Quello sulla spending review si prepara ad essere anche un colpo mortale per gli studenti universitari, specie quelli fuori corso. A dircelo, oltre a poche voci libere, è l'International Business Times, a conferma che in Italia non bisogna disturbare questi santi tecnocrati scesi dal cielo per aiutarci (come qui nel caso di Passera).
Col decreto 306/97, fino ad oggi esistema un limite all'aumento delle tasse universitarie; esso obbligava gli atenei italiani a rispettare il limite massimo del 20% come rapporto fra l'intero ammontare dei contributi, delle tasse universitarie e dell'annuale assegnazione di fondi ministeriali (FFO).
Da oggi non sarà più così, perchè con un comma del decreto il limite del 20% non sarà più calcolato tenendo del contributo di ogni studente, ma solo delle tasse pagati dagli studenti italiani e comunitari in corso. Esclusi quindi quelli stranieri e fuori corso.
Per cui, come primo effetto, le tasse saranno innalzate del 20% per tutti coloro abbiano superato la durata legale del corso. Ma non è tutto, perchè il limite non sarà più calcolato sul FFO, ma sui trasferimenti dello Stato destinati agli atenei. La cifra complessiva su cui verrà calcolato il 20% sarà quindi molto più alta.
Come detto, l'impatto della manovra sarà più forte per gli studenti fuori corso e per gli stranieri, che potrebbero veder aumentate le loro tasse a dismisura, e soprattutto senza alcun limite.
La conferma arriva da Michele Orezzi, coordinatore dell'unione degli universitari, il quale ha spiegato che "Siamo il terzo paese per tasse universitarie in Europa e nonostante questo il Governo punta a cancellare il limite della tassazione e consentire aumenti sconsiderati dei contributi pagati dagli studenti".
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