martedì 5 ottobre 2010

Legge che Va, Legge che Viene

Torna il falso in bilancio ma esce la banda armata. Non so se il cambio è vantaggioso.

Viene - finalmente - recepita la convenzione europea del '99 che considera la corruzione come minaccia per la democrazia.
L'indicazione della Ue, consentirà di "ripristinare il reato di falso in bilancio che ha vergognosamente depenalizzato il Governo Berlusconi, e dunque di ristabilire quella legalità diffusa in ogni condotta sociale su cui poggiano le strutture basilari dello Stato di diritto" spiega il senatore Luigi Li Gotti, capogruppo Idv in commissione Giustizia.
"La corruzione" prosegue "è intesa dall`Unione Europea come una minaccia per la democrazia, e pertanto dev`essere sanzionabile in tutte le sue articolazioni. La Convenzione del 1999, all`art. 10, ai fini della prevenzione di atti di corruzione impone la chiarezza e la fedeltà dei bilanci rispetto alla situazione finanziaria delle società. Sarà quindi eliminata la non punibilità delle false comunicazioni sociali inferiori al 5% del risultato economico di esercizio che ha voluto il Presidente Berlusconi. È sconcertante confrontare la leggerezza con cui il centrodestra ha cancellato il grave reato di false comunicazioni sociali e invece l`importanza che al fenomeno criminoso dà l`Unione Europea".

Il 9 ottobre, intanto, si segnala un'altra novità: entrerà in vigore il Dl “Codice dell’Ordinamento Militare” n. 66 del 15/3/2010 licenziato a maggio, che, al punto 297, abolisce il Dl n. 43 del 14/2/1948 che punisce "chiunque promuove, costituisce, organizza o dirige associazioni di carattere militare, le quali perseguono, anche indirettamente, scopi politici” e si organizzano per compiere “azioni di violenza o minaccia”.
In un provvedimento che abroga una miriade di vecchie norme inutili si inserisce anche la depenalizzazione di un reato gravissimo ed attualissimo, le bande militari e paramilitari di stampo politico.

Un regalino autunnale alla Lega: da 14 anni è in corso un processo a carico di politici e attivisti della Lega Nord, accusati di aver organizzato nel 1996 una formazione paramilitare denominata “Guardia Nazionale Padana”, le celebri Camicie Verdi, i guardiani della secessione.
In origine, i capi di imputazione formulati dal procuratore erano tre: attentato alla Costituzione, attentato all’unità e all’integrità dello Stato, costituzione di una struttura paramilitare fuorilegge.
I primi due, con un’altra leggina su misura, furono di fatto depenalizzati (qualora non vi fosse l'uso di violenza) nel 2005, ai tempi del secondo governo Berlusconi.
Rimaneva solo il terzo, cancellato da questo decreto.

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