La passione per le complicazioni non va mai in vacanza. E se a questa si affianca l'egocentrismo ed il parassitismo di una formazione come il PD, siamo a posto.
Uno degi scopi probabilmente è quello di far fuori Renzi, visto come un'insidia significativa dai vertici del partito, che infatti ha subito attaccato le nuove regole proposte per le primarie. Doppio turno ed albo degli iscritti, queste le novità che dovranno essere votate e ratificate dall’assemblea nazionale in programma sabato prossimo.
“Perché cambiare le regole proprio ora?” si chiede piccato il sindaco di Firenze.
E ha ragione, perchè il doppio turno per le primarie mi sembra proprio una complicazione eccessiva, nonchè una spesa davvero inutile. Autoreferenziale e sempre più distaccati dal mondo reale, i partiti non pensano più ad essere forze sociali attive sul territorio, come i volontari che umanamente soccorrevano le vittime di terremoti, o creavano eventi di ritrovo, dibattito e confronto (com'erano le Feste de l'Unità), ma pensano solo a replicarsi, perpetuare il loro potere e sopravvivere all'infinito.
Nelle nuove regole ci sarebbe anche la postilla per cui candidati e forze alleate dovranno dare alcune garanzie a chi vince, assicurando che sosterranno il vincitore delle primarie nella corsa a Palazzo Chigi e impegnandosi ad evitare spaccature dentro la coalizione. E finchè si parla di campagna elettorale, tutto bene, ma una volta in Parlamento quest'appunto confligge addirittura con la Costituzione, che all'articolo 67 dispone che "ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato".
Che tanto poi, dubito proprio si faranno, le primarie.
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