Giorni fa, mi è capitato di sentire un discorso pericoloso. In apparenza serio, logico, coerente.
"In molte città sembra che chi si farà male coi botti dovrà pagarsi da solo le cure mediche" esordisce un'attempata signora. "Finalmente", "Era ora", i commenti dei presenti.
Di primo acchito, sembra un ragionamento sensato, condivisibile anche, per cui se ti fai male volontariamente (leggi come 'se te le vai a cercare') ti paghi da solo le prestazioni sanitarie e non pesi sulle tasche di tutti.
Sono però parole pericolose.
Quanto passerà dal "non è indispensabile lanciare i petardi" per chi si ferisce, al "non è vitale giocare a calcio" per gli infortunati in campo, o al "puoi anche fare a meno delle patatine fritte" per la mamma che si ustiona con l'olio?
La riforma sulla sanità che era stata ventilata dal Ministro Balduzzi (ne parlavo qui) era per me una buona scelta, ma temo che non se ne saprà più niente e rimarrà a marcire in qualche cassetto.
Si potrebbe anche prevedere uno scatto fiscale per chi abusa del servizio sanitario. Che so, ad esempio, se superi lo 0,3% del tuo reddito in spese sanitarie, paghi lo 0,1% di tasse in più, da destinare al SSN, che però rimarrebbe gratuito. Al contempo, però, sono da incoraggiare i comportamenti salutari, come l'esercizio fisico o le scelte alimentari, permettendo la detraibilità di abbonamenti a palestre o a circoli macrobiotici.
Ma questi sono quei fantasmi da "regime di polizia tributaria" che gente come Berlusconi sventola ad ogni comparsata, roba che "mai e poi mai", "la libertà è sacrosanta" e blablabla, per cui o si continua a pagare tutti anche per i cattivi comportamenti di altri senza vedersi riconoscere niente per i propri meriti, o si finirà con l'azzerare i diritti di tutti, buoni e cattivi. E che si arrangino, tutti.
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