"Con il Decreto Valore Cultura del Ministro Bray, finalmente ci avviciniamo al modello inglese sulla libertà artistica!
Speriamo ora non venga pasticciato nelle in aula, e in futuro venga esteso anche alle esibizioni di altro tipo, teatrali e artistiche in generale" esulta Valentina sul sito di Sinistra d'Azione.
Ed anch'io mi unisco, perché considero la semplificazione attuata un passo molto importante. In sintesi, per i concerti con meno di 200 spettatori, sarà sufficiente l'autocertificazione per documenti quali la licenza di pubblico spettacolo, che dovrà essere consegnata allo sportello unico delle attività produttive del Comune di appartenenza.
Concordo con la speranza di Valentina, che questa formalità venga al più presto estesa anche alle rappresentazioni teatrali, o che so, alle gallerie di quadri.
Il testo del decreto è stato convertito in legge. Bene, no?
C'è chi, come Arianna Ascione, blogger di Soundsblog, si chiede di cosa si dovrebbe gioire, visto che la SIAE bisognerà pagarla comunque per lo sfruttamento di opere terze (qui).
Ma cosa credevate, di poter speculare sui diritti d'autore di altri? Io non l'ho mai vista in questo senso, la ma gioia derivava dal fatto che, semplificando le procedure, era possibile liberare nuove energie artistiche, esprimere e scoprire talenti, non permettere la riproduzione libera di opere protette. Facile se no.
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