Giorni fa si è tenuta al teatro Era di Pontedera la consegna di 603 attestati di cittadinanza italiani ad altrettanti bambini nati in Italia da genitori stranieri. Un gruppo di militanti di Forza Nuova ha fatto irruzione durante la cerimonia, in protesta contro un rituale simbolico che voleva rilanciare la questione dell'integrazione degli immigrati.
Simone Milozzi, primo cittadino di Pontedera, ha bollato il gesto come "atteggiamento squadrista e nazista di pochi idioti contro una cerimonia che, riunendo italiani e stranieri, adulti e bambini, dava un forte senso di comunità", e la città ha manifestato in piazza contro il blitz della formazione di estrema destra.
Hanno partecipato ad essa anche i partiti, tranne però il Movimento 5 Stelle, che con un comunicato ha spiegato la propria opinione, per certi versi anche più realista e lungimirante degli altri partiti "buonisti".
Pontedera città dell’integrazione razziale? Con interi quartieri che ormai sono diventati dei ghetti per immigrati, come la Stazione e il Villaggio Piaggio, dove una donna non può camminare tranquilla la sera dopo cena per paura di essere molestata da qualcuno che magari per la sua “cultura” (ma vogliamo chiamarla così?) considera le donne esseri inferiori di proprietà dell’uomo?
Pontedera città dell’accoglienza a pagamento, diremmo, dove nell’indifferenza generale e con la connivenza di chi dovrebbe controllare, si stipano in appartamenti sempre più microscopici una quantità insopportabile di persone, e tutto per arricchire qualche padrone di casa, e magari al nero.
Ne vogliamo parlare o dobbiamo essere “buonisti”?
Vogliamo farne una questione “culturale” dicendo che magari i Senegalesi hanno altre abitudini e che per loro vivere in tanti tutti insieme è non solo normale, ma segno di accoglienza e solidarietà reciproca.
Benissimo, ma qui siamo in Italia, ci sono delle leggi e c’è uno Stato, anche se non sembra, e c’è un minimo di metri quadri per persona fissato per legge.
Dov’è l’integrazione se gli africani si frequentano solo fra loro e i cinesi e gli albanesi fanno altrettanto? La massima interazione della comunità cinese con quella italiana è costituita dal rilevare a suon di denaro contante le nostre attività, ma figuriamoci se qualche cinese viene a spendere una lira sul corso il sabato. Ne avete mai visto qualcuno? La comunità cinese è chiusa in se stessa, e se ne guarda bene dall’integrarsi con quella che la ospita.
Già, i problemi elencati nel comunicato dei grillini esistono e permangono, e sono freni all'integrazione vera e compiuta. Quelli culturali sono argini che vanno abbattuti con l'istruzione, ampiando il senso di comunità e di società, e quelli di sicurezza si affrontano con la legalità, anche e specialmente ricorrendo alle Forze dell'Ordine.
L'invasione economica cinese, che porta il nome della Triade, una piaga mondiale che va affrontata tutti insieme, anche qui con la Giustizia.
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