Il problema diventa quello opposto alle realtà italiane di Napoli o Roma, ossia manca la materia prima per alimentare i suoi faranoici inceneritori di ultima generazione; e così, la importano.
Sono 800 mila le tonnellate di rifiuti che vengono così importate dalla vicina Norvegia, allo scopo di tenere in funzione gli impianti di bruciatura, che se non tenuti a pieno regime lavorano in perdita.
Come spiegato da Caterina Ostlund, dirigente dell’Agenzia svedese di protezione ambientale, "Valorizzare i rifiuti è una saggia scommessa, proprio in un mondo in cui il prezzo dell’energia continua a salire e potremmo trovarci di fronte a una carenza di carburante. Ed è importante anche per la Svezia trovare il modo di ridurre la produzione di rifiuti e aumentare il riciclaggio. Ma nel breve periodo, la valorizzazione dell’energia ricavata dai rifiuti è una buona soluzione".
Se l'incenerimento non è la scelta ottimale, l'energia da essi prodotta rappresenta una buona compensazione, e l'utilizzo di tecnologie all'avanguardia aiuta la riduzione di emissioni inquinanti e l'impatto sull'ambiente.
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