E' di pochi giorni fa la notizia della truffa di Tributi Italia, società di riscossione crediti che operava in più di 400 comuni. Viene ora a galla tutto il reticolo di complicità politiche che hanno permesso tutto questo.
Registi di queste connivenze, furono anche il Ministero dell'Economia guidato da Tremonti (quello che adesso vuole la lista dei Gggggiovani), che con il comma 3 dell'articolo 3 del decreto fiscale 2010 (norma Tributitalia) ha consentito alla società di utilizzare la legge Marzano per il concordato delle grandi imprese in crisi; grazie al meccanismo, Tributi Italia ha avuto accesso alle procedure di ristrutturazione economica e finanziaria, evitando la bancarotta e continuando a svolgere attività di accertamento e riscossione dei tributi locali.
La parte più scottante del comma è infatti quella in cui si dispone “la persistenza delle convenzioni vigenti con gli enti locali immediatamente prima della data di cancellazione dall’albo”: La procedura di cancellazione, però, ha avuto un iter molto lungo e sofferto in commissione Finanze di Montecitorio.
Non si è mai parlato di questo scandalo, tutti hanno lavorato per tenere la polvere sotto il tappeto, anche le quattro interrogazioni parlamentari presentate al riguardo dai Radicali in tre anni sono rimaste per aria. “Volevamo uno strumento legislativo che potesse garantire innanzitutto i cittadini contribuenti" sostiene la parlamentare radicale Rita Bernardini "perché non è fallita solo Tributi Italia, è fallito un intero sistema. Il sistema della riscossione dei tributi va ora ripensato in modo da assicurare l’interesse generale”.
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