Esce oggi, come ogni anno, il rapporto dell'ong Freedom House, secondo cui nel nostro paese il sistema dei media è leggermente più indipendente dopo le dimissioni del Cavaliere.
L'Italia resta l'eccezione "parzialmente libera" dell'Europa occidentale, con solo la Turchia a livello più basso. Migliora di un punto nella classifica, a livello di Hong Kong e Guyana.
È quanto si legge nel rapporto annuale relativo alla libertà di stampa pubblicato da Freedom House, organizzazione indipendente statunitense che si occupa di monitorare il grado di libertà civili e politiche nel mondo.
Con le dimissioni del Cavaliere, scrivono i relatori, “è significativamente diminuita la concentrazione dei media nel Paese (…) Berlusconi è infatti uno dei principali proprietari di mezzi d’informazione e la sua posizione politica gli aveva anche garantito il controllo dei media di Stato, compresa la capacità di influenzare le nomine dei dirigenti e dei giornalisti chiave”.
Cresce la preoccupazione per la situazione in paesi come Siria, Yemen, Somalia, Baharain. Dal primo gennaio del 2012, Reporter sans frontieres ha documentato l’uccisione di 21 giornalisti e 6 cittadini che si occupano d'informazione. Uno ogni cinque giorni.
I reporter incarcerati sono 162, ma la cifra sale a oltre 280 se consideriamo anche i blogger o chi si occupa della diffusione di notizie in rete. Solo il 14,5% della popolazione mondiale vive in paesi con un’informazione libera.
I tre paesi scandinavi guidano come ogni anno la classifica chiusa da Bielorussia, Cuba, Guinea equatoriale, Eritrea, Iran, Corea del Nord, Turkmenistan e Uzbekistan. Gli Stati Uniti restano tra le prime posizioni ma perdono punti.
“Diverse democrazie" si legge ancora "hanno minato l’ambiente ideale per la libertà di stampa", come Cile e Ungheria, che passano da 'liberi' a 'parzialmente liberi'. La Cina resta 'il paese con il più sofisticato sistema di repressione' in materia, intensificato con il sorgere dei nuovi sistemi di comunicazione, così come in Russia, Iran e Venezuela. Inoltre, il Messico, con dieci omicidi nel 2011, si conferma “uno dei posti più pericolosi al mondo per i giornalisti”.
Quello della Libertà di Stampa può sembrare un problema secondario della Democrazia, dopo il Lavoro, la Dignità, i Diritti, eccetera eccetera, ma ritengo sia invece uno di quei pilastri da cui dipendono gran parte delle altre libertà civili e sociali del panorama democratico. Senza l'Informazione, la Conoscenza e la Consapevolezza non si riuscirà mai a lottare per qualcosa Insieme, in modo Compatto, Armonico e Coerente.
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