La Corte di Cassazione ha ribaltato le sentenze di primo grado e d'appello contro Carlo Ruti, blogger siciliano, per il reato di "stampa clandestina". I blog non sono testate giornalistiche e non devono essere registrati in tribunale, il sunto; e di conseguenza non possono incorrere nel reato di stampa clandestina previsto dalla legge 47 dell'8 febbraio 1948, meglio conosciuta come legge sulla stampa.
"Il quadro normativo" spiega l'avvocato Guido Scorza sul suo blog "interpretato ed applicato dai Giudici di Modica e da quelli di Catania è, ancora, quello, ambiguo e confuso, sulla cui base questi ultimi sono pervenuti alle conclusioni ora travolte dalle decisione della Cassazione".
Una decisione storica e molto importante, quella della Cassazione, che, a logica, direi che cassa anche parecchi spunti bavagliaroli messi in cantiere dalla politica per fermare le voci libere del web.
I media ora auspicano la riforma della legge sulla stampa, e forse cogliere l'occasione dei tecnici al Governo per proporla potrebbe essere una scelta sensata.
Tempo fa feci anch'io le mie di proposte per liberare l'informazione e la comunicazione, il giornalismo e la libera espressione (qui).
Anche questo caso, comunque, dimostra che quando la politica non riesce a stare al passo coi tempi e dare risposte moderne alle questioni, è compito della Magistratura infondere quella spinta propulsiva per cambiare la società (come più o meno avvenne qui).
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