Pure dal PD vengono sorpassati, e sulle loro battaglie.
Mentre i parlamentari del Movimento 5 Stelle, invece che concentrarsi sulle loro promesse utopistiche, se ne stanno lì a giocare con i diritti civili (una cosa peraltro non prevista nel programma; se avessi votato loro mi sentirei tradito, come dicevo qui), succede che il reddito di cittadinanza viene proposto prima da SeL, poi dal PD.
Non ho avuto modo di vedere il primo testo (nel senso di sapere dove si trovano i fondi), ma il Partito Democratico spiega, per bocca del deputato Danilo Leva, primo firmatario del ddl, che i fondi arriveranno “dai proventi delle lotterie e dei giochi", anche se "durante l’iter legislativo siamo disponibili a confrontarci su altre ipotesi”, aggiunge.
Ci tiene però a differenziare il pragmatismo democratico dalle ciance 5 stelle: "Innanzitutto perché noi l’abbiamo presentata in Parlamento, mentre il Movimento 5 stelle l’ha solo annunciata e non ha ancora spiegato come attuarla. E poi, perché si basa su previsioni realistiche, non sul fanatismo”.
La proposta di legge, definita low-cost, punta ad introdurre un sussidio di 500 euro al mese (seimila l’anno) in favore di disoccupati, inoccupati e precari che non raggiungono un reddito annuo complessivo di 6.800 euro.
Finalmente una proposta seria (su cui nutro qualche dubbio, perchè ritengo la tassazione sui giochi non del tutto giusta, come spiegavo qui) per dare un piccolo sostegno a quelle persone senza lavoro, abbandonate e vessate. Ci si potrebbe aggiungere qualche meccanismo di progressività e controllo sulle domande/offerte di lavoro, ma nell'attesa, ben venga il 'basic income' targato Leva.
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