Un applauso a Daniela Santanchè per la sua arguta punzecchiatura sull'Agenda Monti.
"Monti è proprio come le banche: ci tartassa tutto l'anno e poi a Natale ci regala un inutile agenda". Cioè, complimenti (errore grammaticale a parte, l'apostrofo mangiato). Una volta tanto.
Veniamo al documento in sé (finalmente prende forma, questa tanto declamata Agenda Monti), che siccome scritto nel solito astratto politichese, è anche abbastanza condivisibile. E' sempre il COME si attueranno queste idee, il problema.
Si apre alla possibilità di una patrimoniale (meglio tardi che mai), si ribadisce l'importanza di investire nella ricerca e nell'istruzione (ottimo, ma senza indicare le risorse cui attingere, rimane una favola) e continuare la stagione delle liberalizzazioni (che sarebbe anche una buona idea, se non fatte con i piedi e con gli esiti fallimentari di quelle già avviate).
Continuare la spending review, tagliando gli sprechi e le spese inutili (insomma, la fiera delle banalità).
Cento procedure burocratiche da eliminare per snellire la pubblica amministrazione nei primi cento giorni (ottimo il proposito, che individua uno dei veri freni alla crescita ed allo sviluppo).
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