Torna il vecchio vizio delle leggi ad-personam da questo Parlamento di nani e ballerine.
Prima ci hanno provato con il 'processo-breve' a far cadere i procedimenti a carico del padre-padrone del PdL, Berlusconi, poi col 'processo lungo', ed ora s'inventano il IV grado di giudizio, l'appello contro le sentenze della Cassazione.
Infilato tra i 1600 emendamenti al dl sviluppo, spunta l'iniziativa di Carlo Sorro, che commenta “capisco che voi ora farete delle dietrologie, ma si tratta solo di una norma utile ai cittadini e che non interessa per nulla vicende che riguardano Berlusconi…”.
Chissà però come mai una legge così si adatta perfettamente alla sentenza sul Lodo Mondadori, arriverà tra poco al giudizio della Suprema Corte.
“Scritta così" tuona Silvia Dalla Monica, capogruppo Pd in commissione Giustizia del Senato "interverrebbe sulle sentenze già passate in giudicato”. “Con la scusa della violazione del diritto comunitario” (che potrebbe essere esteso 'a dismisura') molti procedimenti conclusi con sentenze definitive si potrebbero riaprire, incalza l'omologa Deputata Donatella Ferranti.
E questa non è una semplice revocazione, istituto già previsto dal nostro ordinamento per altre cause che esulando dal diritto comunitario, è un nuovo grado di giudizio che chiama la Cassazione a giudicare se stessa.
E' chiaro che le sentenze vengono comunque scritte ed emesse da degli esseri umani, per cui fallibili come ogni altro, ma se si continua a mettere in dubbio un giudizio già pronunciato da qualcun'altro, non basteranno ne 4, ne 5, ne 19 gradi di giudizio.
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