Certo che, in Italia, gli strumenti per una buona partecipazione diretta dei cittadini nell'attività legislativa ci sarebbero anche, cioè i referendum e le leggi d'iniziativa popolare, è tutto il contorno di norme e regolamenti che disciplinano la cosa, a svilirne profondamente l'attività.
Ad esempio, i regolamenti delle camere stabiliscono che i disegni di legge di iniziativa popolare presentati nella legislatura precedente non devono essere ripresentati, ma che sono nuovamente assegnati alle Commissioni e seguono la procedura normale (art. 74 comma 2 Reg. Senato e art. 107 comma 4 Reg. Camera). In teoria, quindi, c'è tempo due legislature affinchè un testo di iniziativa popolare venga convertito in legge.
E' quanto ad esempio successo con una delle prime battaglie di Grillo, la legge "Parlamento Pulito", per la quale occorrerà raccogliere nuovamente le firme.
Quante sono le proposte d'iniziativa popolare licenziate dal Parlamento?
Nella XIII legislatura, quella del 1996/2001, sono solo 2 quelle effettivamente diventate leggi, a fronte delle 26 presentate, cui se ne sommano 6 ereditate dalla precedente.
Nelle due successive legislature brevi (la XIV, fino al 2006, e la XV, fino al 2008) non ne è stata approvata alcuna, nonostante le 20 presentate (14 + 7) e le 20, ereditate nel 2001, e le 13, nel 2006.
Nell'ultima, la XVI, dal 2008 al 2013, di 19 testi presentati (+7 ereditati), solo uno ha trovato realizzazione.
Grazie come sempre a PagellaPolitica per questi dati.
Poi, sia chiaro, io continuo ad essere un difensore del modello parlamentare rappresentativo (come dicevo qui), ma bisognerebbe, almeno, creare una corsia preferenziale per le attività d'iniziativa popolare.
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