Credo sappiate tutti del nuovo bavaglio ammazza-web presentato al Senato da Salvatore Torrisi del PdL.
Una delle leggi più illiberali e pericolose che si siano mai viste, scritta in modo dilettantesco da un incompetente sul tema che si pretende di normare.
Il Senatore, infatti, evidentemente ignora che la sua idea di chiamare i gestori di ogni piattaforma online a rispondere di eventuali contenuti illeciti pubblicati dagli utenti si scontra irrimediabilmente con la disciplina europea della materia, che esclude espressamente che chi pone a disposizione di altri uno spazio per la pubblicazione di un contenuto abbia un qualsiasi obbligo di sorveglianza sui contenuti ospitati e possa, pertanto, essere chiamato a rispondere della loro eventuale illiceità.
A chi gli chiede lumi sul suo ddl, Turrisi si lancia in risposte improvvisate, adducendo ad un fantasmagorico "Centro Nazionale ricerche di Pisa" (che sarebbe poi il Consiglio Nazionale delle ricerche, che gestisce il NIC, ossia il registro nazionale dei domini '.it'), e facendo distinguo imbarazzanti tra "siti web normali" e "blog" (catalogazione che comunque non c'entra niente né col NIC né coi domini).
Qualche maligno (o semplicemente complottista cronico affetto da manie di persecuzione) crede che il ddl Torrisi punti a colpire Beppe Grillo ed il suo blog. Forse è così.
La risposta migliore, su questo, la dà Marcello Lopez, che ringrazio per il contributo: "Grillo si lamenta ma lo fa per motivi e con argomentazioni sbagliate. Questo disegno di legge, sicuramente estensivo di una norma in se liberticida, non è di certo una proposta contra personam, come vorrebbe farcela sembrare.
Dovrebbe anzi per primo fare mea culpa, per aver contribuito alla decadenza della rete e aver fornito, con il suo blog pieno di spazzatura diffamatoria e infamante, un ennesimo assist alla 'casta'.
Perché schierarsi con la libertà di parola confondendola, in modo recidivo, con la libertà di insulto, diffamazione e menzogne virali fa danno alla causa, caro Grillo, soprattutto alla causa di chi non è blogger per fini politici, non ha un server in svizzera pronto al trasloco, non lucra sugli accessi al proprio blog e, infine, non avrebbe alcun beneficio mediatico-vittimistico dall’approvazione di una proposta come quella di Torrisi."
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Dovrebbe anzi per primo fare mea culpa, per aver contribuito alla decadenza della rete e aver fornito, con il suo blog pieno di spazzatura diffamatoria e infamante, un ennesimo assist alla 'casta'.
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