Con il provvedimento sulla spending review, comincia l'era tecnica anche nel capitolo istruzione, con un bel taglio di 200 milioni per l'Università.
Un taglio che però non dovrebbe incidere sull'istruzione e sulla didattica. Come spiegano Gianmario Mariniello, coordinatore nazionale di Generazione Futuro e Lorenzo Castellani, vice responsabile degli eletti di Generazione Futuro nelle Università, la riduzione va a colpire il Fondo di Finanziamento Ordinario, i soldi con cui vengono pagati gli stipendi del personale, soprattutto docente.
Secondo loro, quindi, questo taglio inciderà poco o nulla sul percorso degli studenti.
Scatena, almeno in me, molta più rabbia il fatto che questo denaro venga dirottato nelle casse degli atenei di Santa Romana Chiesa. Per cui, non solo ci dicono che questi tagli sono necessari per scongiurare l'aumento dell'iva (che è solo rimandato al 2013, ndr), ma poi si permettono di foraggiare uno stato estero tra i più ricchi e potenti del mondo intero.
E io che speravo che con l'arrivo di un esecutivo tecnico indipendente e distante dalla politica 'classica' avremmo finalmente in parte staccato il secolare cordone ombelicale che ci lega al Vaticano. Invece, politici o tecnici, poco cambia, rimaniamo fossilizzati nel servilismo alla Chiesa.
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