"Bisogna sostenere le imprese!" sento dire da molti sedicenti liberisti.
Eh no, cari miei, la regola principe delle filosofie economiche liberali è proprio che un'azienda deve camminare con le sue gambe e deve misurarsi col mercato, non potete volere uno stato minimo che però aiuta i privati nelle loro velleità imprenditoriali! E' quanto successo, ad esempio, svariate volte con la Fiat.
Io sono dell'idea che lo Stato non debba sostenere le ambizioni dei singoli, ma, a monte, facilitare l'emersione dei talenti industriali, eliminando burocrazia, lacci e lacciuoli che di fatto limitano l'apertura del mercato, permettere un clima di vera e sana concorrenza, poi, a valle, difendere i diritti dei lavoratori, venendo incontro, se necessario, anche alle richieste ed ai problemi delle imprese. Ed è il caso, ad esempio, della cassa integrazione e della mobilità.
Rivedere gli organi di autogoverno delle categorie professionali (leggi albi, ordini e collegi), ridurre le decine di scartoffie necessarie per avviare un'attività, eliminare paletti territoriali e temporali, ampliare poteri e mansioni dell'antitrust, questo incentiverebbe i cittadini a confrontarsi col mercato, ma al tempo stesso difendere i contratti collettivi, magari rendendoli più elastici in alcuni ambiti, ma ampliando diritti e garanzie.
Grandi responsabilità per i grandi gruppi, obblighi verso i dipendenti, con ad esempio un 50% minimo di assunti a tempo indeterminato, assistenza sanitaria e previdenziale per tutti, sgravi per le aziende virtuose con i lavoratori, che reinvestono e fanno ricerca.
Tutto questo, potenziando e velocizzando la macchina Giustizia, per accertare con maggior puntualità i reati connessi al lavoro, il falso in bilancio, la bancarotta fraudolenta o il lavoro nero ad esempio, così da poter valorizzare e premiare quelli effettivamente meritevole.
Proposte quasi diametralmente opposte ai diktat della BCE in tema di welfare contenuti nell'ormai famosa lettera 'segreta' del 5 agosto, ma che credo potrebbero ridare fiducia ai lavoratori (che da consumatori sono una parte fondamentale del mercato, ndr), ed alle imprese, che amplierebbero i loro spazi di manovra e vedrebbero riconosciuti i loro impegni verso la società.
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