Il sindaco di Bologna Merola ha deciso che non si farà l'election day in città.
Le consultazioni da coniugare sarebbero state le elezioni politiche (24 e 25 febbraio) ed il referendum locale per decidere sul regalino alle scuole private cattoliche di un milione di euro all'anno (che si terrà il 26 maggio).
Uno schiaffo alla Laicità dello Stato e dell'Istruzioni per Tutti e Di Tutti.
Maurizio Cecconi, del comitato Articolo 33 e tra i promotori del quesito, commenta la decisione con ira e amarezza: "Hanno una paura gigantesca del risultato e provano a delegittimarlo, sfavorendo la partecipazione", e snocciola qualche cifra sui costi: "il Pd spreca altri 534.000 euro dei soldi pubblici pur di non accorpare il referendum alle elezioni politiche".
Cifre però smentite dallo stesso Merola, che aggiunge che "secondo lo Statuto e il regolamento vigenti non è possibile accorpare il referendum comunale con le elezioni". Vorrei proprio vederli, questi documenti.
Anche il gruppo dei vendoliani al Comune è lanconico, ritenendo "persa un'opportunità", perchè "per noi la consultazione dei cittadini sul finanziamento delle scuole paritarie private andava fatta nelle condizioni migliori possibili di partecipazione".
Conclude Cecconi "La miglior risposta dei cittadini bolognesi sarà quella di recarsi in massa alle urne il 26 maggio e di votare 'NO' ai finanziamenti comunali alle scuole private. Amen".
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