Sono in molti a criticare il programma del Movimento 5 Stelle perchè non contiene spunti significativi sul lavoro. Nelle ultime settimane, Grillo ha snocciolato qualche idea, delineando uno dei modelli più reazionari e borghesi che si siano mai sentiti.
Accanto a sparate demagogiche come le 35 ore lavorative o la pensione a 60 anni, c'è la proprietà partecipata dei dipendenti delle imprese ("Le aziende devono essere dei lavoratori che ci lavorano") e addirittura la cancellazione del grande sindacato (""I sindacati sono collusi col potere, sono una cosa del passato, noi abbiamo bisogno di altre idee", per poi aggiungere: "Non li voglio eliminare: sono già eliminati dalla storia").
In questa smania di NUOVO, il padre-padrone del M5S butta nel tritacarne di tutto.
Poi possiamo ragionare di partecipazione agli utili dell'impresa, come meritorio riconoscimento per il lavoro prestato, di sviluppare un'organica legislazione sulla rappresentanza sindacale, che manca in Italia, ma queste boutade semplicistiche ledono al profilo storico e culturale del lavoro nel nostro paese.
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