Tony Abbott è il vincitore delle elezioni in Australia, la dodicesima economia del pianeta.
E' un avvocato, conservatore, leader della destra australiana, e negazionista dei cambiamenti climatici: lui non crede che una "sostanza invisibile, inodore, insapore e senza peso" come la CO2 sia causa del global warning. Qui siamo proprio oltre i populismi.
Le sue promesse elettorali vanno infatti dall'abolizione della carbon tax (la tassa appunto su quelle risorse che emettono biossido di carbonio, ndr) alla soppressione delle sovvenzioni alla ricerca sui cambiamenti climatici.
Questa non è certo una buona notizia, le forze internazionali che costantemente si occupano del tema non hanno certo bisogno dell'ennesimo demagogo ignorante e facilone.
E non è che il paese australe se le stia passando bene: gli effetti del riscaldamento globale si fanno già sentire, con ondate di calore che toccano i 50 °C, incendi, impoverimento della biodiversità, inondazioni, cicloni, con conseguente aumento dei profughi climatici.
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