martedì 27 settembre 2011

Ancora?!

Col castello di carte che sta crollando sempre più velocemente, dopo anni di silenzio, di connivenza e complicità, chi arriva a criticare il comportamento un po' troppo sopra le righe del Cavaliere? Il Cardinal Angelo Bagnasco, che si sveglia di soprassalto dopo aver munto tutto il mungibile in termini di sovvenzioni e privilegi per la sua Santa Romana Chiesa: "I comportamenti licenziosi e le relazioni improprie sono in se stessi negativi e producono un danno sociale a prescindere dalla loro notorietà. Ammorbano l’aria e appesantiscono il cammino comune. C’è da purificare l’aria, perché le nuove generazioni, crescendo, non restino avvelenate".
E poi quella che sembra una richiesta di dimissioni: "Quando le congiunture si rivelano oggettivamente gravi, e sono rese ancor più complicate da dinamiche e rapporti cristallizzati e insolubili, tanto da inibire seriamente il bene generale, allora non ci sono né vincitori né vinti: ognuno è chiamato a comportamenti responsabili e nobili. La storia ne darà atto".
E ancora: "la questione morale non è un’invenzione mediatica". Pur segnalando, sulle inchieste in atto, "l’ingente mole di strumenti di indagine", "la dovizia delle cronache a ciò dedicate" e la presenza di "strumentalizzazioni", Bagnasco ha affermato che "nessun equivoco tuttavia può annidarsi", la questione morale "è un’evenienza grave".
Duro il giudizio sull’incapacità da parte del governo di affrontare la crisi economica con i politici preoccupati piuttosto a difendere comportamenti personali: "Colpisce la riluttanza a riconoscere l’esatta serietà della situazione al di là di strumentalizzazioni e partigianerie; amareggia il metodo scombinato con cui a tratti si procede, dando l’impressione che il regolamento dei conti personali sia prevalente rispetto ai compiti istituzionali e al portamento richiesto dalla scena pubblica, specialmente in tempi di austerità". Come far fronte all’emergenza e con quali risorse? "È essenziale drenare tutte le risorse disponibili - intellettuali, economiche e di tempo - convogliandole verso l’utilità comune". Poi la battuta sulla necessità di un radicale cambiamento dell’attuale classe politica: "Solo per questa via si può salvare dal discredito generalizzato il sistema della rappresentanza, il quale deve dotarsi di anticorpi adeguati, cominciando a riconoscere ai cittadini la titolarità loro dovuta".

Finalmente sembrano essersene accorti anche loro. Siccome hanno una certa età ed hanno passato la vita ad interloquire con chi non può rispondere (Dio, un feto o qualcuno in stato vegetativo), li perdoniamo del ritardo.
E' un altro il passaggio che apre una nuova fase sociale e politica nei rapporti tra Italia e Vaticano: “Sembra rapidamente stagliarsi all’orizzonte la possibilità di un soggetto culturale e sociale di interlocuzione con la politica, che – coniugando strettamente l’etica sociale con l’etica della vita – sia promettente grembo di futuro, senza nostalgie né ingenue illusioni”. E cioè, detta spiccia, visto che le forze conservatrici e reazionarie della seconda repubblica hanno fallito, rifacciamo la DC. Un nuovo soggetto politico mettendo insieme Udc, cattolici di entrambi gli schieramenti e associazioni cattoliche come le Acli, la Coldiretti e addirittura la Compagnia delle Opere (il braccio economico di Cl).
Secondo Pierfrancesco De Robertis “Ciò a cui pensano i vescovi per il dopo-Berlusconi è una derivazione italiana del Ppe, che potrebbe essere o una sorta di Udc allargata oppure una versione rinnovata dello stesso Pdl in cui i valori cattolici siano ben rappresentati. In ogni caso qualcosa che si collochi nell’ambito del centrodestra e sia alternativo al centrosinistra”.
Capito? La Chiesa Cattolica intende creare un partito politico in Italia: questa è la madre di tutte le ingerenze vaticane! Un po' proprio come quando i vertici ecclesiastici benedirono il PPI prima e la DC poi.

Non è una nuova formazione confessionale che serve al Paese. Non è l'imposizione di sedicenti valori religiosi che può aiutarci a camminare verso il domani e guardare al futuro; e, sia chiaro, lo dico con tutto il rispetto per questi valori (solidarietà, carità, assistenza, mutuo aiuto, cooperazione...).
Abbiamo bisogno che le regole per la nuova fase sociale che si profila all'orizzonte rifioriscano dentro di noi, attraverso il riconoscimento dei diritti, dell'autodeterminazione, l'esaltazione della giustizia e delle libertà.

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1 commento:

  1. certamente, ma come ho già scritto su orange community mancano sia al popolo italiano che alla classe politica italiana la schiena dritta per respingere le ingerenze vaticane.

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