I giovani che passano ore in coda per avere o prenotare un iPhone 5 vengono coperti di insulti sul web, ed anche la Rai li mette a confronto con i coetanei spagnoli che invece protestano in piazza (glissando sulle analoghe file agli Apple Store di Madrid).
Curiosando su internet, si trova di tutto, da chi ne fa una questione puramente politica ("pensavo che il vento fosse cambiato, ma questo mi ha fatto capire che il berlusconismo è nel Dna degli italiani", ditelo a Vendola che ha perfino realizzato un'app per il suo libro 'L'Italia migliore'), la butta sull'esistenzialismo filosofico ("Io mi impegno ogni giorno per restare umano, questi non lo farebbero mai"), sul luddismo antitecnologico ("io me ne sbatto della tecnologia" ...e questo scrive su Facebook, no?) o addirittura invoca la soluzione finale ("Questa gentaglia andrebbe ELIMINATA").
Allora, io sono dell'idea che ognuno i suoi soldi li spende dove vuole. Che si tratti dei maglioni di cachemire di Bertinotti, della barca di D'Alema o dell'IPhone di un operaio.
Poi possiamo dire che spese di questo genere non dovrebbero essere delle priorità, che i valori sociali e culturali con i quali è cresciuta anche la mia generazione erano altri, che fare di un telefonino il simbolo della propria identità e l'icona aggregante di una comunità rappresenta l'involuzione della società stessa, certo, possiamo, e sono anche d'accordo.
Ma ognuno ha le sue fisse o passioni, io per esempio sono arrivato a spendere anche 50€ per un profumo, sono da fucilare?
Ma il punto rimane che ognuno con i suoi soldi fa quello che gli pare.
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