Nella questione sulle intercettazioni che coinvolgono il Presidente della Repubblica Napolitano ci sono alcuni particolari da considerare.
Prima di tutto, l'intercettato non era lui, ci è finito in mezzo perché entrato in contatto con l'utenza sotto controllo, quello dell'exMinistro Mancino. E qui appunto si inserisce il dettato secondo cui il Capo dello Stato non può essere intercettato: non lo è stato, infatti.
Però, se io chiamo il Presidente per dirgli che ho ucciso mia sorella, cos'è, i Magistrati non possono utilizzare la telefonata come prova perché dall'altro capo del filo c'è Napolitano con le sue pompose prerogative costituzionali?
Poi, che il Capo dello Stato non possa essere accusato "nell'esercizio delle sue funzioni e bla bla bla" ci sta, ma infatti al momento nessuno l'ha coinvolto in niente. La raccomandazione del Ministro Severino riguarda solo la riservatezza di quelle conversazioni, che infatti sono tutt'ora tenute segrete.
C'è anche un precedente, datato 1993, quando fu Scalfaro a finire in mezzo ad una registrazione.
Lui non fece come oggi fa il suo successore, non alzò la voce contro i Magistrati e non sollevò la questione alla Consulta. Lasciò che le indagini facessero il loro corso.
Come secondo me dovrebbe fare il suo successore attuale, fermo restando il divieto di divulgazione delle intercettazioni.
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