Lo ammetto, ho riso anch'io per il claudicante intervento dell'Onorevole Isidori alla Camera: “Il carcere è un penitenziario, non è un villaggio di vacanza. Si deve scontare la sua pena perscritta, che gli aspetta (ma secondo me qui ha solo letto male, ndr). Lo sapeva prima fare il reato. Io ritengo come Lega di non uscire prima della sua pena erogata, grazie".
Però poi leggo una dichiarazione dell'Onorevole Gelmini, sempre sul caso Sallusti: “Nella vicenda Sallusti, che ha oggi il suo epilogo annunciato, si condensa la malattia del nostro sistema politico: polverizzato in Parlamento, nega nell’inconcludenza e nei fatti – ma anche nello spirito di fazione – quei valori universali che richiama a parole; piange lacrime di coccodrillo perché in realtà consuma la sua vendetta contro la libera stampa. Che non è certo irresponsabile ma che, se colpevole, non va mai punita con la privazione della libertà".
E mi chiedo: meglio una persona che parla in maniera sgrammaticata, ma diretta, o una che fa tanti blabla pomposamente aulici senza dire niente? Personalmente non mi sento rappresentato da nessuno dei due, ma preferisco di gran lunga un elettrauto di Macerata (cioè Isidori), onesto e che fa politica per passione, di una sgallettata che sembra sia stata sfiduciata dalla carica di Presidentessa del Consiglio Comunale di Desenzano sul Garda per "manifesta incapacità ed improduttività politica ed organizzativa" (dico 'sembra' perché la delibera non è più consultabile, cosa scandalosa, ndr).
Inoltre, il primo era presente a più del 95% delle sedute in aula, la seconda a meno del 27%, dato che rafforza la mia idea sulla genuinità e sull'onesta intellettuale del leghista.
Poi sapete come la penso, riguardo all'ignoranza ed ai movimenti filo/parafascisti come la Lega (e lo dicevo qui), ma questo è un altro discorso.
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