Ma sì, diciamo "Legge elettorale dei Sindaci", che suona bene e non fa pensare ad un super-Porcellum.
Allora, tecnicamente quella che propone Renzi è una legge che dà il 60% (attualmente è il 55%) dei seggi alla lista vincente (per fare una similitudine in campo nazionale, suppongo ci si riferisca alla coalizione) e con sbarramento al 3%; meno male che almeno ci sono le preferenze.
Giustificare questa proposta con un "perché quella funziona", è un insulto alla Democrazia.
Amministrare un comune non è come orientare la politica nazionale di uno Stato: se ha un Sindaco servono capacità esecutive, potere decisionale, scelte mirate e concretezza, ad un Parlamento occorre poggiare la propria azione su valori umani, idee civili, speranze comuni e soprattutto sul confronto fra le diverse anime che lo compongono.
La "Legge elettorale dei Sindaci" è una cosa antipolitica ed antidemocratica, buona per un esecutivo a corto raggio, non per una Nazione. Per aumentare l'efficienza di un Parlamento non serve aumentare il potere di qualcuno, ma cambiare i suoi meccanismi e tempi di lavoro, risanarne il clima da arena di gladiatori, riportando l'etica e la civiltà alla Politica.
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