Se proprio volessimo metterci a riscrivere qualcuna delle regoline del nostro assetto repubblicano, prima di concentrarci su presidenzialismo o bicameralismo, potremmo intervenire sull'iter di formazione di un nuovo governo.
Mi spiego: sarebbe una cosa a mio parere più corretta e rispettosa della democrazia in senso lato, prevedere l'insediamento il nuovo Consiglio dei Ministri solo DOPO che esso abbia avuto il lasciapassare dal Parlamento. Attualmente, con la cerimonia della campanella, un Governo decade e quello nuovo lo sostituisce, ma è GIA' SICURO che esso avrà la fiducia. Diventa così solo una formalità.
Un esempio recente: Napolitano non ha potuto affidare l'incarico per la formazione dell'esecutivo a nessun altro, perché a quel punto il Governo Monti sarebbe già decaduto, cioè prima del voto di fiducia.
Se l'ordine delle operazioni fosse stato invertito, il Presidente della Repubblica avrebbe potuto affidare l'incarico a Bersani (non lo dico per simpatia, ma perché il nome già indicato dalla coalizione vincente, in virtù della legge elettorale, qui) e presentarlo all'Ok Corral nelle aule.
Probabilmente non avrebbe avuto comunque la fiducia (chissà come sarebbero andate le cose se avesse radunato intorno a sé nomi pesanti come Zagrebelsky o Rodotà...), però sarebbe stata una situazione secondo me più in linea con i crismi ideali della Democrazia.
Così com'è, invece, la fiducia è una formalità. Per questo avevo avanzato l'idea di abolire questa votazione iniziale (qui) perché basata puramente su presupposti politici. Poi ci lamentiamo dei voti da tifoseria.
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