martedì 22 maggio 2012

Si Parla di Opportunità e Concorrenza


Ho parlato tante volte degli Ordini Professionali, e di come le consideri caste di stampo fascista che di fatto ostacolano il libero mercato, la libertà delle persone di autodeterminarsi e la tanto decantata crescita. Non uso l'aggettivo 'Fascista' a caso (come invece fanno molti, ndr), è proprio un tratto del modello economico fascista quello di dividere le profesioni in corporazioni. Abolire gli Ordini, o riformarli, da come sono oggi concepiti, sarebbe un passo importante per lo sviluppo ed il progresso.
"L'iscrizione all'albo mi garantisce la qualità del profesionista" eccepisce qualcuno. A parte che c'è gente che lavora coi piedi anche tra gli iscritti all'albo, vien da chiedersi a questo punto a cosa servano la scuola ed il percorso di formazione affrontati.

Ma perchè abolire gli Ordini Professionali dovrebbe aprire il mercato ed essere in generale uno stimolo per la società? E' questo che molta gente non capisce.
Avere più professionisti di una categoria, significa più concorrenza, e quindi minori spese per i clienti. Gli Ordini, poi, impongono delle tariffe minime ai loro membri; prima lo facevano alla luce del sole, poi il Governo Monti ha spuntato loro un po' le unghie ed abolito i minimi, ma sembra che sotto sotto questo gioco continui.
Un altro buon motivo sono le opportunità di lavoro, perchè diventare avvocato, idraulico o estetista non è così facile: oltre ai vari studi e titoli da conseguire, si dev'essere anche esaminati da un'altra commissione di vecchi tromboni, che già svolgono la professione, e che certo non hanno molta voglia di trovarsi in casa dei nuovi concorrenti.
Altro pesante limite che gli albi impongono al mercato è quello del 'numero chiuso': esistono dei coefficienti, calcolati sugli abitanti, che impongono un numero massimo di professionisti operanti in una città, rendendo l'accesso al lavoro ancora più difficile.

La mia proposta in merito segue due direttrici: una è quella di rivalutare e potenziare scuole e corsi professionali, affinchè il titolo conseguito sia effettivamente qualificante nel mondo del lavoro, la seconda invece è la riforma degli Ordini, da organi di autogoverno ad organi di autocontrollo.
Compito degli Ordini, cioè, sarebbe quello di vigilare sul rispetto dell'etica, della deontologia professionale e della concorrenza. Organi il più possibile 'terzi' composti da magistrati, tecnici anti-trust e rappresentanti di categoria, democraticamente eletti.

Caso particolare è l'Ordine dei Giornalisti, di cui auspicavo l'abolizione qui, ma non per gli stessi motivi, ma per liberare l'informazione dal cappio con cui l'Ordine la controlla. Il modello per la riforma resta comunque valido.

Sei d'accordo con me o vuoi farmi sapere cosa ne pensi? Scrivimi, puoi seguirmi ed essere sempre aggiornato via Facebook o Twitter.

1 commento:

  1. sto pensando di fare un buon giornale - un webzine- on line. So bene che è come scalare una parete rocciosa. Raccolgo idee.

    giovanni.dicristofaano@alice.it
    (J G Sapodilla)

    http://sapodilla.ilcannocchiale.it/

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