Questo è interessante.
Io ho subito diverse operazioni chirurgiche, ma non mi è mai stato chiesto e/o imposto di fare i trattamenti successivi, come controlli o rimozione di suture, tramite ambulatori privati, ma so che questo avviene (vuoi mettere? Quelli sono soldi che arrivano sicuri nelle tasche dei medici). E forse neanche troppo di rado.
La sesta sezione penale della Corte di Cassazione, con la sentenza n.40824, ha confermato la condanna per abuso d'ufficio a carico del professionista che aveva aveva fissato i controlli post operatori presso il suo studio privato, senza debitamente avvertire i pazienti della possibilità di visita post-operatoria all’interno della struttura ospedaliera pubblica sede dell’intervento.
In altre parole il chirurgo è tenuto a definire il "rapporto terapeutico" con il paziente all'interno della struttura ospedaliera in quanto la visita "post-operatoria" è parte integrante dell'accordo negoziale per cui è stato versato il ticket.
L'oggetto del contratto d'opera che regola il rapporto paziente-struttura ospedaliera, considerato quindi l'esito chirurgico nella sua globalità, risulta supportato economicamente dallo stesso paziente con il versamento del ticket, senza necessità di ricorrere all'ambulatorio privato del chirurgo, al quale compete l'obbligo di concludere l'intervento professionale nella sede naturale, ospedaliera, e senza ulteriori esborsi economici non dovuti, a meno che sia lo stesso paziente che opti, dopo essere stato debitamente informato, per tale soluzione, volendo che l’autore della visita post-operatoria sia lo stesso medico che ha praticato l’intervento.
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