La nuova legge approvata dal parlamento kiwi mira a colpire i patent troll, ossia quei soggetti che pretendono di brevettare attività o processi già svolti da altri software.
Sarà possibile brevettare un programma in grado di gestire un nuovo processo, od anche di migliorarne la gestione rispetto ai precedenti, ad esempio quello di una lavastoviglie, ma non si potrà fare lo stesso con nuovi software per svolgere attività già note, ad esempio un client email.
I brevetti sul software sono piuttosto negativi per il mercato e lo sviluppo: è impossibile inventare qualcosa di nuovo senza violare un numero imprevedibile di patent. E senza innovazione il mercato del software è condannato.
Complimenti alla Nuova Zelanda che ha saputo affrontare con coraggio, volontà e lungimiranza un tema così delicato come questo.
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