Il Parlamento di Strasburgo ha affrontato un tema molto dibattuto in Italia, quello dell'identificazione degli agenti di ordine pubblico in servizio. Ha così votato un emendamento alla risoluzione “Strategia dell’UE in materia di diritti umani”, esprimendo "preoccupazione per il ricorso a una forza sproporzionata da parte della polizia durante eventi pubblici e manifestazioni nell’UE".
Si invitano quindi i Paesi membri "a provvedere affinché il controllo giuridico e democratico delle autorità incaricate dell’applicazione della legge e del loro personale sia rafforzato, l’assunzione di responsabilità sia garantita e l’immunità non venga concessa in Europa, in particolare per i casi di uso sproporzionato della forza e di torture o trattamenti inumani o degradanti".
L'applicazione di un numero identificativo su caschi e divise degli agenti, però, non deve passare per una demonizzazione, ma rappresenta una giusta misura di responsabilità e trasparenza per il compimento della democrazia. E se all'irriconoscibilità aggiungiamo anche l'omertà e l'impunità della violenza, abbiamo un perfetto cocktail di inciviltà.
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