Sono finalmente iniziati, seppur non ancora in maniera del tutto formale, gli incontri tra l'Arcigay ed il mondo della scuola. Con la collaborazione del Comune di Ravenna e degli istituti scolastici, il progetto si pone l'obiettivo di sensibilizzare gli studenti ai problemi delle discriminazioni, dell'omofobia in particolare, e preparare i giovani sul concetto di identità sessuale (che comprende l'identità ed il ruolo di genere, oltre che l'orientmento sessuale).
I volontari Arcigay hanno così intavolato lezioni e laboratori alla scoperta della complessità emotiva, sessuale e caratteriale di ognuno di noi, per sfatare i miti di una società stereotipata e spesso basata sul pregiudizio.
Dicevo non del tutto formale, perchè ad aprire le porte ad Arcigay sono stati proprio gli studenti, che in questi giorni sono in occupazione contro le scelte in ambito scolastico di una politica sempre più miope e col fiato corto.
Davanti alla tabella oraria dell'autogestione, sono rimasto colpito dalla varietà e dalla serietà con cui viene affrontata la protesta: rassegna stampa mattutina, corsi di grafica, proiezioni di film, dibattiti e workshop. Ai miei tempi, e nella mia scuola, l'occupazione era poco più di un'occasione per svagarsi e farsi un po' di vacanze extra (allora occupavamo contro la riforma Moratti... curioso come la politica offra sempre delle occasioni per protestare, ndr).
Gli studenti si sono mostrati attenti e partecipativi, forse un po' a disagio, ma hanno contribuito attivamente alla riuscita dell'iniziativa. Più preparati e smaliziati su questi temi di quanto potessero essere in passato, grazie anche allo sdoganamento democratico dei diritti connessi all'omosessualità negli ultimi anni. In politica come nello spettacolo, con la tv assediata da serie televisive con protagonisti gay.
Non è mancata a volte una piccola dose di dolciastro perbenismo, non so quanto sincero.
Considero molto positive iniziative del genere, sia per illustrare ai giovani un'altra sfaccettatura scarsamente considerata della natura e della società (se non per mezzo di stereotipi o macchiette, tipo il parrucchiere o il fioraio in qualche serie tv, ndr), sia come forma di prevenzione alla "paura del diverso" ed alla discriminazione, sia inoltre come forma di "educazione alla sessualità" per superare i disagi interiori e vivere con spontaneità gruppi e famiglie.
Grazie e Complimenti all'Arcigay Frida Byron di Ravenna.
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