Ha chiaramente (direi anche 'biologicamente') ragione Avvenire nel dire che le coppie gay sono "sterili"; una coppia sterile è quella che non può autonomamente procreare.
Ma non capisco dove si voglia arrivare e soprattutto quale sia la colpa.
Già ai tempi del Ministero delle Pari Opportunità, l'Onorevole Mara Carfagna aveva definito gli omosessuali come 'costituzionalmente' sterili (notare l'uso acrobatico dell'avverbio che a tutto si può affiancare tranne che a vocaboli del genere).
Ma la sterilità è un'altra cosa, e ha poco a che fare con l'orientamento sessuale o addirittura con i codici legislativi; la sterilità è l'incapacità biologica da parte di un uomo o di una donna di contribuire al concepimento. Dire che i gay sono sterili è un'offesa gravissima sia ai gay che alle persone che hanno la tragica sfortuna di esserlo davvero.
Se davvero vogliono considerare gli omosessuali come malati, allora siano coerenti, la soluzione è questa.
Se una persona non è clinicamente sterile, sia essa etero od omosessuale, allora può contribuire al concepimento. Il seme di un donatore sano gay ha lo stesso potere di un altro donatore sano, e una donna sana lesbica può procreare allo stesso modo di qualsiasi altra donna sana.
A renderli 'giuridicamente' sterili, semmai, sono le vergognose limitazioni imposte dalle leggi sul concepimento assistito, vietato alle single, e sull'adozione, vietato ai single ed alle coppie non riconosciute, e qui si torna al tema del riconoscimento del matrimonio omosessuale.
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