del giudizio ritengono che un processo non sia fatto solo di verbali e deposizioni, ma che sia importante anche il gioco di atmosfere e sensazioni che si respirano durante una causa; gocce di sudore, balbettii, rossori.
E' con questo spirito che è stato scritto l'articolo 525 del Codice di Procedura Penale, che al comma 2 recita: "Alla deliberazione concorrono, a pena di nullità assoluta, gli stessi giudici che hanno partecipato al dibattimento". Sulla carta, un principio giustissimo.
In un mondo in cui ogni giudice segue 2 o 3 processi per volta, e che in tutto durano al massimo qualche settimana, è perfetto. Ma in un'Italia in cui le udienze si rinviano di mesi, ed in cui ogni giudice è chiamato a sentire le deposizioni di 20 o 30 persone, credete veramente che un magistrato si ricordi di ogni tremito ed ogni goccia di sudore versata?
Esistono infatti registrazioni, verbali e trascrizioni proprio per correre in soccorso alla memoria dei magistrati, che ad ogni udienza devono riascoltare e rileggere decine di faldoni vecchi di mesi. E se queste registrazioni, queste trascrizioni, venissero riascoltate e rilette da nuovi giudici, sarebbe così grave?
Al limite, basterebbe un "sia messo a verbale che il teste suda e deglutisce durante la deposizione" di un avvocato nel corso del dibattimento.
Senza contare gli impegni, privati o professionali per altre cause, di ogni giudice coinvolto nella causa, le malattie, le ferie, i matrimoni, le gravidanze, e per ogni assenza, nuovi rinvii, proroghe, magari con la spada di damocle della decorrenza o della prescrizione che incombe.

Per migliorare la qualità della giustizia e l'efficacia della magistratura, propongo quindi di abrogare il comma 2 dell'articolo 525 del Codice di Procedura Penale, o di riformarlo: "Alla deliberazione concorrono, quando possibile, gli stessi giudici che hanno partecipato al dibattimento".

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giovedì 27 gennaio 2011

Immigrazione, l'Europa ci Lancia un Salvagente

In mancanza di un governo che pensi al paese, la UE interviene.
Il 24 dicembre scorso è entrata in vigore la direttiva europea "rimpatri" 2008/115/CE, in contrasto con la vigente legge Bossi-Fini, che tanti danni ha fatto alimentando una violenta propaganda sulla pelle degli immigrati.
Visto il carattere vincolante delle normative europee (secondo l'articolo 117 della Costituzione), la direttiva smonta ed abolisce alcuni punti cardine della nostra legge sull'immigrazione, a cominciare dalla condanna penale per l’immigrato che disattende il decreto di espulsione alla non prorogabilità oltre i 18 mesi del decreto d’espulsione, che per la legge italiana assumeva carattere di infinitezza tra arresti, Cie e processi (con un enorme spreco di tempo e denaro per i tribunali).

Il self executing prevede l'immediata applicazione della direttiva europea da parte dei giudici, che sulla base di questa hanno cominciato ad archiviare i processi contro i clandestini, come avvenuto a Torino, Firenze e Pinerolo.
Si ripropone quindi lo scontro tra politica e magistrati. Il sottosegretario alla giustizia Mantovano, con un certo imbarazzo, ha dichiarato "La direttiva europea, secondo noi, non legittima le conclusioni di una parte della magistratura. Comunque al Viminale è in corso uno studio sulla portata della direttiva e sulle sue conseguenze sul meccanismo delle espulsioni e sul profilo penale della mancata osservanza del divieto di espulsione. Stiamo cercando di capire quanto questa interpretazione sia estesa".
Il capo della polizia Manganelli non è d'accordo con chi sostiene che la legge italiana e quella europea siano compatibili, e sta provvedendo a far cambiare le modulistiche tenendo conto della novità europea per evitare di essere sommersi da una marea di ricorsi.

La direttiva europea potrebbe essere solo il primo passo; quando la magistratura porterà i suoi dubbi sulla legge alla Consulta o alla Corte di Giustizia europea, questi potrebbero bocciare definitivamente la Bossi-Fini.

mercoledì 26 gennaio 2011

Comunicato Stampa del Nuovo Partito d'Azione della Campania

ANNULLARE LE PRIMARIE DEL 23 GENNAIO PER SINDACO DI NAPOLI

Il Nuovo Partito d’Azione, a seguito degli incresciosi e oscuri episodi legati al voto delle primarie del centro-sinistra per sindaco di Napoli del 23 gennaio, chiede a tutti gli altri partiti che hanno partecipato a queste primarie di rendere nullo il responso del voto e di scegliere come unico candidato del centro sinistra Umberto Ranieri, in definitiva autentico e regolare vincitore delle primarie di ieri.
Denunciamo fortemente gli episodi accaduti nei seggi di Miano, dove secondo le cifre alle 12 aveva già votato un numero di 700 persone con una media di un votante ogni 20 secondi, e specificamente nel seggio di via Ianfolla dove 68 elettori hanno votato Mancuso, 200 Ranieri, 230 Oddati e ben 1067 per Cozzolino, in un’area in cui il Pd prendeva in tutto 2300 voti. Oppure nel seggio di Soccavo di via Adriano, dove in sole tre ore hanno votato in folla diverse persone che palesemente secondo il giudizio di un nostro scrutatore non sapevano nemmeno cosa fossero le primarie. Denunciamo gli strani movimenti avvenuti nel seggio di Barra dove esponenti del Pdl distribuivano facsimili di voto, o quanto avvenuto a San Giovanni a Teduccio, dove Michele Langella, rappresentante di lista di Libero Mancuso, è stato impossibilitato a svolgere la sua funzione, perché palesemente minacciato da un consigliere circoscrizionale del PD.
In attesa della risposta all’opportuno e anzi necessario ricorso di Ranieri, e al ricorso indipendente presentato da Mancuso, Il Nuovo Partito d’Azione annuncia con chiarezza che, pur avendo partecipato alle primarie sostenendo il candidato Libero Mancuso, non accetterà il responso delle stesse se questo dopo i ricorsi dovesse decretare la vittoria al bassoliniano Andrea Cozzolino, peraltro del tutto sfavorito nelle settimane precedenti.
Chiediamo al Pd campano di fare definitiva chiarezza sui suoi uomini, e di espellere in un sussulto di dignità che da troppo tempo gli manca andrea Cozzolino dal suo partito per la vergognosa gestione della sua campagna elettorale, effettuata “pagando e promettendo” come dice un suo collega del Pd e consigliere regionale Corrado Gabriele.
Se di fronte a esito negativo dei ricorsi nessuna posizione sarà presa dal Pd campano e dal candidato realmente e moralmente vincitore Umberto Ranieri, chiediamo al magistrato Libero Mancuso di farsi avanti con coraggio e di candidarsi a sindaco di Napoli in alternativa e in concorrenza con la candidatura dell’impresentabile Cozzolino.
Queste primarie che dovevano essere occasione di festa democratica e trionfo della partecipazione, rischiano di diventare emblema del solito stile di voto nel territorio napoletano che centro-destra e centro-sinistra ben conoscono da tempo e che il Nuovo Partito d’Azione condanna senza esitazione.


Per il Nuovo Partito d’Azione
Francesco Postiglione
Segretario Regionale NPA
npa.campania@yahoo.it

Dev'essere Proprio Grave

I topi abbandonano la nave che affonda.
Se anche Emilio Fido prende le distanze da Berlusconi, vuol dire che la situazione è proprio grave.
“Nessuna delle ragazze è mai stata invitata da me, a partire da Ruby”, ha dichiarato il direttore del Tg4 a Lucia Annunziata, lasciando intendere che quindi ad Arcore le giovani le aveva chiamate il padrone di casa o l’agente Lele Mora. “Io me ne sono sempre andato via all’una di notte” ha aggiunto maliziosamente; insomma cosa si faceva dopo non è affar suo.
Probabilmente Berlusconi si attendeva una difesa appassionata, simile alle performance di Daniela Santanché, ed è invece rimasto deluso.
Complice anche il procedimento che l’ordine dei giornalisti di Roma sta avviando nei confronti del direttore del tg4, in casa Mediaset si sta valutando l’ipotesi di pensionamento per Emilio Fede, e per l'urlatrice Daniela l'incarico di coordinatrice unica del Pdl.

Gran cosa, la meritocrazia.

lunedì 24 gennaio 2011

C'erano una Volta i Cappi

Il 19 gennaio 2000 moriva Bettino Craxi. Leader del PSI, più volte Presidente del Consiglio e grande amico di Silvio Berlusconi, nonchè suo alfiere politico per l'attività mediatica ed imprenditoriale di Mediaset. Finisce la sua carriera politica travolto dallo scandalo di Tangentopoli. E' la fine della Prima Repubblica.
I principali contestatori di Craxi furono i membri dell'MSI e del neonato movimento della Lega Nord per l'Indipendenza della Padania; durante le votazioni per autorizzare i magistrati a procedere ci furono tumulti in aula, risse, e i due gruppi di destra lanciarono fogli e sventolarono cappi chiedendo giustizia.
Anche i cittadini lo contestarono a più riprese, l'episodio più famoso quando fu bersagliato di monete davanti all'Hotel Raphael, in centro a Roma.
Il 23 gennaio è andato in onda uno Speciale del TG1 su Craxi. Manco a dirlo, è stato dipinto come uno statista, un grande personaggio che ha fatto la democrazia, e come un capro espiatorio di quello scandalo politico; su questo, posso anche essere d'accordo: quando, raggiunto dalle inchieste, Craxi disse in aula che "Lo fanno tutti", nessuno osò contestarlo.
Quello che accadde a Roma è stato paragonato ad una lapidazione, ad un nuovo piazzale Loreto. "Un punto basso per la società" ho sentito definire quei momenti; non sono d'accordo, Tangentopoli e quanto coinvolse Craxi, il PSI, la DC, il PLI ed altri, è stato un punto basso per la politica!
Ma oggi la Lega cambia idea, e riabilita Bettino.
Succede a Lissone, nella neonata provincia di Monza Brianza (ma non dovevano abolirle?), sindaco leghista, Ambrogio Fossati. Qui gli viene addirittura intitolata una piazza; la dicitura non lascia spazio ad equivoci "Piazza Bettino Craxi - Statista".
"Statista"?! Ma scrivici "Ladro", "Criminale", "Precursore della politica basata sul personalismo e sul carisma", "Inventore del Berlusconismo", "Gobbo" o lascia vuoto piuttosto!

Un grande personaggio, senza dubbio, che volenti o nolenti ebbe anche dei meriti. Durante la crisi di Sigonella o per i missili di Comiso, ad esempio. Ma da qui a fare di lui uno Statista ne passa.
(parlo dei cambi di rotta della Lega anche qui e qui)

venerdì 21 gennaio 2011

Il Popolo Padano si Sveglia

Voci fortissime si alzano contro Berlusconi, contro le inchieste che lo vedono protagonista, e, soprattutto, contro chi ne avalla la linea. Il bunga bunga manda al macero i valori cattolici tanto sventolati dal Premier, e fa arrossire l'elettorato religioso.

Ma è la Lega che ci sta rimettendo la faccia: “Bossi ci hai tradito” è il lanconico commento degli elettori leghisti delusi "volevamo la secessione e ci propini questo federalismo risicato, bisognava combattere le mafie e invece ce le ritroviamo in casa, a braccetto con gli alleati che ci siamo scelti: Dell’Utri, Schifani, Cosentino, Berlusconi..".

I commenti sul cerchiobottismo leghista si sprecano, ed emerge l'originale pensiero politico rivoluzionario del popolo verde, stanco della prostrazione dei suoi vertici al Capo del Governo.
“La Lega che votavo proponeva la castrazione chimica per certe cose”; “Io ho le figlie minorenni e provo vergogna”; “con Berlusconi rischiamo di giocarci la faccia”; “Berlusconi si dimetta subito”; “Berlusconi sta rovinando anche la Lega”

Ma forse, il vero motivo del comportamento della Lega è quello denunciato mesi fa da Il Riformista, di cui parlo qui.

mercoledì 19 gennaio 2011

La Moltiplicazione delle Regioni Continua

Dopo avervi raccontato della voglia di diaspora pugliese (qui), una nuova iniziativa scuote l'assetto regionalista italiano.
Il presidente provinciale di Salerno, Edmondo Cirielli (ah già, la legge per tagliare le prescrizioni) guida la carica di 61 comuni che chiedono di staccarsi dalla regione. La Corte di Cassazione sarà presto chiamata a sancire la legittimità di questa delirante richiesta.
La nuova regione Salerno dovrebbe nelle motivazioni riportare alla luce un feudo di 1400 anni fa.

Come ho già spiegato, credo che queste richieste abbiano il solo scopo di creare nuove poltrone da occupare, nuovi apparati in cui imboscare ed infiltrare parenti, amici e conoscenti.
Più il potere si fraziona, o meglio, più le responsabilità si frazionano, meno valgono, e si finisce per creare un esercito di burocrati e figure di potere, senza alcuna responsabilità o dovere; si fa credere che così diminuisca la distanza tra popolo ed istituzioni, che aumenti il controllo e l'autonomia locale, ma in realtà si aumenta solo l'accentramento e la presa del potere centrale.

martedì 18 gennaio 2011

Sostegno Negato, la Gelmini Condannata

I giudici milanesi hanno condannato il Ministero dell'Istruzione per discriminazione nei confronti di studenti con disabilità. La sentenza del tribunale Civile arriva dopo un ricorso presentato il novembre scorso da 17 genitori contro il ministero dell’Istruzione, l’Ufficio scolastico regionale e quello provinciale.
Le famiglie hanno assistito al drastico taglio delle ore di sostegno, dopo che invece Mariastella Gelmini aveva promesso l’aumento degli insegnanti da affiancare agli studenti con disabilità.
La sentenza certifica che la scarsità delle risorse non possa giustificare la lesione di un diritto fondamentale come quello all’istruzione, viene inoltre dichiarata “accertata la natura discriminatoria della decisione delle amministrazioni scolastiche di ridurre le ore di sostegno scolastico per l’anno in corso rispetto a quelle fornite nell’anno scolastico precedente (2009-2010)”.
“Per la prima volta un giudice parla di discriminazione in materia di sostegno scolastico” dichiara l’avvocato Livio Neri di Avvocati per Niente onlus, legale dei 17 genitori, esaltando l'importanza della decisine. “Questa decisione impedirà agli uffici scolastici di tirare la coperta, togliendo le ore a chi non protesta”. Ma è amareggiato il direttore scolastico per la Lombardia Giuseppe Colosio “Potremo fare ben poco" spiega "non ci sono soldi”. “Il modo andrà trovato” lo incalza il legale, che annuncia un esposto in procura nel caso in cui le amministrazioni non dovessero provvedere entro i trenta giorni stabiliti dal giudice.

La vera novità è la scelta di tante famiglie di agire collettivamente.
Infatti Maria Spallino, uno dei genitori che hanno presentato il ricorso, esulta “La vittoria più grande è l’aver dimostrato che fare rete tra le famiglie può davvero cambiare le cose” e rincara “Questo è un primo passo all’interno di un percorso che ci vede impegnati perché i nostri figli camminino a testa alta, a scuola come in ogni momento della loro vita nella società”.

Ma come hanno commentato la sentenza i giornali?
Il Fatto Quotidiano, manettaro per natura, titola "Ministro Gelmini condannato", mentre Il Giornale spara un "I giudici riassumono i prof di sostegno". Sottinteso un 'Ecco i colpevoli delle tasse'.

lunedì 17 gennaio 2011

Dicasi Teorema

Il caso Rubygate registra un nuovo episodio, che vede Berlusconi indagato per induzione alla prostituzione minorile. Non voglio entrare nel merito della questione, ci penserà la magistratura a farlo, solo fare un appunto 'linguistico'; il Premier, che ogni tanto sfodera pompose e vetuste espressioni, tuona: "Ennesimo teorema per gettare fango".
Il dizionario definisce così il termine 'teorema': 'proposizione la cui tesi può essere dimostrata'.

Chiamandoli 'teoremi', quindi, Berlusconi confessa che sono veri e dimostrabili. CVD

domenica 16 gennaio 2011

Tagli Alimentari

L'osannato provvedimento Taglia Leggi del Ministro Calderoli ha potato un po' troppo, e così succede che adulterale gli alimenti non sia più reato.
Negli anni delle uova alla diossina e delle mozzarelle blu, viene spazzata via la legge 283/1962, che prevedeva l'arresto da tre mesi a un anno o multa fino a 46 mila euro per reati di questo tipo.
Cade dalle nuovole il procuratore Guariniello, che ha segnalato il problema al ministro della Salute Ferruccio Fazio. E meno male se n'è accorto lui: si sveglia bruscamente anche l'esponente del governo, che si attiva subito per correre ai ripari.
Ma da questo momento, e fino all’entrata in vigore di un’eventuale nuova norma, sarà zona franca.

Fino a quel momento, i consumatori sono pregati di gustare solo prodotti di origine controllata, vini pregiati e pesce appena pescato. Meglio se in ristoranti di lusso.

venerdì 14 gennaio 2011

Ma Cosa Vuole la Lega?

Alla Lega non interessa la politica.
Viene concepita più come "potere" e "successo elettorale" che come "governo ed amministrazione del bene comune". In questo, direi che ben si accorda all'alleato Berlusconi, che si muove in un clima di perenne campagna elettorale, fatta di annunci roboanti, promesse su promesse, e populismo sfrenato. Con ben pochi risultati.

Matteo Salvini difende il suo 75% di assenze al Consiglio Comunale di Milano.
“Essendo l’unico leghista, preferisco incontrare i cittadini a Lambrate o in Bovisa per risolvere qualche problema piuttosto che stare ore a Palazzo Marino a parlare di aria fritta. I milanesi, comunque, sembrano premiare la concretezza e quando si discute di argomenti importanti ci sono” si difende a Repubblica.
Ora, credo che i problemi si debbano risolvere nei luoghi istituzionali preposti al compito, e non tra i banchi del mercato facendo foto, autografi e stringendo qualche mano. Non ci sono abbastanza leghisti per fare le due cose separatamente?
Ma mi chiedo, se la politica non è il suo obiettivo, che cosa vuole realmente la Lega? Lavora solo per imboscare amici e parenti nelle varie stanze dei bottoni? O c'è dietro dell'altro?

Quanto accaduto, comunque, porta all'attenzione il sempre attuale problema dell'accumulo delle cariche: infatti Matteo Salvini, oltre che consigliere comunale nel capoluogo lombardo, è stato deputato fino al 2009, poi eurodeputato, e da allora vive a Bruxelles (e risulta presente al 75% delle sedute). Però trova il tempo di andarsene a zonzo per il capoluogo lombardo, rilasciare dichiarazioni alla stampa in cui propone carrozze in metropolitana per i soli milanesi, fare interrogazioni parlamentari contro la disattivazione del suo account facebook o aizzare cori contro i napoletani.
In puro stile leghista.

mercoledì 12 gennaio 2011

Repressione Preventiva

L'episodio che ha coinvolto più di 200 pastori sardi decisi a manifestare a Roma si avvicina molto alla proposta di Gasparri degli 'arresti preventivi'.
Gli aderenti al MPS (Movimento Pastori Sardi) sono stati bloccati a Civitavecchia dalle forze dell'ordine. Non ha avuto successo nemmeno il tentativo di prendere il treno diretto a Termini. "Non riusciamo a partire (...) non ci fanno salire sul treno. Le forze dell'ordine ci controllano come fossimo pregiudicati mentre siamo persone civili" parla Filippo Gioi, un esponente del MPS.
"Quello che si è celebrato ieri è stato un processo alle intenzioni, hanno limitato il nostro diritto di manifestare, la nostra libertà di pensiero e di movimento. Siamo stati letteralmente in ostaggio delle forze dell'ordine" attacca il leader del movimento, Felice Floris "La pastorizia vive da anni una situazione insostenibile, che rischia di far scomparire dal processo produttivo un settore che occupa decine di migliaia di persone. Siamo ormai al collasso" e conclude "Ieri sono stati calpestati i diritti di un movimento, di un popolo, i diritti dei produttori; siamo indignati e speriamo che ora la società civile apra un dibattito contro la limitazione della libertà andata in scena ieri".

"Ancora una volta il Governo sceglie la via della repressione e non quella del dialogo" così hanno commentato i capigruppo del Pd, Mario Bruno, e di Comunisti-Sinistra sarda-Rosso Mori, Luciano Uras (Sel) nel Consiglio regionale della Sardegna.
"Con l'inaccettabile trattamento riservato ai pastori sardi sbarcati a Civitavecchia siamo arrivati alla negazione preventiva della manifestazione del pensiero, quasi al sequestro di persona" lo afferma il senatore Pancho Pardi dell'Italia dei Valori, preannunciando un'interrogazione parlamentare sull'accaduto "senza alcun ragionevole motivo e' stato sottratta a dei liberi cittadini la libertà personale, che, come è scritto nella Costituzione, è inviolabile. I pastori chiedevano solo di poter presentare pacificamente le loro ragioni al Governo, di essere ascoltati, ma ormai in Italia è vietato manifestare. Il regime non gradisce il dissenso, a quando l'olio di ricino?".

Appena terminato l'imbottigliamento, rispondo.

domenica 9 gennaio 2011

Ho Lasciato l'ANPI

La Festa della Liberazione di quest'anno s'intreccia immancabilmente con le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, ma episodi come quanto accaduto l'8 gennaio all'apertura della mostra iconografica allestita a Savarna (RA) si ripetono sempre più spesso, almeno in questa zona. E mi hanno convinto a dare il mio segnale di protesta, lasciando l'ANPI.
Il programma della giornata prevedeva gli interventi di alcuni esperti e referenti dell'istituto storico della Resistenza, la proiezione di un video sui diritti formali e sostanziali conquistati con la Costituzione e una "libera conversazione con i partecipanti".
Da qualche anno, però, la buon vecchia pratica del confronto è stata via via strozzata, e, dopo interventi 'frontali', senza possibilità di replica, e la proiezione di due video sommariamente presentati, tutti a casa.

Credo che per commemorare la Liberazione dal nazifascismo sia utile anche il dibattito, soprattutto in un periodo come questo in cui, come allora, vengono calpestati e corrotti anche i diritti più elementari. Non ho potuto fare a meno di notare come la partecipazione dei più giovani vada scemando di anno in anno, trasformando quella che dovrebbe essere un'operazione di memoria collettiva da tramandare alle nuove generazioni, in un'autocelebrazione caliginosa e svuotata di significato.

Io, come tanti altri, avrei voluto intervenire, per denunciare i rigurgiti antidemocratici della realtà quotidiana, che in modo viscido e silente ci avvicinano al ventennio fascista. Ma non c'è stato modo. Due video su diritti e Costituzione, interessantissimi per carità, ma che senza la possibilità di commenti e confronti si esauriscono ad una proiezione casalinga.
Mi è stato fatto notare come le opinioni discordanti dal 'pensiero unico' imposto dalla maggioranza, vengano allontanate e rifuggite per non spostarne l'asse.
E da qui, nasce la mia protesta; ho deciso di non rinnovare l'iscrizione per l'anno 2011 come segnale di dissenso al modo autoreferenziale e chiuso con cui si è scelto di festeggiare la Liberazione e la Resistenza Partigiana che hanno fatto l'Italia.

Sottolineo che non sono avverso ai valori cardine dell'associazione partigiana, ma mi preme ribadire che non ho bisogno dei loro rituali passivi e polverosi per farli miei.

Fammi sapere cosa ne pensi, scrivimi o collegati alla mia Pagina Facebook.

Vittime Nazifasciste

Ennesima sparata leghista, che ancora una volta ne dimostra l'incapacità politica ed il suo tirare a campare con slogan e refrain tanto populisti quanto polverosi.
Il segretario regionale dell'Emilia Romagna Angelo Alessandri chiede di commemorare le vittime nazifasciste; al consiglio comunale di Modena arriva la grottesca proposta di una lapide a loro dedicata.
Come rivela il Fatto Quotidiano, si chiede di celebrare le vittime di un'immaginaria guerra civile che si sarebbe svolta tra il '43 ed il '45.

Per i piani revisionisti del carroccio, che hanno dimostrato a più riprese una certa affinità con le camicie nere (e ammesse in terra francese dall'eurodeputato Borghezio), è forse ancora troppo presto, ma le continue stilettate e le infiltrazioni nel mondo dell'economia, dimostrano un progetto più ampio e lentamente in via di sviluppo.

mercoledì 5 gennaio 2011

La Giustizia, Prima di Tutto

Molto si è parlato e scritto a proposito di Cesare Battisti, l'ex leader dei Proletari armati per il comunismo; rifugiatosi in Brasile, è stato condannato in contumacia all'ergastolo, con sentenze passate in giudicato per aver commesso quattro omicidi in concorso durante gli anni di piombo.
Arrestato inizialmente a Copacabana nel 2007, gli viene poi riconosciuto nel 2009 lo status di rifugiato politico. Ma il Supremo Tribunal Federal, a fine anno, lo considera illegittimo, lasciando però la decisione finale alla Presidenza della Repubblica del Brasile.
Il 31 dicembre 2010, seguendo l'orientamento dell'Avvocatura di Stato brasiliana, Lula annuncia il proprio rifiuto all'estradizione di Battisti in Italia.

E questi sono i fatti.
Nei giorni successivi, ci sono state diverse manifestazioni legate all'episodio, alcune di solidarietà verso Cesare Battisti, che plaudono alla decisione del presidente brasiliano, altre che la contestano, chiedendo che l'ex-terrorista ritorni in Italia.
Come dicevo, la Giustizia deve venire prima di tutto, e Cesare Battisti è stato già giudicato colpevole, per cui deve pagare. In Italia.
A tutti gli ultracomunisti e tolleranti a due velocità, che chiedono il rispetto della legge solo quando i colpevoli sono nazifascisti o si chiamano Berlusconi (ne parlo anche qui), dico che sono questi i paletti che limitano la sinistra, le ipocrisie che corrodono la credibilità di leader e partiti.

martedì 4 gennaio 2011

Fine del Paradiso (Fiscale)

La Banca Vaticana, lo Ior, è da anni al centro di storie di riciclaggio di denaro sporco, tangenti e supporto finanziario alla mafia (gli scandali Fiorani, Calciopoli ed Anemone, giusto per ricordare i più recenti). Anche nei mesi scorsi la procura della capitale aveva aperto un fascicolo dopo che la Banca d’Italia aveva segnalato l’irregolarità di alcuni movimenti finanziari. Ettore Gotti Tedeschi, il presidente dello Ior, e Paolo Cipriani, il direttore generale, sono stati iscritti nel registro degli indagati ed i magistrati hanno provveduto al sequestro di un fondo di 23 milioni di euro.
Ma ora si cambia rotta: Papa Ratzinger ha emesso un Motu Proprio, che nello stato pontificio ha il valore di una legge, in cui dispone che anche l'Istituto per le Opere di Religione si adegui alle norme internazionali antiriciclaggio ed antifrode.
E questo, finalmente, farebbe entrare il piccolo stato nella 'white list' dei paesi che applicano gli standard internazionali anti-riciclaggio.
Entro la fine di questo anno, il Vaticano deve attuare una convenzione monetaria firmata l’anno scorso con l’Ue. Tre i capitoli dell’accordo: la coniazione degli euro con l’effige papale, la prevenzione della frode e, appunto, la lotta al riciclaggio di denaro sporco.

Ma con cautela. Spiega il portavoce della sala stampa vaticana padre Federico Lombardi: le nuove norme “sono un primo passo ma la strada non è conclusa e ritengo che si tratterà di un periodo di una certa ampiezza”.
“La prima cosa necessaria era che ci fosse una normativa" continua "ma ora l’Autorità di informazione finanziaria dovrà compiere le sue verifiche sull’attuazione delle leggi e anche il sistema internazionale vorrà fare le sue verifiche”. Santa Sede e Vaticano, conclude “si inseriscono nel sistema internazionale con una logica di dialogo, è un passo di inserimento cordiale e sincero”, in questo modo “gli organismi vaticani saranno meno vulnerabili di fronte ai continui rischi che si corrono inevitabilmente quando si maneggia il denaro”.

Beh, questa volta il pontefice si merita una applauso per lo scatto di modernità, dopo decenni di arretratezza e di 'pretesa indipendenza ed estraneità' dal resto del mondo. Un po' tardivo, forse.
Maliziosamente, però, aggiungo che 'quando non c'è più niente da rubare, anche i ladri sono onesti'.

lunedì 3 gennaio 2011

Come se non bastassero le Leggi Ad Personam

Mancano i soldi ed il Ministro della Giustizia taglia computer e assistenza alle Procure: “Arrangiatevi con gli archivi”.
Stefano Aprile, direttore generale per i sistemi informativi automatizzati del ministero della Giustizia, ha firmato ed inviato una circolare ai presidenti di Corti di Appello e procuratori generali: non ci sono soldi per mantenere computer e strumenti tecnologici, questo il succo.
Angelino Alfano non sa dove tagliare e ha scelto di eliminare l’assistenza tecnica e software nelle Procure. Si torna alle ricerche negli archivi polverosi, tra faldoni di vecchi atti e cartellette usurate.
Mancano solo il calamaio e la penna d'oca.
Mancano le risorse per pagare tecnici ed aggiornamenti, e salta anche l’assistenza in tempo reale. I magistrati più tecnologici, spiega la circolare, potranno sempre chiamare (compatibilmente col budget) il numero verde e affidarsi alla magnanimità dell’operatore di turno.
”Questa decisione rischia di provocare gravissimi problemi di funzionalità e di collegamento tra la polizia giudiziaria, i pm, i giudici e gli avvocati." spiega il procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara "A questo punto non siamo più certi di poter continuare a garantire lo stesso servizio ai cittadini”.
Dello stesso avviso anche il procuratore di Napoli, Giandomenico Lepore: “Ci domandiamo come si potrà fare, perché in queste condizioni è inutile andare a lavorare. Se si vuole far camminare la giustizia, bisogna spendere soldi. Si possono fare tutti i proclami che si vogliono sul tema, ma bisogna anche rendersi conto di quando il Governo si mette di traverso all’amministrazione giudiziaria".

domenica 2 gennaio 2011

Vendetta, tremenda Vendetta

"L’attentato a Belpietro era una bufala". A dirlo, nientemeno che la prima pagina de Il Giornale.
Intendiamoci, a sostenere una cosa simile sono in tanti (anzi, SIAMO in tanti), per le incongruenze, l'assenza di prove, riscontri e testimonianze, ma non mi aspettavo di trovare un alleato nel quotidiano della famiglia Berlusconi.
I Pm, continua la rivelazione, sarebbero pronti ad incriminare il Capo Scorta per l'invenzione.
Ma attenzione, dietro l'articolo non c'è alcuna volontà di informare o fare chiarezza su uno dei casi più strani degli ultimi tempi; è tutta una questone di faide interne.
Alessandro Sallusti - neo direttore de "Il Giornale" - ha voluto (o dovuto?) vendicarsi della dipartita di Feltri, facendola pagare a lui, Belpietro e Libero in un colpo solo.

Il quotidiano si è trovato improvvisamente più debole con la fuga di Feltri dalla direzione, e con un rivale agguerrito in più, e questo nel momento più difficile. Tra lui e Sallusti la tensione è subito salita ai massimi. Una brutta rottura, presa male pure dall'editore finale.