La trasmissione Agorà ci regala un nuovo spunto di riflessione. E con quest'intervista, anche il talk show di Rai3 entra ufficialmente nella black-list dei grillini laziali.
L'inviata Cecilia Carpio, raccoglie le dichiarazioni di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, che ci tengono a ribadire come Grillo sia la semplice 'calamita mediatica'.
All'indomani delle elezioni siciliane, fa loro notare la giornalista, il comico stesso aveva gioito via Twitter: "Un vero trionfo. Io sono un capo politico". Ma loro si difendono, ribadendo che considerano Grillo solo il loro portavoce (certo, il portavoce delle consultazioni 'permanenti' sul web, in cui tutti partecipano, in un movimento in cui 'uno vale uno', eccetera eccetera).
Ecco, è appunto su questo che vorrei riflettere: se lui è il semplice portavoce (un ruolo di grandissima importanza democratica e comunicativa in una formazione politica), vorrei sapere, chi l'ha deciso di proporre Di Pietro come candidato al Quirinale?
Perché un conto è rappresentare il movimento e le sue scelte a livello mediatico, un altro è accentrare il potere decisionale, e fare del M5S una setta. E già su questo siamo a buon punto.
Già, perché ora che Grillo l'ha sparata, voglio proprio vedere quanti cinquestellini decideranno di sfilarsi e rischiare di fare la fine di Tavolazzi, di Favia o della Salsi, epurati perchè pensavano troppo con la loro testa.
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