Ecco il paradossale e grottesco punto di arrivo di un'era politica che ha poggiato le sue basi sull'intolleranza, sulla discriminazione e sulla xenofobia, e che ora vuole ostentare apertura sociale e multiculturalismo.
Punto di partenza, è lo scandalo che sta sconvolgendo la comunità musulmana inglese, dove due settimane fa sono state interrogate 56 persone in seguito alle violenze sessuali subite negli ultimi 5 anni da oltre 600 ragazze tra i 12 ed i 16 anni. Alla fine, 26 sono state arrestate e 9 condannate con le accuse di stupro, favoreggiamento alla prostituzione, violenza sessuale e traffico per sfruttamento sessuale di minori.
Non voglio parlare di questi fatti gravissimi, e neanche (per quando orribile) del "è quello che facciamo nel nostro paese" usato per difendersi in uno dei processi tenutosi a Liverpool, perchè c'è un particolare ancora più inquietante in tutto questo.
La polizia britannica sapeva che da più di un decennio queste bande prendevano di mira giovani ragazze in Inghilterra, e ciò nonostante ha preferito ignorare le prove degli stupri e non ha agito. Perchè avevano paura di essere accusati di razzismo.
E' un tragico cortocircuito quello raggiunto, perchè i comportamenti contro le minoranze, o meglio contro qualcuno appartenente ad una qualsiasi minoranza, diventati deprecabili con le migrazioni e l'abbattimento delle frontiere culturali, pesano ora come un'onta, anche quando sono 'giustificati' dalla legge.
E' anche il caso delle scemenze di cui parlavo qui, qui e qui. E non ci sto a chiamarlo 'effetto collaterale' o 'incidente di percorso'.
Non devo essere certo io a giudicare i poliziotti (che secondo me andrebbero radiati, ndr), mi premeva riflettere su questa nuova paura sociale di "passare per fascista", conseguenza di un perbenismo qualunquista, bigotto e moralista.
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