Per qualche settimana avevo temuto che Travaglio fosse diventato, come l'ha definito un amico, "l'Emilio Fede del M5S", ma anche lui ha ricominciato a ragionare, ed ha criticato i capigruppo Lombardi e Crimi per il comportamento tenuto durante le consultazioni.
(Il M5S) "Aveva messo all’angolo il Pdl con l’annuncio del sì all’ineleggibilità e a un’eventuale richiesta d’arresto di B. (spingendo il Pd ad allinearsi). Aveva costretto il Pd a rottamare i candidati di partito per le due Camere e a inventarsi in fretta e furia i nuovi arrivati Boldrini e Grasso, a loro volta obbligati a esordire col taglio degli emolumenti che, per quanto modesto, avrebbe innescato l’effetto valanga", scrive il giornalista (lo stesso che dicevo io qui).
"Sarebbe bastato che (...) i capigruppo fossero saliti al Quirinale con una proposta chiara e netta: un paio di nomi autorevoli per un governo politico guidato e composto da personalità estranee ai partiti (...) i grilli avrebbero dovuto sfidarlo (Bersani, ndr) ad appoggiare quel tipo governo. Che naturalmente non può essere né a guida Bersani, né tantomeno a guida M5S. Di qui la necessità di una rosa di personalità che potessero incarnare, per la loro storia e le loro idee, alcuni dei punti chiave del movimento. Sarebbe stato lo scacco matto al re. Invece lo scacco i grilli se lo son dato da soli".
E' proprio così. Incapaci di gestire in maniera responsabile quella quota di consenso ricevuta alle elezioni, i cinquestellini si sono dati la zappa sui piedi, con il loro settarismo autodistruttivo hanno così permesso un inciucissimo PD e PdL, mascherato da "commissione dei saggi", la cui responsabilità ricadrà tutta su di loro.
Meno male, temevo proprio ci fossimo giocati uno dei più stimati giornalisti italiani. Bentornato, Marco.
Sei d'accordo con me o vuoi farmi sapere cosa ne pensi? Scrivimi, puoi seguirmi ed essere sempre aggiornato via Facebook, Twitter o aggiungendomi alle tue cerchie di Google+.
Nessun commento:
Posta un commento