Un piccolo passo verso quella propulsione all'Arte che auspicavo tempo fa per l'Italia (qui).
Una pattuglia parlamentare trasversale ha depositato un emendamento al Decreto del Fare che sfoltisce un po' del marasma burocratico che sta soffocando il Paese, e dà ossigeno alla libertà d'impresa nel settore dell'intrattenimento. Il tutto, va sottolineato, a costo zero.
In breve, a chi vorrà ospitare un concerto con un piccolo pubblico (meno di 200 ascoltatori), basterà una semplice autocertificazione per dar vita all'esibizione, evitando quindi richieste, documentazioni, versamenti e controlli che ad oggi hanno affogato la musica ed ucciso svariati locali nelle città.
Un provvedimento simile, adottato da Cameron nel Regno Unito (il Live Music Act), ha permesso il rilancio di 23mila locali ed artisti. L'industria musicale rappresenta un importante filone culturale che dà sostegno all'economia del turismo e dell'intrattenimento, e questo emendamento, sia per il suo valore artistico che per quello liberale, trova il mio completo appoggio.
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