Ecco l'ennesima dimostrazione che Marchionne, l'ad Fiat tante volte messo sotto accusa (e condannato) per le sue pratiche contro lavoratori e libertà sindacali, non è una persona adatta all'industria e al libero mercato.
Ieri il numero uno del Lingotto, in un'intervista all'International Herald Tribune, aveva dichiarato che la politica di Volkswagen sta provocando "un bagno di sangue sui prezzi e sui margini". E cosa ti aspettavi, Sergio? Questo è il libero mercato, dove si lotta, si compete e ci si misura con gli altri, cercando di strappare quote a colpi di sconti, innovazioni e qualità.
Se la Fiat è arrivata dov'è arrivata, è anche per la benevolenza dello Stato, che svariate volte ha generosamente pompato soldi e risorse nell'azienda torinese.
Ed ora arriva la reazione di Volkswagen, che ne chiede le dimissioni dalla presidenza dell'Acea, l'associazione delle case automobilistiche europee. "Marchionne è insopportabile (...), gli chiediamo di dimettersi" dichiarato il responsabile della comunicazione di Volkswagen, Stephan Gruehsem.
E noi italiani, da anni vittime delle ridicole politiche industriali della Fiat e del pecorinismo di uno Stato che gli ha elargito fondi e confezionato leggine su misura, ne abbiamo altri di buoni motivi per volerne le dimissioni, da tutto.
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