Non è la prima volta che qualcuno dà la colpa della condizione economica e sociale ai lavoratori (qui e qui), e stavolta a dirlo è una giornalista della CNN. Espertissima di economia, per carità, ma forse un po' frettolosa nello sputare sentenze.
"Giusto abbassare il rating" commenta la decisione di S&P di portare il giudizio sul paese a BBB "Italiani sempre in sciopero!". Eccola là, l'altra statista!
Il tutto nasce alla notizia che il processo per i fatti della Costa Concordia è saltato a causa di un'agitazione degli avvocati."In Italia l’economia è in recessione, perché si fanno troppi scioperi e perché a lavorare ci pensano solo le prostitute che vanno alle cene di Berlusconi" ha detto più o meno Erin Burnett, ex-analista della Goldam Sachs.
Guardi, Erin, sono stato io, da persona di sinistra, il primo a proporre di limitare il diritto di sciopero (qui) per riportarlo ad essere un importante momento di rivendicazione sociale, da quella pallida scusa per starsi a casa o allungare il weekend che è diventato.
Ma dare la colpa della stagnazione e della disoccupazione, che andrebbero affrontate magari riformando una giustizia inefficiente ed una burocrazia pachidermica, ad un sacro diritto democratico come quello di sciopero, è scorretto e cinico.
Vien da chiedersi, ancora, dove vogliamo arrivare? (qui).
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