Ai tempi del Partito Popolare Italiano, già esisteva una regola per favorire il ricambio, contro i politici poltronari. Ad illustrarcela, in un lancio d'agenzia del 2 febbraio1994, nientepopodimeno che l'Onorevole Rosy Bindi, cui oggi vengono derogate le analoghe norme interne del Partito Democratico (grazie a NonLeggereQuestoBlog per gli scavi archeologici).
Rosy Bindi non transige sul rinnovamento della classe politica e dei candidati del Ppi: ''Il limite delle tre legislature - ha detto conversando con un giornalista - deve valere per tutti, anche per De Mita. Ci vuole una regola certa per selezionare le candidature. E' quello che stanno chiedendo tutti i coordinatori regionali e che io sto applicando nel Veneto. Quindi il limite delle legislature - ha aggiunto - vale anche per Carlo Fracanzani che di legislature ne ha sette. Lo ringrazio per il contributo che ha dato al partito, lo ammiro per non essere rimasto invischiato in Tangentopoli, nonostante la carica di ministro per le Partecipazioni statali ricoperta in un periodo ad alto rischio. Adesso, però, gli chiedo un atto di generosità''.
Generosità?!
Questa, Rosy, è semplice Legalità, cioè rispetto delle regole che voi stessi vi eravate (e vi siete oggi) dati. E' inutile che vi facciate belli con degli statuti anticasta se poi quando è il momento di applicarli invocate deroghe o listini divini; ci fate una figura pessima.
Siete proprio, ed uso un linguaggio che non mi appartiene, Vecchi: nel modo di pensare, negli schemi che usate, nell'incapacità di evolvere e di crescere.
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pienamente d'accordo.
RispondiEliminaUn partito vecchio, composto da vecchi in un paese popolato da vecchi... Cosa c'è di più perfetto ? Saluti
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