Uno si guarda un porno, si sfoga un po', e non esce per strada a violentare la prima bambinella che gli capita a tiro.
Non è un ragionamento tanto campato in aria, ma l'esito di una ricerca condotta dal professor Anthony D'Amato, Professore di Diritto presso la Northwestern University School of Law: negli ultimi 25 anni, negli USA, sono diminuite le violenze sessuali dell'85%; parallelamente alla progressiva disponibilità di materiale pornografico di libero accesso.
Dai 2,7 stupri ogni 1000 abitanti del 1980, agli 0,4 casi. Un calo drastico, evidenziato soprattutto negli stati con maggior accesso a siti a luci rosse.
Ed è proprio un paese europeo il prossimo candidato per un nuovo aumento di violenze sessuali, stando a queste conclusioni: “All’esame delle autorità islandesi c’è la proposta di bloccare l’accesso ai siti hard e rendere illegale l’uso delle carte di credito islandesi per accedere agli indirizzi a pagamento delle pagine con contenuto offensivo”, scrive il sito del Corriere, dopo che la Gran Bretagna aveva ventilato l'idea a fine 2011.
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