giovedì 10 ottobre 2013

Diciamo solo Quello che Vogliono Sentirsi Dire

Grillo e Casaleggio finalmente svelano qual'è la loro nobile idea della Politica.
Sull'emendamento che abolisce il reato di clandestinità (e per il quale mi complimentavo con loro per aver stuzzicato la nostra solita sinistra parolaia, qui), i due leader 5Stelle strigliano il Movimento: "La loro posizione (di Buccarella e Giarrusso, i due Senatori firmatari dell'emendamento) espressa in Commissione Giustizia è del tutto personale. Non è stata discussa in assemblea con gli altri senatori del M5S, non faceva parte del Programma votato da otto milioni e mezzo di elettori, non è mai stata sottoposta ad alcuna verifica formale all'interno".
Ma la parte migliore, che svela la visione opportunistica della politica che hanno i due guru, viene dopo: "Se durante le elezioni politiche avessimo proposto l'abolizione del reato di clandestinità (...) il M5S avrebbe ottenuto percentuali da prefisso telefonico".

Ah ecco, molto meglio promettere cose utopistiche come il reddito di cittadinanza, la chiusura degli inceneritori e delle discariche (poi ce li mangiamo, i rifiuti..!). Alla fine l'importante è solo prendere voti, quindi (me ne ricordo un altro, così, qui).
Dopotutto, lo stesso Casaleggio spiegava bene qual'è l'unica cosa che conta (qui).

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1 commento:

  1. Guarda, caro compagno,
    tutto questo rientra nella cosiddetta "teoria elistista" della politica, quella di autori come Schmupeter, che è alquanto TIPICAMENTE una teoria di DESTRA: la direzione del processo decisionale non va dal popolo verso l'elite politica (politici di professione + tecnici + burocrati), ma dall'elite politica verso il popolo (ossia non dal basso in alto, bensì dall'alto verso il basso). Democrazia, per questi autori, è il sistema istituzionale per assumere decisioni politiche, basato sulla CONCORRENZA tra diverse proposte politiche elaborate dalle varie elites che si candidano a essere i decisori del futuro; concorrenza che ha per posta il VOTO elettorale. Scopo di questa competizione elettorale è VINCERE il diritto di SCEGLIERE, ma - chiunque vinca - è sempre l'elite che sceglie. L'unico spazio riservato al popolo è, né più né meno, quello scegliersi sul MERCATO dell'offerta politica l'elite che lo governerà, una volta ogni 4 o 5 anni (a seconda delle cadenze elettorali). Democrazia è solo quello.
    E' forse sorprendente che questi autori siano molto cari alle DESTRE di tutto il mondo, a partire dalla destra statunitense?
    In tutto questo, lo spazio per gli ideali, e per gli approcci cosiddetti "normativi" (mirare a realizzare ciò che è ideale) è sostanzialmente nullo. Ecco, peraltro, perché la rincorsa al "consumatore" politico punta costantemente all'indeciso, al né-di-destra, né-di-sinistra, alla proposta demagogica o di corto respiro, ecc...
    E Grillo sarebbe il nuovo?

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