Mentre la politica sta a guardare e raggrinzisce, involvendo sempre più su se stessa, covando rancori bigotti e reazionari, la civiltà va avanti, nonostante tutto, e gli altri poteri della democrazia resistono e fanno quel che possono per guardare avanti.
Era già successo su temi come l'omofobia o la sospensione delle cure (ne parlavo qui) e stavolta la notizia riguarda il tema della procreazione assistita, in particolare il delicato paletto della diagnosi pre-impianto.
La Corte Europea dei Diritti Umani aveva già accolto il ricorso di una coppia in passato (lo raccontavo qui), e da ora, recependo quelle sentenze, il Giudice del Tribunale di Cagliari ha stabilito che i centri pubblici italiani di Pma devono offrire la diagnosi pre-impianto a tutte quelle coppie affette da malattie genetiche che chiedono di ricorrere al test.
Questa sentenza, la numero 19 al riguardo, dimostra, secondo Emma Bonino, che la legge non va bene: "Si tratta di una specie di via crucis infinita che dimostra come la legge 40 sulla procreazione medicalmente assistita sia una legge ideologica".
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